I social sono uno spazio dove si possono trovare i più disparati contenuti e che hanno dato la possibilità a diverse persone di poter creare dei nuovi lavori da cui generare del reddito. Le figure più note che utilizzano i social media sono gli influencer, ma in questi ultimi anni hanno preso piede gli UGC, ossia i creators di contenuti generati dagli utenti, diventando una componente essenziale nelle strategie di marketing delle aziende. In questa guida approfondiremo che cosa si intende con user generated content e come muovere i primi passi in questo mondo.
Cos’è l’User-Generated Content (UGC)?
Quando si parla di user generated content (UGC) si fa riferimento a un qualsiasi tipo di contenuto che è generato da un normale consumatore di un determinato prodotto oppure servizio. Si distingue infatti chi lavora come influencer e chi lavora come UGC, visto che i primi vanno a promuovere dei prodotti in modo tale da farli conoscere ai loro stessi follower, mentre i secondi realizzano dei contenuti che saranno utilizzati sulle piattaforme dei brand.
Questi contenuti possono essere realizzati sotto diverse forme come per esempio:
- Testimonianze e recensioni: si tratta quindi di un testo scritto che può essere caricato sul sito stesso del brand, oppure su altre piattaforme di e–commerce o sui social media;
- Fotografie e video: solitamente utilizzate sui social, permettono di mostrare a livello pratico come si utilizza il prodotto o servizio e quali benefici può apportare nella quotidianità di una persona;
- Blog e articoli: si tratta di un contenuto più approfondito, che può essere pubblicato e integrato su un blog personale.
I benefici di una strategia UGC: perché un brand li dovrebbe scegliere
Sempre più persone si affidano alle recensioni prima di acquistare un prodotto, dato che online non è possibile poterlo vedere fisicamente e di conseguenza valutare i diversi aspetti che lo costituiscono. Avere quindi un feedback reale ed effettivo da parte di un’altra persona può essere quell’incentivo che porta all’acquisto. È un po’ come chiedere a un amico o a un parente che hanno già provato un determinato prodotto che cosa ne pensano, se lo consigliano oppure no.
Per un brand quindi avere una recensione sincera e autentica è un valore aggiunto per la sua autorevolezza e per le campagne di marketing che deciderà di mettere in atto. Infatti, più un consumatore vede persone reali che utilizzano un determinato prodotto e più è incline a fidarsi di quel marchio. Dall’altro lato, per un brand è anche meno costoso pagare un UGC piuttosto che un influencer e di conseguenza si possono ottenere due benefici in uno.
L’altro lato dell’UGC: iniziare a lavorare in questo ambito
Nel caso in cui si desiderasse iniziare a lavorare come UGC bisogna sapere che non basta effettuare alcune riprese e caricarle online. Infatti, dietro a questo lavoro vi sono diverse competenze e conoscenze, che possono essere apprese tramite dei corsi oppure in autonomia. Vediamo assieme step per step come potere iniziare questa carriera.
Per poter iniziare a lavorare con UGC bisogna fare esperienza e si può iniziare realizzando diversi video di prodotti che si trovano tranquillamente in casa. In questo modo si può capire quali sono le riprese che funzionano e quelle che invece non sono troppo convincenti, e al tempo stesso si può iniziare a creare un proprio stile. Quello che è fondamentale, infatti, non è solo parlare delle caratteristiche del prodotto, ma anche trasmettere la propria autenticità e la proprio personalità.
Dall’altro lato, in questo modo è possibile andare a realizzare almeno 8 o 12 contenuti che possono essere inseriti nel portfolio, ossia l’insieme dei propri lavori che possono essere mostrati a un brand quando si è in fase di trattativa per essere scelti come UGC e concludere quindi una collaborazione. Il proprio portfolio può essere realizzato molto semplicemente su Canva e nel caso in cui non si fosse così pratici di grafica, online si possono trovare già dei modelli pronti da personalizzare.
Per poter lavorare come creator sono necessari alcuni strumenti che si possono trovare su Amazon anche senza spendere troppo. Innanzitutto, non serve acquistare delle macchine fotografiche, visto che le riprese possano essere fatte tranquillamente con il proprio cellulare. Che si tratti di un iPhone o di un Android, gli smartphone oggi permettono di registrare con una risoluzione fino a 4K.
Tra gli investimenti che servono all’inizio vi sono il treppiede e un microfono: il primo dà la possibilità di realizzare delle riprese stabili, in modo tale che il video siano professionali e di qualità, mentre il secondo consente di ottenere una qualità audio cristallina, senza rumori di sottofondo o altri disturbi.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è l’illuminazione: su Amazon si possono acquistare delle ring light che permettono di regolare la luce a diversa intensità. In verità, l’ideale sarebbe affidarsi alla luce naturale del sole, visto che in questo modo si possono tenere delle riprese molto più nitide e definite, oltre che belle da vedere.
Con l’attrezzatura necessaria alcune nozioni di base si può iniziare a fare pratica e il modo ideale per capire come strutturare i propri video è osservare ciò che pubblicano sui social le creator UGC con più esperienza, così da familiarizzare con i termini del settore e con le tipologie di video esistenti.
Infatti, prima di proporsi ai brand, è necessario conoscere almeno alcuni termini come per esempio i seguenti:
- Script: si tratta della sceneggiatura del video, che comprende sia le riprese che dovranno essere realizzate sia il testo da scrivere come caption, descrizione all’interno del video stesso oppure da realizzare come parlato;
- Voice over: si fa riferimento alla voce fuori campo che accompagna un video;
- Hook: tradotto “gancio” in italiano, si tratta dell’inizio del video e deve essere coinvolgente al punto tale da catturare l’attenzione dello spettatore e portarlo a continuare con la visione del video stesso. Si può trattare di un gancio visivo, sonoro o di una breve frase accattivante;
- CTA: la call to action si trova generalmente alla fine del contenuto e si tratta di un invito all’azione, che indica agli spettatori che cosa fare. Solitamente le più utilizzate richiedono di lasciare un like, scrivere un commento, salvare il post, oppure visitare il sito web per acquistare il prodotto o servizio;
- Gifted: una collaborazione gifted prevede l’invio da parte del brand del prodotto senza che vi stia dietro un compenso. Il creator realizza quindi un post che viene utilizzato dal brand in maniera organica sulla sua pagina social;
- Video organico: sono tutti quei contenuti che vengono pubblicati sui social gratuitamente, senza che quindi vengano sponsorizzati con una campagna a pagamento;
- Adv rights: nel caso in cui venisse richiesto di realizzare dei contenuti che verranno utilizzati dal brand per una campagna di marketing, entrano in gioco le Adv rights, ossia i diritti pubblicitari e si tratta di un corrispettivo che deve essere pagato al creator per ogni mese in cui il video verrà utilizzato per le sponsorizzate. Solitamente corrisponde al 30 % del prezzo base del video;
- Raw footage: si fa riferimento alle clip che vengono registrate senza essere editate e in genere vengono pagate il 50 % del prezzo base del video;
- B-roll: si tratta di tutti quei filmati che non fanno parte della ripresa principale, ma che possono essere utilizzati per rendere il video dinamico, coinvolgente e interessante.
Dopo aver preso familiarità con tutti questi termini i concetti, bisogna anche sapere quali tipologie di video esistono. Quello che bisogna ricordare è che i video in stile aesthetic non sono video UGC: si possono comunque realizzare delle riprese del genere da inserire all’interno del video in modo da donare dinamicità, ma un video interamente aesthetic non ha i fini promozionali che servono per questo genere di contenuto.
Tra le diverse tipologie di video UGC esistono i seguenti:
- Unboxing: si mostra l’apertura di un prodotto e le prime impressioni che si hanno su di esso. Si tratta di un genere di video popolare che crea curiosità, ma non è troppo richiesto dai brand;
- Prima e dopo: si può mostrare qual è l’effetto del prodotto utilizzato, per esempio come sono i capelli prima di seguire una certa beauty routine oppure la resa di una crema sul viso;
- Tutorial e how to: si spiega come utilizzare un diverso prodotto oppure servizio, seguendo passo dopo passo tutti gli step necessari per ottenere il risultato finale;
- Testimonianze: in questo caso si racconta la propria esperienza positiva sottolineando come è stato in grado di soddisfare le proprie esigenze e risolvere i propri problemi.
Come anticipato, realizzare un video come user generated content creator non è solo una questione di riprendere casualmente un prodotto, ma bisogna avere alcune accortezze quando si realizzano i video. Innanzitutto, per poter avere delle riprese ottimali l’ideale è pianificarle in anticipo, pensando quindi a quale sia il contenuto del video e a uno script, in modo tale da coprire tutti i punti chiave e non dimenticare nulla.
L’ideale poi è la realizzazione delle riprese con uno sfondo pulito, ordinato e che permetta di focalizzarsi soprattutto sul prodotto. Vanno quindi evitati sfondi disordinati, con accumuli di vestiti o pile di fogli e libri. Quello che basta può essere per esempio un tavolo con una superficie liscia e pulita o anche semplicemente un muro bianco. Se è possibile è meglio utilizzare la luce naturale e di conseguenza è meglio fare le riprese vicino alle finestre e durante le ore diurne. Prima di cominciare a registrare, è meglio sempre pulire con un panno morbido la fotocamera del cellulare.
Dopo aver registrato tutte le varie clip, si passa la fase del montaggio e l’applicazione che viene maggiormente utilizzata in questi casi è Capcut, di cui esiste una versione gratuita che permette di utilizzare diverse funzioni e poi in quella a pagamento che è più completa. Per montare le clip basterà caricarle sull’applicazione e iniziare a rimuovere tutte le parti indesiderate e unire le altre in una sequenza fluida e al tempo stesso dinamica.
Si può aggiungere anche un testo e importare un audio che è stato registrato con la propria voce. L’ideale sarebbe evitare di usare troppi filtri o effetti, visto che in questo caso si andrebbe ad alterare il risultato finale e non sarebbe più un video effettivamente autentico. Infine, dopo aver concluso il proprio lavoro si può esportare il video scegliendo la risoluzione desiderata e dopodiché lo si potrà utilizzare per i social.
Il contatto con i Brand: come approcciarsi e concludere una collaborazione UGC
Soprattutto quando si è all’inizio bisognerà dedicare molto tempo al pitching, ossia a contattare attivamente i brand. Quello che si può fare è cercarli sui social e, prima di mandare un messaggio diretto, controllare sul sito se abbiano un’email dedicata al marketing. In caso contrario si può quindi scrivere in DM per proporsi come creator.
L’importante è personalizzare qualsiasi messaggio o email che si mandi al brand, scrivendo innanzitutto “ciao/buongiorno nome brand”, per poi presentarsi brevemente e parlare di alcune idee interessanti per realizzare dei contenuti sul loro prodotto o servizio. Nel caso in cui si decida di inviare un’email, è fondamentale evitare di inserire allegati oppure link la prima volta, visto che altrimenti si rischia che i server indirizzino quell’email nella cartella dello spam e le possibilità di essere notati quindi si riducono notevolmente.
Se il brand si dovesse mostrare interessato si può iniziare con la trattativa, in cui bisogna definire chiaramente la tipologia di video che è richiesta e per quale prodotto o servizio, la lunghezza del video, le tempistiche in cui consegnare il video ultimato, un’eventuale compenso o se si tratta di una collaborazione gifted, e tutti quegli altri dettagli che possono essere fondamentali per accordarsi.
In genere nelle collaborazioni gifted non è presente un contratto, mentre nelle paid, ossia pagate, sarebbe meglio tutelarsi. Su Internet si possono trovare tantissimi modelli di contratti UGC acquistabili, e bisogna prestare attenzione a scegliere i modelli italiani e non stranieri, visto che a livello legale tra uno stato e l’altro vi possono essere molte differenze.
A questo punto si può procedere con la realizzazione del video ed è importante ricordare che il creator non deve pagare assolutamente nulla riguardo al prodotto spedito. Infatti, se un brand dovesse far pagare al creator le spese di spedizione, è molto probabile che si tratti di una truffa. Dopo aver realizzato il video l’ideale sarebbe inviarlo al brand con un watermark, ossia la filigrana, in modo tale che il brand possa prendere visione del video e vedere se vi sono alcune modifiche da effettuare oppure lo accetti così com’è. Il brand procederà al pagamento e, solo quando sarà stato ricevuto, si potrà mandare il video senza il watermark.
Oltre a contattare direttamente i brand o essere contattati dal loro team di marketing, esistono anche delle piattaforme UGC che fanno da tramite tra brand e creator e le più conosciute sono Speekly, Skeepers e Fiverr. Nel caso in cui si volesse iniziare a lavorare in questo ambito bisogna anche avere delle basi abbastanza forti di marketing e in social media managment, in modo tale da poter comprendere quali siano le strategie migliori per realizzare un video che non sia solo bello da vedere, ma che converta anche le visualizzazioni in vendite.
E tu cosa ne pensi di questo lavoro così creativo?