Nuove ricerche ribaltano ciò che si pensava da decenni sulle orche transitorie che vivono lungo la costa tra la Columbia Britannica e la California; infatti uno studio pubblicato su PLOS One ha infatti scoperto che questa popolazione non è omogenea: esistono due sottogruppi distinti, chiamati transitorie della costa interna e transitorie della costa esterna.

La ricerca si è basata su 16 anni di dati e oltre 2.200 incontri documentati, un archivio enorme che ha permesso di rivedere completamente il quadro su questi predatori altamente specializzati.
Orche transitorie: due mondi, due ecologie
L’idea di una divisione esisteva da tempo, ma ora abbiamo la conferma scientifica; Josh McInnes, autore principale dello studio e ricercatore all’Università della British Columbia, spiega: “I nostri dati mostrano che le orche transitorie della West Coast sono due gruppi separati da un chiaro asse est-ovest. Hanno prede diverse, territori diversi e passano pochissimo tempo insieme.“
La popolazione della costa occidentale è la più studiata al mondo tra quelle transitorie, note per essere orche che cacciano mammiferi anziché pesci. Fino a oggi si pensava a una distinzione nord-sud, ma i nuovi dati raccontano tutt’altro.
Cittadine e “abitanti della wilderness“
Il professor Andrew Trites, coautore dello studio, ha descritto la differenza con una metafora efficace:
- Transitorie della costa interna: “come abitanti di una città“.
Si muovono in ambienti complessi, tra baie, insenature e canali del Mar di Salish.
Hanno gruppi più piccoli (circa 5 individui) e predano soprattutto foche e focene. - Transitorie della costa esterna “come escursionisti del backcountry“.
Vivono vicino al margine della piattaforma continentale, si spingono fino a 120 km al largo e cacciano prede molto più grandi: leoni marini della California, elefanti marini, delfini e perfino cuccioli di balena grigia e i loro gruppi sono in media più numerosi (circa 9 individui).

Le prime restano a circa 6 km dalla costa, le seconde frequentano zone profonde e canyon sottomarini oltre i 20 km dal continente. Due habitat diversi, due strategie di vita completamente separate.
Come sono arrivati alla scoperta
Il team ha analizzato migliaia di fotografie scattate tra il 2005 e il 2021, provenienti sia da spedizioni scientifiche sia da avvistamenti pubblici. Con questi dati è stato possibile creare delle “mappe sociali”, ovvero reti che mostrano quali orche trascorrono tempo insieme e dove.
Il risultato? Una separazione netta: pur condividendo un areale che va dall’Alaska sudorientale alla California del sud, i due gruppi si incontrano meno dell’1% delle volte.

Alcune interazioni osservate sono state anche piuttosto insolite: maschi della costa esterna che caricavano femmine della costa interna, come se i due gruppi non “parlassero la stessa lingua sociale”.
Possibili implicazioni per la conservazione
Gli autori sottolineano che la distinzione non è solo accademica e ogni gruppo vive in un ambiente differente, con minacce differenti:
- pressione umana e traffico marittimo per le orche della costa interna
- riduzione delle grandi prede marine e attività off-shore per quelle della costa esterna
Per questo, spiegano i ricercatori, non basterà una strategia conservativa unica: “Queste due comunità vivono in mondi completamente diversi. Proteggerle richiede piani specifici che rispecchino le loro esigenze e i rischi che affrontano.“
La ricerca suggerisce anche che potrebbero esistere altre sottopopolazioni ancora non identificate, soprattutto in regioni offshore difficili da esplorare.