Sin dalla loro scoperta, i neuroni specchio, cellule del sistema nervoso centrale ,sono stati di grande interesse per neuroscienziati, psicologi e specialisti di neurologia. I neuroni specchio mostrano attività sia quando un individuo esegue un’azione particolare, sia quando osservano un’altra persona che esegue la stessa azione.
In quanto tali, si pensa che svolgano un ruolo significativo nell’apprendimento e nella comprensione delle intenzioni, nell’evoluzione del linguaggio e del linguaggio, nell’intelligenza emotiva e nell’empatia e potrebbero essere collegati a determinati disturbi neuropsicologici.
Neuroni specchio: qualche dettaglio sulla loro funzione
I neuroni specchio sono stati scoperti più di vent’anni fa nella regione premotoria ventrale F5 del macaco. Dalla loro scoperta molto è stato scritto su questi neuroni, sia nella letteratura scientifica che nella stampa popolare. È stato proposto che siano il substrato neuronale alla base di una vasta gamma di funzioni diverse.
In effetti, è stato scritto così tanto sui neuroni specchio che l’anno scorso sono stati indicati, a torto oa ragione, come “Il concetto più pubblicizzato nelle neuroscienze”. Qui proviamo a tagliare alcune di queste iperboli e rivedere ciò che è attualmente noto (e non noto) sui neuroni specchio.
Sin dalla loro scoperta, c’è stato un grande interesse per i neuroni specchio e molte speculazioni sul loro possibile ruolo funzionale con un focus particolare sul ruolo proposto nella cognizione sociale. Come Heyes ha scritto “[i neuroni specchio] intrigano sia gli specialisti che i non specialisti, celebrati come una ‘rivoluzione’ nella comprensione del comportamento sociale… e ‘la forza trainante’ dietro ‘il grande balzo in avanti’ nell’evoluzione umana…”.
In effetti, tanto è stato scritto sia nella letteratura peer-review che altrove sui neuroni specchio e sui loro ruoli funzionali proposti che recentemente è stato dato loro il soprannome di “Il concetto più pubblicizzato nelle neuroscienze”
Ci sono due tipi di neuroni nel sistema nervoso; motoneuroni e neuroni sensoriali. I motoneuroni sono associati all’esecuzione di una determinata azione. Forniscono segnali dal cervello a un effettore, come un muscolo (cellula) o una ghiandola secretoria.
I risultati degli esperimenti di neuroimaging umano forniscono prove evidenti che lo stesso sistema di neuroni specchio originariamente scoperto nella corteccia premotoria della scimmia macaco, nell’area F5, è presente anche nel cervello umano.
Se vediamo una persona piangere, dobbiamo essere in grado di identificare l’azione e quindi correlarla positivamente con il sentimento di dolore. Il sistema dei neuroni specchio insegna anche ai bambini a piangere per mostrare il loro malcontento. Argomenti simili erano stati avanzati a favore del ruolo dei neuroni specchio nell’apprendimento delle lingue e, in effetti, del modo in cui la nostra civiltà si era evoluta nel corso dei secoli.
Occorre prestare attenzione, tuttavia, quando si cerca di mostrare un legame diretto tra il sistema dei neuroni specchio e alcuni disturbi neuropsicologici. Questo vale in particolare per l’autismo. In primo luogo, sia gli studi originali condotti sui macachi, sia gli studi successivi sulla funzione del cervello umano presentano una serie di limitazioni.
Nel complesso, i neuroni specchio sono una componente affascinante del corpo umano che senza dubbio sarà ulteriormente studiata negli anni a venire, fornendo prove promettenti nella comprensione del cervello umano e della nostra capacità di apprendere.
Giacomo Rizzolatti, lo scienziato italiano ha vinto il Brain Prize 2014 per la straordinaria scoperta dei neuroni specchio, ha dichiarato: “Circa 20 anni fa abbiamo scoperto dei neuroni, motori, che si attivavano non solo quando la scimmia agiva, ma anche quando vedeva lo sperimentatore fare un’azione simile. La sorpresa era questa: i neuroni motori sono motori, quelli visivi sono visivi”.
“Questi invece erano sia motori che visivi e soprattutto rispondevano selettivamente allo scopo dell’azione. In un esperimento, ad esempio, la scimmia afferrava un oggetto con la mano, ma il suo neurone specchio sparava anche se lo sperimentatore lo afferrava con la bocca: capiva ‘afferrare’. Trasformava una rappresentazione sensoriale (vedere) in una motoria”.
“I neuroni specchio sono presenti nell’uomo, nei ratti, nei pipistrelli, negli uccelli. Indipendentemente dalla posizione nella scala evolutiva, sembra un meccanismo molto efficiente. Capire gli altri mediante un modello interno che hai tu. Se io vedo che uno afferra il cibo e sono a cento metri non mi preparo ad afferrare. Per capire gli altri devo avere un modello interno dello scopo della loro azione. Immagini di osservare un giocatore di pallacanestro che tira un tiro libero”.
“Chi capisce più velocemente dove andrà a finire la palla sono i campioni. Gli esperti, ma non ex-giocatori, sono meno precisi, i non esperti ancor meno. Chi ha giocato ha un modello interno dell’azione più accurato e lo chiama in causa per comprendere il gesto che osserva come se lo eseguisse in prima persona”.
“Basta pensare ad un atleta che si prepara a saltare con l’asta. Si concentra? No, sta girando nella sua mente i movimenti che deve fare e lo fa utilizzando i neuroni specchio. Questi si attivano sia quando vedi fare quell’azione, sia quando la pensi”.
“Secondo Ramachandran i neuroni specchio sono i neuroni della cultura. Immagini un geniale uomo primitivo, circa 100.000 anni fa quando si stavano ancora formando i neuroni specchio per l’imitazione, che fabbrica un coltello efficientissimo. Se nessuno lo sa imitare, quel coltello si perde con l’inventore. Sviluppatisi i neuroni specchio per l’imitazione il coltello viene riprodotto, perfezionato, trasmesso nel tempo. La novità del nostro libro riguarda però la comprensione delle azioni e le emozioni, non l’imitazione”.
“Alcuni studiosi pensavano fosse un aspetto di simulazione, ma invece credo siano processi pre-consci, la simulazione implica cognizione, ti vedo fare così e provo a farlo. Anche l’empatia è pre-cognitiva: intanto esperisco quello che provi senza ragionare, poi decido il da farsi, se valuto che sei amico ti aiuto, se sei nemico ti attacco”.
“Bisogna distinguere la comprensione basilare dell’azione – che investighiamo noi – dalla comprensione intellettuale che recluta altri processi di ragionamento. Io vedo uno che afferra un bicchiere e capisco immediatamente senza alcuna cognizione che lo fa per bere, ma non posso concludere che è un beone o lo fa perché la moglie lo tradisce. Forse alcuni psicologi si erano infastiditi perché pensavano che volessimo spiegare tutto, ora c’è pace”.
“Marc Jeannerod ha osservato che i neuroni specchio sono gli stessi che si attivano nell’immaginazione motoria. Fare un gesto gentile o maleducato, osservarlo o immaginarlo innescano le stesse aree. La stessa area si attiva se osserva Federer, se sta per colpire la palla o immagina di colpirla. Però deve immaginare di essere lei a colpire, non si attiva se immagina Federer colpire, lì è un altro tipo di immaginazione, di tipo visivo”.