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Lettura: I recruiter sommersi da CV generati dall’IA: bassa qualità e alta frustrazione
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NotiziaIntelligenza Artificiale

I recruiter sommersi da CV generati dall’IA: bassa qualità e alta frustrazione

I recruiter sono sopraffatti da CV generati dall'IA, spesso scadenti e generici. Scopri perché l'IA potrebbe non essere la soluzione migliore per candidarsi

Massimo 10 mesi fa Commenta! 3
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Hai mai immaginato di inviare un curriculum che non solo non colpisce, ma addirittura irrita il selezionatore? Con l’aumento dell’uso di strumenti di intelligenza artificiale come ChatGPT di OpenAI o Gemini di Google, questa è diventata una realtà comune per molti datori di lavoro e recruiter. Secondo un rapporto del Financial Times, circa la metà dei candidati utilizza l’IA per generare lettere di presentazione, curriculum e compilare moduli di valutazione per le candidature. Tuttavia, questi documenti spesso risultano scritti male e privi di personalità, creando un vero incubo per chi deve selezionare il personale.

Contenuti di questo articolo
Un problema crescenteLa qualità contaL’IA non è la soluzione magica
Recruiter - intelligenza artificiale sovrumana

Un problema crescente

Le aziende e i recruiter stanno vedendo un aumento del volume di candidature, ma la qualità di queste è drasticamente diminuita. Khyati Sundaram, CEO del sito di reclutamento Applied, ha dichiarato al Financial Times: “Stiamo sicuramente vedendo un volume più alto e una qualità più bassa, il che rende più difficile il processo di selezione.” Molti candidati copiano e incollano risposte generate dall’IA direttamente nelle loro domande di lavoro, senza alcuna modifica o personalizzazione.

La qualità conta

Victoria McLean, CEO della società di consulenza professionale CityCV, sottolinea che senza una corretta revisione, il linguaggio utilizzato nei CV generati dall’IA è spesso goffo e generico, facilmente individuabile dai manager delle assunzioni. Un buon curriculum dovrebbe riflettere la personalità, le passioni e la storia del candidato, aspetti che l’IA non riesce a catturare. Di conseguenza, i datori di lavoro potrebbero dover fare affidamento su interviste in persona per valutare meglio i candidati.

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L’IA non è la soluzione magica

Mentre alcuni pensano che l’IA possa facilitare il processo di ricerca del lavoro, la realtà è che spesso complica ulteriormente il compito dei selezionatori. Secondo un sondaggio recente di UpWork, il 77% dei lavoratori che ha utilizzato l’IA ritiene che la tecnologia ostacoli la produttività anziché migliorarla. Questo dimostra che, nonostante l’IA venga presentata come una soluzione rivoluzionaria, non è sempre la risposta ideale.

L’uso crescente dell’IA nella creazione di CV ha portato a un aumento di documenti generici e privi di personalità, rendendo il lavoro dei recruiter più difficile. È chiaro che l’intelligenza artificiale non può sostituire l’importanza di un tocco personale e di una revisione attenta. Se stai cercando lavoro, ricordati di dedicare tempo a personalizzare i tuoi documenti e a far emergere chi sei davvero. Solo così potrai distinguerti in un mare di candidature sempre più omologate

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