L’indipendenza recentemente acquisita da Honor da Huawei ha dato alla società una nuova prospettiva di vita infatti, essendo ora di proprietà di un consorzio cinese e non più frenato dalle sanzioni statunitensi, Honor potrebbe riavere i servizi Google, oltre al fatto che prevede di lanciare telefoni di punta per competere con Apple e la sua nave madre Huawei.
Parlando al South China Morning Post in un’intervista esclusiva, il CEO di Honor George Zhao ha anche risposto a una domanda che era nella mente di tutti: i nuovi telefoni Honor supporteranno i servizi mobili di Google?
Zhao ha confermato che Honor potrebbe riavere i servizi Google, infatti la società è in trattative con l’azienda americana e prevede di riprendere presto i rapporti con Mountain View.
La scorsa settimana, Honor ha ripristinato le partnership con Qualcomm, Intel, MediaTek, AMD e un gruppo di altre società tecnologiche, sebbene Google rimanga ancora uno dei più grandi pezzi mancanti nel nuovo arsenale di dell’azienda cinese.
Senza le app e i servizi di Google, la società non lascerà un segno in Europa, uno dei mercati in più rapida crescita prima dell’entrata in vigore delle sanzioni statunitensi; affinché Honor continui ad avere successo all’estero, ha bisogno di quelle app Google preinstallate, tra cui Google Search, Google Maps, YouTube e, soprattutto, l’app store di Google Play.
Perché Honor potrebbe riavere i servizi Google ma Huawei no?
Fondata nel 2013, Honor è stato l’eroe sconosciuto che ha aiutato Huawei a superare Apple e Samsung Electronics nelle vendite in patria e all’estero, offrendo smartphone alla moda ai giovani consumatori a prezzi in media tra i 150 ed i 200 euro, andando a registrare nel 2020 un totale di più di 200 milioni di utenti in tutto il mondo.
A causa della stretta dalle sanzioni commerciali statunitensi, Huawei non ha più avuto un accesso immediato all’hardware e al software di cui aveva bisogno per rimanere competitiva quindi, piuttosto che sacrificare un marchio ben performante, l’azienda ha deciso, secondo le loro parole, di “divorziare”.
Nel novembre dello scorso anno, Huawei ha venduto il suo marchio di smartphone economici a un consorzio di oltre 30 rivenditori e agenti del marchio, ed è così che è nata la Shenzhen Zhixin New Information Technology –una nuova società costituita per l’acquisizione–, fondata dal Shenzhen Smart City Technology Development Group, di proprietà del governo cittadino.
Non esiste una contabilità completa dei membri del consorzio, ma include il rivenditore di elettrodomestici ed elettronica Suning e diverse società di investimento statali a Shenzhen, secondo quanto rilasciato da Huawei.
Per quanto riguarda invece i termini finali dell’accordo, questi non sono stati resi pubblici e Huawei ha rifiutato di commentare, sebbene le stime del valore della vendita vanno da 15 miliardi di dollari, come riportato da Reuters, fino a 40 miliardi di dollari, cifra riportata dai media cinesi Huxiu.
Con questa vendita e questo distaccamento dalla casa madre, Honor potrebbe riavere i servizi Google in quanto azienda a sé stante.
Alla domanda se è preoccupato per l’impatto delle restrizioni commerciali statunitensi su Honor, Zhao ha detto:
“Non c’è motivo di imporre restrizioni a una normale azienda di elettronica di consumo. Rispettiamo le regole aziendali globali, inclusi i pagamenti della proprietà intellettuale, i pagamenti delle tasse, ecc. Abbiamo un ufficio interno di conformità per regolare il comportamento di ogni sistema “.
Non ci sono conferme su quando Honor e Google inchiostreranno la loro nuova partnership o se il nuovo Honor V40 uscirà dalla Cina con i servizi Google, tuttavia il fatto che Honor potrebbe riavere i servizi Google apre a scenari incredibili, ti terremo comunque aggiornato nel caso avessimo maggiori informazioni sull’argomento.