I ricercatori del Biorobotics Lab della School of Computer Science’s Robotics Institute della Carnegie Mellon University hanno sviluppato Snakebot, un robot che ricorda un serpente, capace di stare in acqua. La sua funzione sarà quella di ispezionare navi, sottomarini e infrastrutture sottomarine per rilevare eventuali danni.
“Possiamo andare dove altri robot non possono”, ha spiegato Howie Choset, professore di informatica. “Snakebot può serpeggiare e infilarsi in spazi sottomarini difficili da raggiungere“, hanno aggiunto Choset e Matt Travers, co-direttori del Biorobotics Lab.
Il progetto ha lo scopo di aiutare il Dipartimento della Difesa con l’ispezione di navi, sottomarini e altre infrastrutture sottomarine per visionare i danni o come coadiuvare nella manutenzione ordinaria, ha dichiarato Matt Fischer, responsabile del programma presso l’Istituto Advanced Robotics for Manufacturing (ARM).
Snakebot: più veloce e più economico dei mezzi tradizionali
Un serpente robot sommergibile permetterebbe alla Marina di monitorare le navi in mare, allertando immediatamente l’equipaggio in caso di danni critici o inviando informazioni su questioni che richiedono attenzione al porto per essere utilizzate quando la nave attracca.
Per esercitare queste funzioni, l’esercito utilizza normalmente una squadra di subacquei, deve attendere che ritorni in porto trascinandola in un bacino di carenaggio: tutte queste operazion richiedono tempo e denaro: “Se riescono a ottenere queste informazioni prima che la nave entri in un porto o in un bacino di carenaggio, si risparmiano settimane o mesi di tempo in un programma di manutenzione“, afferma Fischer, che ha prestato servizio nella Marina per tre anni. “E a sua volta, questo consente di risparmiare denaro”.
Oltre all’utilizzo che potrete farne l’esercito, Snakebot potrebbe essere utilizzato per ispezionare e mantenere qualsiasi sistema che prevede l’utilizzo di bacini d’acqua, afferma Nate Shoemaker-Trejo, un ingegnere meccanico e meccatronico del Biorobotics Lab che lavora al progetto: “Le caratteristiche distintive del robot sono la forma e la flessibilità. Le versioni più piccole dei normali sommergibili sono generalmente composte a blocchi e in un unico pezzo. Il serpente robot è stretto e articolato“, afferma Shoemaker-Trejo. “Il risultato finale è che un serpente robot sottomarino può infilarsi dietro gli angoli e in piccoli spazi dove i normali sommergibili non possono andare“.
Il design modulare del robot infatti gli consente di adattarsi a diversi compiti, che si tratti di raggiungere spazi ristretti sotto le macerie, arrampicarsi su un albero o strisciare dietro un angolo sott’acqua. Per il robot, il team ha utilizzato moduli stagni esistenti che consentono alla macchina di funzionare anche in condizioni ostili. Hanno quindi aggiunto nuovi moduli contenenti le turbine e i propulsori necessari per poterlo manovrare sott’acqua.