Meta continua a far parlare di sé, ma questa volta non per un nuovo prodotto tecnologico o una novità nel metaverso. Mark Lemley, uno dei più importanti avvocati di copyright, ha deciso di interrompere la sua collaborazione con Meta in segno di protesta contro quella che ha definito una “deriva verso la tossicità e l’estremismo” dell’azienda.
In un’intervista esclusiva a Wired, Lemley ha spiegato: “Sono profondamente preoccupato per la direzione in cui sta andando il Paese e per il fatto che molti leader del settore tecnologico sembrano disposti ad accettarla, indipendentemente da quanto estrema diventi”. Lemley ha criticato sia Mark Zuckerberg che Elon Musk per i loro comportamenti e scelte politiche.
Il dibattito sull’AI e i diritti d’autore
Nonostante la rottura con Meta, Lemley ha dichiarato di supportare alcune delle argomentazioni dell’azienda riguardo alla disputa sul copyright legata all’intelligenza artificiale. Al centro del dibattito c’è la questione dell’uso di materiali protetti da copyright per addestrare i modelli di AI.
“Gli argomenti più forti emergono quando l’output di un lavoro è sostanzialmente simile a un contenuto protetto da copyright,” ha spiegato Lemley. Un esempio emblematico è la difficoltà di eliminare riferimenti a personaggi come Mickey Mouse dai dataset di AI.
Questa situazione solleva una domanda fondamentale: perché i contenuti protetti da copyright vengono utilizzati per addestrare modelli AI? Sarebbe forse necessario un controllo più rigoroso prima che questi materiali vengano inclusi nei dataset.
Il problema dell’opacità dei dati
Uno dei maggiori problemi evidenziati è che molti ricercatori e ingegneri non conoscono la provenienza dei dati utilizzati per addestrare i modelli AI. Questo rende essenziale una maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle grandi aziende tecnologiche, soprattutto considerando l’influenza crescente di queste tecnologie sulla società.
“Bisogna ritenere queste corporazioni sempre più potenti responsabili dei dati che raccolgono e utilizzano,” ha affermato Lemley. Questa responsabilità non è solo una questione legale, ma anche etica.
L’uscita di scena di Mark Lemley rappresenta un segnale d’allarme per un settore in cui l’etica sembra spesso messa in secondo piano rispetto al profitto. Con l’aumento delle polemiche sull’uso dei dati per l’intelligenza artificiale, è evidente che la regolamentazione e la trasparenza devono diventare priorità.
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