I ricercatori del Cnr-Irgb, della University of Otago e dell’AustralianNational University hanno portato avanti un’importante scoperta che interessa i tumori coesina-mutati e che potrebbe aprire nuove significative strade nel campo dell’oncologia.
Lo studio è stato pubblicato su eLife.
Tumori coesina-mutati: cosa dice la ricerca
In diverse neoplasie si rintracciano spesso mutazioni che interessano geni che codificano per il complesso proteico chiamato coesina. Si tratta di una proteina che contribuisce ad una corretta divisione cellulare. Nel momento in cui questa sua funzione si altera, però, la cellula si destabilizza e inizia a replicarsi in modo incontrollato fino a mutare in una cellula tumorale.
Gli studiosi, hanno osservato l’efficacia di 3.009 composti chimici nell’inibire lo sviluppo delle cellule tumorali con mutazioni a carico della coesina. Dallo screening di queste sostanze è stato evidenziato che il composto LY2090314 agisce inibendo la via di signaling intracellulare di Wnt determinando un’efficace riduzione della crescita cellulare. Un risultato sorprendente, se si pensa che la coesina rientra in questa via di segnale.
Secondo l’Airtum in collaborazione con l’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), si stima che in Italia nel 2020 siano stati diagnosticati circa 1.030 nuovi casi di tumore. Secondo la Fondazione Veronesi, in questo momento di pandemia solo un paziente oncologico su 100 è stato contagiato, ma 1 paziente oncologico su 3 ha perso la vita, dopo essere entrato in contatto col covid. Numeri che confermano «come ci si trovi di fronte a persone fragili, in caso di contagio», conclude Aschele. Ragion per cui, «i pazienti oncologici vanno ulteriormente protetti, in questa fase. Ma a loro possiamo dare anche una buona notizia: la pandemia non è sufficiente a indicare il rinvio di trattamenti in grado di salvare la vita».