Un gruppo di ricerca dell’Istituto Max Planck per la genetica molecolare (Mpimg) a Berlino guidato dal biologo Adriano Bolondi è stato in grado di riprodurre un mini embrione di topo in provetta, che potrebbe significare un grande passo avanti nel tentativo di abbattere la sperimentazione sugli animali.
Il mini embrione di topo infatti, potrebbe sostituire le cavie da laboratorio ed esso stesso potrebbe essere impiegato come un laboratorio vivente su cui sperimentare nuovi farmaci. La ricerca di nuove tecnologie alternative alla sperimentazione animale diventa dunque fondamentale.
I risultati della ricerca sono stato pubblicati sulla prestigiosa rivista Science.
Mini embrione di topo in provetta: qualche dettaglio
Erano già stati fatti altri esperimenti nel tentativo di coltivare cellule staminali embrionali fino alla formazione di ammassi (chiamati gastruloidi) che però non riudcivsno ad assumere l’aspetto di un embrione perché “mancano i segnali che inducono la loro organizzazione”, come ha spiegato il ricercatore Jesse Veenvliet. Il problema è stato superato coltivando le staminali in un gel speciale che mima le proprietà della matrice extracellulare.
“Il gel fornisce supporto alle cellule e le orienta nello spazio: così possono per esempio distinguere l’interno dall’esterno”, ha specificato Veenvliet. “Le cellule sono in grado di comunicare meglio e questo porta a una migliore organizzazione”.
Il risultato è stato interessante: dopo cinque giorni di coltura, le staminali producono delle strutture grandi circa un millimetro e simili al tronco dell’embrione di topo; esse possiedono il tubo neurale, precursore del midollo spinale, e pure i somiti, precursori di ossa, muscoli e cartilagini. Alcune strutture riescono a sviluppare pure i precursori degli organi interni. “Anche se non sono presenti tutti i tipi cellulari – ha dichiarato Bolondi – queste strutture a tronco sono molto simili a embrioni della stessa età. Abbiamo osservato che tutti i marcatori genetici sono attivati nel momento giusto al posto giusto, a eccezione di pochi geni”.