Una tazza di tè lunare? Non è fantascienza. Secondo un esperimento condotto dall’Università del Kent, nel Regno Unito, la Camellia sinensis, la pianta da cui si ricava il tè, può crescere nel suolo lunare simulato ma non in quello marziano. Il risultato, presentato a Bratislava durante il primo workshop europeo sull’agricoltura spaziale, apre scenari sorprendenti sull’autosufficienza alimentare delle future colonie extraterrestri.
La sfida dell’agricoltura spaziale
Coltivare piante nello spazio è una delle grandi sfide della futura esplorazione umana. Senza colture locali, ogni missione di lunga durata deve affidarsi a rifornimenti costosi e rischiosi. Da anni gli scienziati cercano di capire se le piante terrestri possano adattarsi a terreni extraterrestri, come quelli di Luna e Marte, entrambi poveri di nutrienti ma con caratteristiche molto diverse.
Nel nuovo studio, il team guidato da Nigel Mason e Sara Lopez-Gomollon ha testato la capacità di crescita del tè in terreni artificiali progettati per imitare la composizione dei suoli lunari e marziani, tenendo sotto controllo temperatura, umidità e illuminazione.

Come riferimento, sono state coltivate altre piante di tè nel terreno naturale del Devon, nel sud dell’Inghilterra.
Tè lunare sì, tè marziano no
Dopo alcune settimane di osservazione, i risultati sono stati netti: le piante cresciute nel terreno lunare simulato sono riuscite a sviluppare radici robuste e foglie sane, con una crescita paragonabile ai campioni terrestri.
Al contrario, le piante coltivate nel suolo marziano simulato non hanno mostrato segni di sviluppo e sono morte poco dopo la germinazione.
La differenza, spiegano i ricercatori, è dovuta alla composizione chimica dei suoli. Quello lunare contiene abbastanza ossidi metallici e minerali da supportare la crescita, mentre quello marziano presenta elevate concentrazioni di sali perclorati e altre sostanze tossiche per le radici.
“La Luna potrebbe diventare un giardino spaziale”

“La nostra scoperta è incoraggiante – spiega Sara Lopez-Gomollon – perché mostra che una pianta complessa come il tè può prosperare in un terreno lunare. Il prossimo passo sarà capire come ottimizzare le condizioni di crescita e testare altre colture, come grano, patate o soia.”
Per Lopez-Gomollon, questa ricerca rappresenta un cambio di paradigma: non si tratta più solo di mandare astronauti sulla Luna, ma di pensare a come renderla abitabile, con sistemi agricoli locali in grado di sostenere missioni lunghe e autosufficienti.
Secondo gli autori, la stessa ricerca potrà avere ricadute utili anche sulla Terra, aiutando a comprendere meglio come le piante reagiscono a stress estremi e come migliorare la resilienza delle colture terrestri in condizioni di siccità o suoli poveri.
Il tè come simbolo di colonizzazione sostenibile
Il tè non è stato scelto a caso: è una pianta economicamente rilevante, con radici profonde e una fisiologia complessa, perfetta per testare la capacità dei vegetali di adattarsi a suoli alieni.
I ricercatori ritengono che esperimenti di questo tipo saranno cruciali per il futuro dell’agricoltura spaziale. Capire quali piante possono prosperare in ambienti difficili aiuterà a progettare biosfere chiuse in grado di rigenerare ossigeno, acqua e cibo per le colonie umane.
Se la Luna si conferma un terreno fertile per alcune colture, potrebbe diventare la prima base per la produzione di cibo nello spazio profondo, un passo decisivo verso l’esplorazione del sistema solare.
Marte resta un terreno ostile

Marte, invece, continua a essere un pianeta ostile alla vita vegetale. Oltre ai suoli tossici, presenta temperature estreme, atmosfera rarefatta e radiazioni solari elevate. Anche con protezioni artificiali, ricreare un ambiente adatto alle piante è una sfida enorme.
Molti studi puntano a modificare o trattare il suolo marziano per renderlo coltivabile, ma secondo i ricercatori del Kent, “serviranno decenni di lavoro e ingegneria biologica avanzata prima di poter parlare di agricoltura stabile sul pianeta rosso”.
Un piccolo passo per il tè, un grande passo per l’agricoltura spaziale
La possibilità di coltivare tè sulla Luna non è solo una curiosità scientifica: rappresenta un passo concreto verso l’autonomia alimentare nello spazio. Se le colonie lunari potranno contare su piante capaci di crescere in suoli locali, si ridurranno drasticamente i costi e i rischi delle missioni future.
La Luna, da simbolo di esplorazione, potrebbe presto diventare anche la prima serra extraterrestre, dove un giorno gli astronauti potranno davvero sorseggiare una tazza di tè guardando la Terra.
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