Una spedizione subacquea effettuata da parte di un team della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) ha permesso di scoprire una nuova specie di ctenoforo, altrimenti detto “pettine di mare”; l’avvistamento è avvenuto a 4 km di profondità delle acque di Porto Rico, in un profondo canyon.
La creatura è stata nominata Duobrachium sparksae ed è stata classificata come una nuova specie di ctenophori: queste creature della grandezza di pochi centimetri e di cui si conoscono un centinaio di specie, sono in prevalenza predatori carnivori o filtratori planctonici, caratterizzati da un corpo trasparente – talvolta iridescente o fosforescente – quasi interamente costituito d’acqua.
La maggior parte degli Ctenofori è dotata di due lunghi tentacoli completamente retraibili in due tasche interne del corpo. Ogni tentacolo è provvisto di filamenti secondari, ciascuno dei quali è munito di particolari cellule adesive, dette colloblasti. Grazie a queste cellule, essi riescono a catturare piccoli organismi (copepodi e larve di invertebrati) estendendo i tentacoli come una sorta di lenza. Una volta avvenuta la cattura il cibo viene portato alla bocca, posta sull’estremità inferiore del corpo.
Gli Ctenofori sono organismi aprocti. La bocca è collegata, tramite una faringe, ad uno stomaco centrale dal quale si dipartono 2 canali orizzontali. Ogni canale si evolve poi in 4 canali meridiani che si allungano longitudinalmente in corrispondenza delle 8 bande ciliate. Questa cavità articolata ha sia funzione digestiva che vascolare, come per gli Cnidari. La conformazione di questa cavità gastrovascolare conferisce all’animale una simmetria bilaterale doppia: il corpo può essere diviso in due metà speculari da due piani di simmetria, ortogonali tra loro ma non equivalenti. [Fonte: Wikipedia]
Una nuova specie di ctenoforo: com’è avvenuta la scoperta
Grazie all’utilizzo del Deep Discoverer, un veicolo telecomandato, venne registrato un video ad alta definizione della nuova specie di ctenoforo già durante un’immersione avvenuta nel 2015 al largo della costa di Porto Rico. Gli scienziati della NOAA Fisheries Mike Ford e Allen Collins, che in quel momento lavoravano in superficie, capirono che si trattava di una creatura sconosciuta. Questa esplorazione segnò la prima volta nell’utilizzo da parte degli scienziati di video ad alta definizione per descrivere e annotare le nuove scoperte.
Il Deep Discoverer è un veicolo comandato a distanza, che non può trasportare passeggeri, ed è in grado di immergersi a profondità di 6.000 metri; offre quindi agli scienziati un accesso senza precedenti alle profondità dell’oceano. La caratteristica principale di Deep Discoverer è la capacità di catturare video ad alta definizione, con la fotocamera principale del veicolo in grado di ingrandire un organismo lungo dai 5 ai 7 centimetri da più di 3 metri di distanza. Le molteplici luci LED del Deep Discoverer forniscono 150.000 lumen di luce, illuminando le profondità altrimenti impenetrabili dell’oceano.
Deep Discoverer è anche in grado di raccogliere campioni sia biologici che geologici grazie ai sui bracci meccanici e vi sono installati anche una varietà di sensori che possono misurare parametri come salinità, temperatura dell’acqua, profondità e ossigeno disciolto, fornendo ulteriori informazioni sull’ambiente oceanico profondo.
Com’è fatto il nuovo ctenoforo?
La forma particolare della creatura ha subito incuriosito gli scienziati: Mike Ford, uno del team della NOAA, ha affermato: “Si muove come un palloncino ad aria calda, ma legato a due filamenti che lo mantengono ad un’altitudine costante sul fondale marino.” Ecco il video.
Collins, un altro scienziato, esprime così il risultato della scoperta: “È unico perché siamo stati in grado di descrivere una nuova specie basata interamente su video ad alta definizione. Le telecamere del robot Deep Discoverer sono in grado di ottenere immagini ad alta risoluzione e misurare strutture inferiori a un millimetro. Non abbiamo gli stessi microscopi che avremmo in un laboratorio, ma il video può darci informazioni sufficienti per comprendere la morfologia in dettaglio, come la posizione delle loro parti riproduttive e altri aspetti.”
E continua, riferendosi alla prima esplorazione del 2015: “All’epoca non avevamo capacità di raccolta dei campioni sul ROV. Anche se avessimo l’attrezzatura, ci sarebbe stato pochissimo tempo per processare l’animale perché gli animali gelatinosi non si conservano molto bene; i ctenofori sono persino peggiori delle meduse in questo senso. Il video e la fotografia di alta qualità sono stati fondamentali per descrivere questa nuova specie.”