Tech iCrewPlay.comTech iCrewPlay.com
  • Scienza
  • Spazio
  • Natura
    • Cambiamenti climatici
  • Curiosità
  • Salute
  • Recensione
  • Tecnologia
    • App e software
    • Prodotti Audio
    • Domotica e IoT
    • Elettrodomestici
    • Guide
    • Hardware e periferiche
    • Notebook e PC
    • Smartphone e tablet
    • Visione Digitale
    • Wearable
    • Cronologia
    • Seguiti
    • Segui
Cerca
  • Videogiochi
  • Libri
  • Cinema
  • Anime
  • Arte
Copyright © Alpha Unity. Tutti i diritti riservati.​
Lettura: Arrivano le nanoparticelle che bloccano la neurodegenerazione
Share
Notifica
Ridimensionamento dei caratteriAa
Tech iCrewPlay.comTech iCrewPlay.com
Ridimensionamento dei caratteriAa
  • Videogiochi
  • Libri
  • Cinema
  • Anime
  • Arte
Cerca
  • Scienza
  • Spazio
  • Natura
    • Cambiamenti climatici
  • Curiosità
  • Salute
  • Recensione
  • Tecnologia
    • App e software
    • Prodotti Audio
    • Domotica e IoT
    • Elettrodomestici
    • Guide
    • Hardware e periferiche
    • Notebook e PC
    • Smartphone e tablet
    • Visione Digitale
    • Wearable
    • Cronologia
    • Seguiti
    • Segui
Seguici
  • Contatto
  • Media Kit
  • Chi siamo
  • Lavora con noi
  • Cookie Policy
  • Disclaimer
Copyright © Alpha Unity. Tutti i diritti riservati.​
Scienza

Arrivano le nanoparticelle che bloccano la neurodegenerazione

Denise Meloni 4 anni fa 7 commenti 3
SHARE

Una ricerca tutta italiana sta sviluppando una nuova tecnologia biomedica capace, attraverso delle nanoparticelle, di veicolare terapie farmacologiche mirate ad interrompere la neurodegenerazione. Il team di ricerca coinvolto proviene dall’Università di Milano.

Nanoparticelle

Gli scienziati hanno potuto usufruire di un progetto di ricerca che comprende un finanziamento nell’ambito del programma di scouting Seed4Innovation, promosso da Fondazione UNIMI in collaborazione con la Direzione Innovazione e Valorizzazione delle Conoscenze dell’ateneo.

Leggi Altro

Prorelax Vacuum Massager Sensitive: micidiale contro la cellulite ed efficace per il lipedema
Il fumo degli incendi altera il sistema immunitario: lo dice Harvard
Stanford inventa un dispositivo che potrebbe rivoluzionare il trattamento dell’ictus
Una nuova pulsazione nel cuore della Terra: l’Africa si sta spaccando, nascerà un nuovo oceano

Nanoparticelle: ecco cosa dice la nuova ricerca

Affinché sia possibile riuscire a trattare le malattie neurodegenerative è fondamentale riuscire a superare la barriera ematoencefalica, che fa da scudo di protezione del cervello, regolando il passaggio delle sostanze provenienti dal circolo sanguigno.

Nanoparticelle

Proprio a causa di questa difficoltà, si è reso necessario elaborare una strategia che permettesse agli scienziati di attraversare questa barriera, sfruttando particolari delle nanoparticelle che hanno la capacità di veicolare nel cervello il colesterolo, una molecola che ha un effetto terapeutico per la malattia di Huntington, una rara forma di neurodegenerazione che insorge in età adulta con un decorso drammatico dopo 15-20 anni.

La malattia di Huntington (MH) è una patologia rara neurodegerativa del sistema nervoso centrale, caratterizzata da movimenti coreici involontari, disturbi psichiatrici e del comportamento e demenza. La sua manifestazione nella popolazione Caucasica è stimata intorno a  1/10.000-1/20.000. L’età media all’esordio dei sintomi è 30-50 anni.

In alcuni casi i sintomi esordiscono prima dei 20 anni, con disturbi del comportamento e difficoltà di apprendimento. La caratteristica predominante di questa malattia è la è la corea che si estende gradualmente a tutti i muscoli. Altri movimenti involontari comprendono i tic, simili a quelli della sindrome di Tourette. Ad oggi non ci sono terapie in grado di curare questa patologia

I ricercatori hanno spiegato che questi nanosistemi o nanoparticelle sono stati modificati in modo opportuno, come un “cavallo di Troia”, capace di trasportare farmaci dalla periferia al cervello. La tecnologia di nanoformulazione alle base di queste nanoparticelle, può essere adattata per sviluppare altre molecole da veicolare sempre nel cervello e capaci di curare altre malattie neurodegenerative.

Il team di ricerca è formato da Marta Valenza, Elena Cattaneo, Giulia Birolini dell’Università Statale di Milano e Istituto Nazionale di Genetica Molecolare (INGM) “Romeo ed Enrica Invernizzi” e da Giovanni Tosi, Barbara Ruozi, Jason T.Duskey, Ilaria Ottonelli dell’Università di Modena e Reggio Emilia, NanotechLab, Te.Far.T.I – gruppo proff.aria AngelaVandelli e Flavio Forni.

Condividi questo articolo
Facebook Twitter Copia il link
Share
Cosa ne pensi?
-0
-0
-0
-0
-0
-0
7 commenti 7 commenti
  • Avatar di vincenzo Vincenzo ha detto:
    Luglio 3, 2021 alle 19:58

    Credo che sia il momento di arrivare ad una cura efficace .lo meritano tutti i pazienti speranzosi e tutti i parenti che ve ne si occupano.swcondo me e la via piu giusta intrapresa fino ad oggi

    Rispondi
    • Avatar di alida Alida ha detto:
      Luglio 3, 2021 alle 21:53

      Vi sono sempre più casi di demenza ad esordio precoce , purtroppo e nessuno o pochi ne parlano .Non vi sono risorse per queste malattie degenerative e la ricerca spesso è fatta solo di vane speranze per i malati edi famigliari .Intanto il tempo passa e la demenza avanza .In Italia queste malattie sono considerate le malattie dei vecchi e vi sono troppi stigma a riguardo

      Rispondi
  • Avatar di luigia paragone Luigia Paragone ha detto:
    Luglio 3, 2021 alle 22:57

    Ma è efficace anche contro l’Alzheimer?

    Rispondi
  • Avatar di maria luciani-corso Maria Luciani-Corso ha detto:
    Luglio 4, 2021 alle 0:09

    Ho due figli con la corea di Huntington..penso che è ora di iniziare con qualche cura..fin ora erano solo chiacchiere..cmq finché verra una cura loro non ci saranno più..

    Rispondi
    • Avatar di filomena Filomena ha detto:
      Luglio 6, 2021 alle 18:20

      Ma è già in atto ?

      Rispondi
  • Avatar di carmela rodolico Carmela Rodolico ha detto:
    Luglio 5, 2021 alle 11:37

    Lo Stato dovrebbe aumentare i sussidi destinati a stimolare la ricerca di cure in grado di fermare questa malattia ed altre malattie neurodegenerative..Investire nella sanità pubblica è cosa saggia e giusta perchè la vita e la salute sono i beni preziosi su cui si fonda ogni società civile.

    Rispondi
  • Avatar di cinzia Cinzia ha detto:
    Settembre 17, 2021 alle 20:32

    Le demenze tutte davvero devastanti . Quella frontotemporale sembra non interessi nemmeno ai ricercatori . Non se ne sente mai parlare , mai che si abbia un accenno di studio. Spero tanto in queste nuove nanoparticelle.

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Contatto
  • Media Kit
  • Chi siamo
  • Lavora con noi
  • Cookie Policy
  • Disclaimer

Copyright © Alpha Unity. Tutti i diritti riservati.​

  • Contatto
  • Media Kit
  • Chi siamo
  • Lavora con noi
  • Cookie Policy
  • Disclaimer
Bentornato in iCrewPlay!

Accedi al tuo account

Hai dimenticato la password?