Perché parlare di vernice su un sito di scienza e tecnologia? Perché l’energia assorbita dagli impianti di climatizzazione incide in media per oltre il 60 % dei consumi degli edifici nel mondo e in un’epoca dove ogni watt conta (dai data-center alle nostre case) una soluzione passiva che taglia i picchi di calore è tecnologia pura, anche se nasce dal… rullo del pittore.

Il problema: il caldo (e l’umidità) che intrappola il calore
Com’è abbastanza noto le problematiche riguardano il caldo e l’umidità ad esso annessa, tanto da rendere praticamente irrespirabile l’aria, ma cosa fa questa curiosa vernice? Ecco:
- Raffreddamento radiativo: le vernici “cool roof” tradizionali riflettono la luce e irradiano calore verso il cielo. Funzionano bene nei deserti aridi, ma crollano in climi umidi (Singapore, Milano in piena estate, molte città costiere italiane).
- Effetto serra locale: il vapore acqueo agisce da “coperchio” e rimanda il calore sul tetto. Risultato? Murature che rimangono roventi e climatizzatori che girano a palla.
La soluzione della vernice “fresca” viene da Singapore
Ricercatori della Nanyang Technological University hanno formulato una vernice cementizia 3-in-1 che unisce:
- Raffreddamento radiativo – riflette ~90 % della luce solare.
- Evaporazione controllata – trattiene microscopiche sacche d’acqua e le rilascia lentamente (come il sudore).
- Riflettanza solare stabile – nanoparticelle e polimeri mantengono il bianco super acceso, perfino dopo due anni di temporali tropicali.
“La chiave è il raffreddamento passivo: meno parti mobili significa meno problemi (e meno kWh)” – Li Hong, co-autore.
Cosa significa questo per un edificio?
Ecco una tabella che mostra cosa vorrebbe dire questo per un edificio, soprattutto in termine di risparmio (e non solo)
Scenario di test | Consumo A/C | Note pratiche |
---|---|---|
Vernice bianca tradizionale | 100 % | Ingiallisce, riflettanza in caduta libera |
Vernice “cool” commerciale | ~85 % | Solo raffreddamento radiativo |
Nuova vernice 3-in-1 | 60-70 % | Taglio del 30-40 % sui kWh |
Oltre la bolletta e meno caldo d’estate
Tutto ciò significa che:
- L’aria condizionata sposta il calore: rinfresca l’interno ma spara aria bollente in strada.
- La vernice disperde infrarossi invisibili: il calore “esce” nell’atmosfera invece di stagnare fra asfalto e cemento.

Tradotto in parole povere: tetti più freddi vuol dire di conseguenza che le strade meno torride, che c’è molto meno smog da ozono, ma soprattutto città più vivibili.
Limiti e prossimi passi
Ovviamente la vernice innovativa non è assolutamente esente da limiti e problematiche:
- Durata reale: due anni di test sono ottimi, ma servono dati decennali (sole mediterraneo, gelo alpino, salsedine).
- Costo e posa: una mano di rullo non basta; occorre un primer cementizio ad hoc.
- Scale-up industriale: la produzione dovrà essere competitiva con le vernici cool-roof già in commercio.

Perché può cambiare le carte in tavola questa vernice prodigiosa?
L’arte suprema della guerra è quella di sottomettere il nemico senza combattere.
“L’arte della guerra”, Sun Tzu
Qui il “nemico” è il carico termico, pertanto se lo abbatti prima che entri in casa, non devi combatterlo con compressori energivori ed è strategia pura: vinci risparmiando risorse.
Conclusione
In sintesi:
- Verde non è solo un colore: un tetto bianco high-tech può fare più di un impianto FV piccolo.
- Open-source mentality: i ricercatori puntano a licenze e collaborazioni globali – potremmo vedere versioni “forkate” per climi continentali o per facciate di data-center.