Il sogno di Elon Musk di riempire le strade con milioni di robotaxi entro il 2026 sta prendendo una piega sempre più… ottimistica, diciamo così.
Secondo un’analisi appena pubblicata da HSBC, i veicoli a guida autonoma usati come taxi non solo sarebbero lontani anni luce dalla redditività, ma potrebbero diventare una voragine economica per almeno altri 7-8 anni dopo il lancio. E questo nella migliore delle ipotesi.
Robotaxi: troppa fiducia, pochi conti
La nota di HSBC, citata da Business Insider, è piuttosto netta: “Il mercato delle auto autonome è ampiamente sopravvalutato.”
La lista delle spese “dimenticate” fa riflettere:
- parcheggi
- ricariche
- pulizie
- operatori umani da remoto (per quando l’IA non se la cava da sola)
Tutti costi ricorrenti che mangiano i margini, già sottilissimi, di un servizio che sulla carta doveva rivoluzionare il settore della mobilità.
Tesla vs realtà

È l’ennesimo campanello d’allarme contro le promesse iperboliche di Musk, che da più di dieci anni ripete che “l’anno prossimo” sarà quello buono per la guida autonoma completa. Spoiler: non lo è mai.
E anche se Tesla riuscisse miracolosamente a lanciare la sua flotta di robotaxi, HSBC stima che ci vorranno otto anni prima che l’operazione vada in pari.
Waymo, stesso sogno, stesso disastro
Tesla non è sola. Anche Waymo (Alphabet/Google) brucia miliardi all’anno con il suo servizio di ride-hailing autonomo. Nessuno, per ora, è riuscito a trasformare l’idea in un modello di business sostenibile.
E i problemi non sono solo economici:
- normative ancora tutte da scrivere
- hardware da aggiornare (Musk ha ammesso che le Tesla prodotte prima del 2023 hanno bisogno di un computer tutto nuovo)
- mercati in flessione (negli USA, in Europa e in Cina le vendite EV stanno calando)
Fantascienza o flop annunciato?
C’è una discrepanza sempre più netta tra l’ambizione (ai limiti della megalomania) e la realtà operativa. Musk parla di decine di trilioni di dollari in potenziale valore di mercato. HSBC risponde: “forse fra un decennio, e se tutto va bene.”
Nel frattempo, gli investitori continuano a pompare denaro in un’azienda dal valore vicino a 1 trilione, ma che non riesce a vendere abbastanza auto e si ritrova a gestire un’immagine pubblica sempre più compromessa dai flirt politici del suo CEO.
Chi vincerà questa corsa? Forse nessuno. Ma una cosa è certa: il robotaxi, per ora, è più vicino a essere un buco nero finanziario che una miniera d’oro.
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