Qualcomm si sà, è un gigante senza se e senza ma, Nvidia dal canto suo è dal 2019 interessata all’affare, arrivando anche a promettere di non interferire nel processo gestionale e produttivo, della catena di comando ARM, rispettando qualunque scelta ARM si appresti a fare.
Purtroppo il concordato di acquisizione con fusione per ARM, che ha sede a Cambridge, sta affrontando un fermo amministrativo di controllo da parte dei revisionatori, un’indagine preposta dagli organi di sicurezza nazionale sulla concorrenza leale del Regno Unito, molto simile al Golden Power usato da Draghi per bloccare le acquisizioni dei produttori di chip coassiali nel nostro paese.
L’appena nominato Amministratore delegato di Qualcomm, Cristiamo Amon, subentrato al ritiro dell’ex CEO Steve Mollenkopf, aveva già fiutato il sangue dalla ferita di ARM, che sotto la gestione di Softbank, aveva mirato fino ad adesso, alla sola sopravvivenza e forse anche un po’ in malafede, attendendo qualcuno che fosse subentrato per un po’ più di una pagnotta di pane.
Ed Ecco che Amon appare dopo che Nvidia ha offerto 40 miliardi, facendo partire il sordido gioco del rialzo dalle retrovie, facendo leva sul comitato esecutivo con i suoi soci pronti a versare molto di più di Nvidia, almeno sulla carta.
La pressione ai vertici potrebbe creare un certo squilibrio di potere, infatti se Nvidia riuscisse ad accaparrarsi ARM, potrebbe controllare un mercato di dimensioni più vaste, e diventare de facto, un concorrente di Qualcomm, quando fino ad ora non si erano mai pestati i piedi.
Qualcomm gioca all’eminenza grigia con ARM
Cristiano Amon di Qualcomm si slaccia col Telegraph sulla vicenda: “Se esce da Softbank ed entra in un processo per diventare una società quotata in borsa, con un consorzio di aziende che investono, inclusi molti dei suoi clienti, penso che queste siano grandi possibilità. Saremo sicuramente aperti e abbiamo avuto discussioni con altre aziende che la pensano allo stesso modo”
C’è da dire che tra gli interessati all’acquisizione oltre Qualcomm, due nomi aleggiano sopra gli altri, Tesla e Amazon, Tesla soprattutto visto al momento la carenza di chip è tale che sarebbero disposti a cercarli anche al centro della terra se fosse necessario.
Secondo fonti interne, Nvidia si sarebbe dimostrata alquanto preoccupata della possibilità di mettere ARM all’offerta pubblica, in quanto potrebbe ostacolare il suo naturale sviluppo, forse sotto intendendo un possibile smembramento se finisse nelle mani di altri offerenti.
Google e Microsoft invece avrebbero avanzato altri tipi di turbamento, come quello più realistico della perdita di indipendenza di ARM, che se finisse in mano ad Nvidia o Qualcomm, potrebbe ostacolare la concorrenza controllando fette di mercato che non gli sono mai state di competenza, ed è esattamente la stessa cosa che ha pensato il governo britannico, oltre che a preoccuparsi della perdita di un’azienda che fino ad oggi è stata britannica, per finire in mano ad aziende straniere. Tra l’altro lo spettro della Brexit e del totale isolazionismo dal protettorato europeo, spaventa quasi il doppio adesso.
ARM principalmente si è occupata di progettazione di chip per smartphone e altri dispositivi intelligenti, ed è quotata dal 2016 quando fu acquisita da Softbank per 24 miliardi di sterline. Dopo gli accordi iniziali Nvidia si è sempre mantenuta sulla linea di lasciare ARM nel Regno Unito, e la sua licenza neutrale.
Un portavoce di Nvidia ha dichiarato: “Per crescere e soddisfare le esigenze dell’era dell’IA, Arm ha bisogno di molto più di un’IPO. Arm ha bisogno di un’infusione di nuova tecnologia che possa fornire ai licenziatari Arm ovunque, motivo per cui ci siamo fatti avanti e abbiamo deciso di acquistare Arm. Le nostre tecnologie e quelle di Qualcomm sono altamente complementari: saremmo lieti dell’aiuto di Qualcomm nella creazione di nuove tecnologie e prodotti per l’intero ecosistema Arm“.