Chi ha avuto modo di conoscere Piero Angela, sa bene che il dispiacere e le parole di cordoglio di queste ore non sono affatto retoriche. Piero negli anni è stato uno di quei personaggi pubblici che si è meritato il bene ed il rispetto di chiunque gli fosse vicino, o di chi vi interagiva solo da dietro uno schermo televisivo.
Non solo un divulgatore scientifico, ma anche un uomo di una cultura a tutto tondo, delicato e raffinato nei modi, figlio di una scuola di altri tempi, ma amato anche dalla nuova generazione. Seppur lontano dalla vita dei social la sua era una presenza forte, un faro analogico che non si è mai spento.
Piero Angela ha trasformato la televisione, è un dato di fatto, come ha anche trasformato la percezione della scienza nella massa, come meglio descrisse lui stesso «Il mio linguaggio sta dalla parte del pubblico, i contenuti dalla parte degli scienziati».
Seguendo le orme di Einstein “Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna”, ha introdotto nelle nostre case concetti molto complessi, stimolando la nostra curiosità e nello stesso tempo arricchendo anche lui stesso il suo bagaglio, che in 70 anni di carriera non ha mai cessato di colmarsi.
Piero Angela: una vita al servizio della razionalità
Figlio di un medico antifascista e dedito alla razionalità, prese da suo padre il dono della capacità logica, dalla scuola classica il metodo e dalla musica la passione. Piemontese orgogliosissimo, ma anche grande viaggiatore, come i grandi, capace di seguire le proprie passioni senza dimenticare le sue origini.
Lavorò in radio e poi approdò in TV, dove si distinse e dove poi fece la differenza. Programmi di divulgazione come Quark e mini documentari, divennero il suo marchio di fabbrica, coadiuvato da una serietà ed una professionalità che in 70 anni di carriera non sono mai stati messi in discussione.
«Ho sempre cercato, nelle mie trasmissioni, di inserire elementi di “incontro” col pubblico, dal linguaggio alle “trovate”, dagli esempi alle “battute”, rifiutando quella finta “serietà” tanto cara all’ufficialità italiana in ogni campo. Io penso che la serietà debba essere nei contenuti, non nella forma.»
Una delle sue attività più decisive ed importanti, fu la partecipazione alla fondazione del CICAP, e la sua lotta contro le pseudoscienze, si può dire il primo al mondo (dal 2000) a lottare attivamente contro la diffusione dell’omeopatia nella medicina generale, ancora prima che vi subentrasse Richard Dawkins.
Un esempio di etica professionale, e caratteristiche indomite, grazie alle quali ha ricevuto diversi riconoscimenti dalla comunità scientifica, nonostante non si sia mai laureato in nessun campo delle STEM.
Leggendario il suo intervento durante la pandemia di Covid, dove spazzò via gli eserciti di complottisti e dottori di YouTube:
«La scienza è una e non è democratica. Occorre distinguere i fatti dalle opinioni»
https://www.youtube.com/watch?v=mSA6f7DWYR4
Ci ha lasciato, con una sua memoria di commiato per le orde di suoi fan e ammiratori, perché la lunga malattia lo aveva già preparato:
“Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire.
Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…).
Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia. È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati.
A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio“.
Buon viaggio Piero.