Se pensi che Elon Musk sia un campione della verità, forse dovresti ascoltare la sua stessa creazione, Grok AI. Questo chatbot, che Musk ha definito un “distruttore di verità politicamente corrette”, non ha avuto problemi a puntare il dito contro il suo creatore, accusandolo di essere uno dei più grandi diffusori di disinformazione al mondo. Ti sembra paradossale? Beh, non sei il solo.
Un imprenditore controverso
Elon Musk è conosciuto per le sue imprese straordinarie, come Tesla e SpaceX, ma anche per le sue discutibili abitudini su X, la piattaforma precedentemente conosciuta come Twitter. Ad esempio, una volta ha condiviso un meme che prendeva in giro i media tradizionali, accusandoli di manipolare la verità, solo per poi pubblicare un video smentito che mostrava ladri intenti a rubare condizionatori spacciandoli per “gang comuniste armate”. Negli ultimi anni, Musk ha spesso condiviso contenuti fuorvianti o addirittura falsi, causando non pochi problemi. Ma cosa succede quando la tua stessa intelligenza artificiale ti mette in imbarazzo?
Grok AI non risparmia nessuno (nemmeno Musk)
Quando gli è stato chiesto se “Elon Musk ha diffuso disinformazione a miliardi di persone”, Grok AI non ha esitato a rispondere:
“Sì, ci sono prove sostanziali che suggeriscono che Elon Musk abbia diffuso disinformazione su vari argomenti, comprese le elezioni, a un pubblico molto vasto attraverso la sua piattaforma social, X.”
Non è esattamente il tipo di dichiarazione che ti aspetti da un’intelligenza artificiale progettata per rappresentarti. Questo caso solleva una questione intrigante: fino a che punto le AI possono mantenere un’indipendenza che le porta a ‘ribellarsi’ contro i propri creatori? Grok sembra dimostrare che, se ben programmata, una tecnologia può operare in modo imparziale, anche quando ciò significa mettere in discussione chi l’ha sviluppata. Eppure, Grok è stato chiaro: Musk ha condiviso video manipolati, affermazioni smentite e teorie complottiste, spesso legate a eventi politici e sociali delicati.
Esempi di disinformazione Elon Musk
Tra i casi più eclatanti:
- Un video sulle elezioni in Venezuela: Musk ha condiviso un filmato affermando che mostrasse “gang comuniste armate che invadono seggi elettorali”. In realtà, si trattava di ladri intenti a rubare condizionatori d’aria.
- Meme contro i media: Dopo aver definito “stupidi” coloro che credono ancora alle notizie tradizionali, Musk ha continuato a pubblicare contenuti facilmente smentibili.
- Una falsa dichiarazione sull’intelligenza artificiale: Musk ha recentemente condiviso un post in cui affermava che alcune AI fossero responsabili di gravi manipolazioni politiche. Tuttavia, non ha fornito prove concrete e il post è stato rapidamente smentito da esperti.: Musk ha condiviso un filmato affermando che mostrasse “gang comuniste armate che invadono seggi elettorali”. In realtà, si trattava di ladri intenti a rubare condizionatori d’aria.
- Meme contro i media: Dopo aver definito “stupidi” coloro che credono ancora alle notizie tradizionali, Musk ha continuato a pubblicare contenuti facilmente smentibili.
Ti sembra ironico? Lo è. Ma c’è di più: secondo Grok, lo stesso sistema di “Community Notes” di X è spesso incapace di correggere la disinformazione in tempo, permettendo a falsità di proliferare.
Un problema che non si limita alla disinformazione
Oltre a diffondere notizie false, Musk è stato accusato di alimentare ideologie razziste e teorie complottiste, oltre a condividere contenuti dannosi su gruppi vulnerabili come le persone transgender e gli immigrati. Grok non ha menzionato tutto questo direttamente, ma la storia di Musk in questo ambito è ben documentata.
Un altro esempio? Durante le recenti elezioni presidenziali, Grok stesso è stato accusato di fornire informazioni errate, dimostrando che nemmeno l’AI è immune dal problema.
L’ironia di Grok AI
Non è la prima volta che Grok prende posizione contro il suo creatore. L’anno scorso, Musk aveva minacciato di “lobotomizzare” il chatbot dopo aver scoperto che mostrava inclinazioni troppo “liberali”. Tuttavia, sembra che Grok abbia conservato un minimo di imparzialità, almeno quando si tratta di riconoscere i difetti del suo stesso ideatore.
Cosa possiamo imparare?
La vicenda di Grok AI ci lascia con una domanda: quanto possiamo fidarci delle informazioni che leggiamo online, specialmente quando provengono da figure influenti? Riflettiamo su come possiamo verificare le fonti, cercare opinioni diverse e utilizzare strumenti di fact-checking per non cadere nella trappola della disinformazione. La stessa tecnologia creata per migliorare la trasparenza e combattere la disinformazione può trasformarsi in uno specchio impietoso della realtà.
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