Ieri la Nasa ha annunciato in diretta mondiale una scoperta unica ed eccezionale: la presenza di acqua sulla Luna, per l’esattezza in superficie.
La scoperta è stata possibile grazie allo Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy (SOFIA), ovvero un telescopio di 106” montato su Boeing 747SP modificato che vola a 14.000km di altitudine per eseguire osservazioni ad infrarossi non ottenibili con le strumentazioni posizionate sulla superficie terrestre.
Dove si trova l’acqua sulla Luna
SOFIA ha rilevato delle molecole di acqua (H2O) in uno dei crateri più grandi della Luna, il Clavius Crater, situato nell’emisfero meridionale del nostro satellite. I dati raccolti nel cratere indicano che ci sia una quantità di acqua intrappolata sulla superficie tra le 100 e le 412 parti per milione, circa quanto una bottiglietta d’acqua intrappolata in un metro cubo di terreno lunare.
Il direttore della Divisione Astrofisica della Direzione della Missione Scientifica presso la sede della NASA a Washington, Paul Hertz, ha espresso il grande entusiasmo che portato la scoperta:
Avevamo indicazioni che dell’H2O potrebbe essere presente sul lato soleggiato della Luna. Ora sappiamo che è lì. Questa scoperta sfida la nostra comprensione della superficie lunare e solleva interrogativi intriganti sulle risorse rilevanti per l’esplorazione dello spazio profondo.
Sulla presenza o meno di acqua sulla Luna si dibatte ormai da anni e dalle ultime missioni, negli scorsi anni, si era arrivato ad accertare la presenza, anche in tratti di superficie soleggiati, di molecole di idrogeno (H) legate a molecole di ossigeno (O), senza poter chiaramente affermare se si trattassero di molecole di acqua (H2O) o di idrossile (OH).
Grazie a SOFIA e alla sua tecnologia si è potuto rilevare proprio la lunghezza d’onda emessa dalle stesse molecole di H2O, a 6.1 micron, confermando la sorprendente scoperta. Rimangono molti dubbi da risolvere, in primis come siano state prodotte queste molecole di acqua e come rimangano bloccate sulla superficie lunare.
La scoperta tramite SOFIA in realtà non era voluta, ma è stato frutto di un semplice test, come spiega direttamente Naseem Rangwala, project scientist all’Ames Research Center della NASA:
In effetti, era la prima volta che SOFIA guardava la Luna e non eravamo nemmeno completamente sicuri di ottenere dati affidabili, ma le domande riguardo l’acqua sulla Luna ci hanno costretti a dover provare.
È incredibile che questa scoperta sia nata da quello che era essenzialmente un test, e ora che sappiamo di poterlo fare, stiamo pianificando più voli per fare più osservazioni.
In effetti nuovi voli sono in programma, con l’obiettivo di tracciare una sorta di mappa idrica della Luna e i dati si sommeranno a quelli che verranno raccolti in future missioni scientifiche, come il Volatiles Investigating Polar Exploration Rover (VIPER) della NASA.
Attualmente le ipotesi su come si siano generate molecole di acqua sulla Luna sono principalmente due:
- micro-meteoriti che impattano la superficie lunare, rilasciando piccole quantità di acqua al momento dell’impatto
- il vento solare che rilascia idrogeno alla superficie lunare che reagisce con i minerali presenti portatori di ossigeno, creando idrossile (OH). Questo idrossile potrebbe essere successivamente trasformato in acqua grazie alle radiazioni generate dall’impatto di piccoli corpi celesti con alla superficie della Luna.
La teoria su come possa rimanere immagazzinata l’acqua sulla superficie, potrebbe essere che sia al riparo dalla luce del sole, posta sotto i granelli di terreno lunare, ma ovviamente è tutto da confermare.
Ora SOFIA ha l’obbiettivo di ricercare la presenza di acqua anche in altre zone della superficie lunare, con la speranza che questa scoperta possa rivoluzionare la missione Artemis, che ha l’obiettivo di portare entro il 2024 una donna ed un uomo sulla superficie della Luna.
Jacob Bleacher, chief explorist scientist per Human Exploration and Operations Mission Director della NASA, ha espresso l’importanza della scoperta per i risvolti nella esplorazione spaziale:
L’acqua è una risorsa preziosa, sia per scopi scientifici che per l’uso da parte dei nostri esploratori. Se possiamo usare le risorse sulla Luna, allora possiamo trasportare meno acqua e più attrezzature per consentire nuove scoperte scientifiche.
I dati della scoperta esposti nel dettaglio sono riportati in una pubblicazione nell’ultimo numero di Nature Astronomy, che riporta in aggiunta anche dei dati che potrebbero sottolineare come l’acqua possa essere immagazzinata in piccole zone di ombra, dove la temperatura in superficie potrebbe rimanere stabilmente sotto i 0°C anche se nella zona soleggiata.
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