La caccia agli esopianeti, della quale vedrai la top 5 più avanti, è uno dei campi più dinamici dell’astrofisica moderna: grazie a telescopi come Kepler, TESS e al contributo dello James Webb, oggi conosciamo più di 6000 pianeti extrasolari, ma solo una piccola frazione di questi mondi ricade nella zona abitabile, dove le temperature potrebbero teoricamente permettere l’esistenza di acqua liquida in superficie.
Fra i tanti candidati, alcuni spiccano più di altri, per parametri fisici, distanza dalla stella o somiglianza alla Terra. Ecco la nostra Top 5 dei pianeti più promettenti.
Ecco la top 5 degli esopianeti potenzialmente abitabili
Iniziamo con questa magica avventura degli esopianeti potenzialmente abitabili.
5. Kepler-442b: la “super-Terra” equilibrata
Caratteristiche:
- Distanza dalla Terra: ~1.200 anni luce
- Stella madre: nana arancione (K-type)
- Massa stimata: 2,3 volte la Terra

Kepler-442b è uno dei candidati più convincenti del catalogo Kepler. La sua stella è più fredda del nostro Sole, il che prolunga la vita del sistema e riduce i rischi legati ai brillamenti e secondo modelli recenti, Kepler-442b riceve abbastanza radiazione da sostenere una fotosintesi simile alla nostra e se possedesse un’atmosfera densa, potrebbe mantenere temperature temperate e oceani stabili.
4. TRAPPIST-1e: Il favorito del sistema TRAPPIST
Caratteristiche:
- Distanza: 39 anni luce
- Stella madre: nana ultrafredda M8
- Caratteristiche: densità simile alla Terra, probabile nucleo ferroso

Il sistema TRAPPIST-1 è diventato subito iconico: sette pianeti terrestri, tre dei quali nella zona abitabile. Tra questi, TRAPPIST-1e è quello che più assomiglia alla Terra per densità e quantità stimata di acqua.
Lo svantaggio è la stella: molto piccola e soggetta a brillamenti, ma i dati JWST suggeriscono che TRAPPIST-1e potrebbe comunque trattenere un’atmosfera sottile. È uno dei target principali per lo studio dell’abitabilità reale, oltre la semplice teoria.
3. LHS 1140b: il gigante tranquillo
Caratteristiche:
- Distanza: 49 anni luce
- Tipo: super-Terra, forse un mondo oceanico
- Orbita: nella zona abitabile ottimale

LHS 1140b è molto più massiccio della Terra, ma la sua stella (una nana rossa calma, con pochissimi brillamenti) ne fa uno dei pianeti più stabili dell’elenco; una delle ipotesi più suggestive è che sia un mondo oceanico, interamente ricoperto da un mare profondo: uno scenario compatibile con un’atmosfera ricca di vapore.
Il JWST è attualmente impegnato proprio nell’osservazione di questo pianeta: nei prossimi anni potremmo ottenere prove dirette dell’esistenza di acqua liquida.
2. Kepler-452b, “il cugino” maggiore della Terra
Caratteristiche:
- Distanza: ~1.400 anni luce
- Tipo: super-Terra in orbita attorno a una stella simile al Sole

Kepler-452b è stato soprannominato “Earth’s cousin” perché orbita attorno a una stella quasi identica al nostro Sole, e a una distanza vicinissima all’orbita terrestre. È più grande della Terra (circa 1,6 volte), ma riceve una quantità di luce molto simile alla nostra.
L’incognita è la sua massa: se fosse troppo elevata, potrebbe essere un mini-Nettuno e non un pianeta roccioso e nonostante i dubbi, resta uno dei candidati più iconici nella ricerca di mondi abitabili.
1. Proxima Centauri b: Il vicino più affascinante (e problematico)
Caratteristiche:
- Distanza: 4,24 anni luce
- Stella madre: Proxima Centauri, nana rossa attiva
- Perché è speciale: è dietro l’angolo

Proxima b ha una massa simile a quella terrestre e orbita nella zona abitabile della stella più vicina al Sole; è quindi il miglior candidato per missioni future dedicate all’analisi diretta dell’atmosfera.
Il rovescio della medaglia? La stella è estremamente turbolenta: forti radiazioni e brillamenti potrebbero aver spazzato via l’atmosfera del pianeta.
Nonostante questo, resta l’esopianeta numero uno nella classifica delle priorità scientifiche: se c’è anche solo una minima chance di trovare vita, qui è dove andremo a cercarla per primi.
Conclusione
Parlare di pianeti “abitabili” non significa garantire che possano ospitare vita: vuol dire solo che presentano condizioni plausibili, sulla base della fisica nota. Tuttavia, grazie agli strumenti moderni, stiamo passando dalla pura ipotesi alla verifica diretta: atmosfere, composizioni, presenza di acqua.
Il prossimo passo? Analizzare la luce di questi mondi con telescopi ancora più potenti e capire se, da qualche parte là fuori, esiste davvero un’altra “Terra”.