Un gruppo di ricerca brasiliano composto da scienziati di diversi dipartimenti dell’Università Statale di San Paolo (UNESP), coordinato dalla professoressa Rita Cássia Menegati Dornelles, docente presso il Programa Multicêntrico de Pós-Graduação em Ciências Fisiológicas dell’ateneo brasiliano, ha rilevato, dopo aver terminato uno studio sui topi che manifestavano le condizioni tipiche della peri-menopausa umana, che l’ossitocina può contrastare l’insorgere dell’osteoporosi.
L’ossitocina è un ormone peptidico conosciuto come “l’ormone dell’amore”, e ha un ruolo importante durante il travaglio e il parto e successivamente durante l’allattamento. Promuove il legame con la madre, il partner e le dinamiche di coesione di una comunità.
L’osteoporosi invece è una malattia cronica che erode le ossa, compromettendone la struttura. Essa interessa prevalentemente le donne: in Italia ne soffre una donna su 3 con più di 50 anni di età, e un uomo su 8 con più di 60 anni.
Ossitocina e osteoporosi: il nuovo studio
Secondo la ricerca sviluppata dal team brasiliano, un approccio terapeutico a base di ossitocina potrebbe migliorare la qualità della vita nei soggetti che soffrono di osteoporosi, riducendo inoltre la mortalità precoce legata alle fratture all’anca, spesso causate dall’osteoporosi stessa.
“La nostra ricerca si concentra sulla prevenzione dell’osteoporosi primaria, quindi indaghiamo sui processi fisiologici che si verificano durante il periodo premenopausale. In questa parte della vita di una donna, possono essere prese misure per prevenire la fragilità ossea e le fratture, che portano a un peggioramento della qualità della vita e possono ridurre l’aspettativa di vita”, ha dichiarato la professoressa Dornelles.
Durante il loro studio, gli scienziati brasiliani hanno somministrato due dosi di ossitocina a 12 ore di distanza l’una dall’altra a dieci topi femmina di 18 mesi di vita, hanno analizzato i risultati confrontandoli con topi della stessa età non trattati con l’ormone dell’amore.
A 35 giorni di distanza dal trattamento, il team ha analizzato campioni di sangue e tessuto osseo prelevato dal collo del femore dei topi, studiando le differenze tra i due gruppi: nei topi trattati con ossitocina non è stata riscontrata osteopenia, ovvero la perdita della densità ossea, inoltre in questo gruppo è stata evidenziata una maggiore attività biologica legata alla formazione del tessuto osseo (mineralizzazione), grazie alla produzione di un enzima chiamato fosfatasi alcalina.
Lo studio ha dimostrato che quando somministrato a ratti femmine alla fine del loro periodo fertile, l’ormone ha invertito i precursori dell’osteoporosi, come la riduzione della densità ossea, la diminuzione della forza ossea e la mancanza di sostanze che promuovono la formazione ossea.
La conclusione dell’esperimento ha evidenziato che la somministrazione di ossitocina potrebbe diventare un potenziale trattamento nel periodo della peri-menopausa, per prevenire la formazione dell’osteoporosi primaria. i risultati sono incoraggianti ma dovranno essere confermati dalla sperimentazione clinica, cioè dai test sull’uomo.
La ricerca “Oxytocin and bone quality in the femoral neck of rats in periestropause” è stata pubblicata su Scientific Reports del circuito Nature.