Dei resti umani rivenuti recentemente potrebbero far luce sull’origine della chirurgia all’orecchio, sembrerebbe infatti che i resti di un antico teschio presentino dei fori nelle ossa temporali, e sarebbero un segno che testimonia la prima chirurgia all’orecchio mai effettuata da parte dell’uomo.
I resti, ritenuti appartenenti a un individuo femmina, secondo quanto affermato dai ricercatori che stanno lavorando alla scoperta nel loro studio pubblicato su Nature, mostrerebbe il primo intervento di mastoidectomia radicale della nostra storia, un evento che aprirebbe un capitolo enorme sulle conoscenze del passato.
Gli autori di questo studio, nel descrivere la scoperta, affermano che la possibile causa di morte potrebbe essere stata un infiammazione e l’infezione dell’osso mastoideo, che come la storia ci racconta, portavano ad un’infezione all’orecchio e prima dell’avvento della medicina ciò provocava la morte.
Sempre durante le spiegazione dello studio, gli autori affermano che il cranio ritrovato è una chiara testimonianza di un intervento chirurgico all’orecchio, intervento con il quale probabilmente si è cercato di curare la malattia, inoltre questa scoperta porterebbe con sé un’ulteriore scoperta, infatti a seguito di uno studio operato sulle ossa, la paziente è sopravvissuta a questa chirurgia all’orecchio, o almeno questo ci dicono le calcificazioni ossee rinvenute.
Dove e come sono stati ritrovati i resti di questa chirurgia all’orecchio?
La scoperta di questi importantissimi reperti ossei di chirurgia all’orecchio datati 5.300 anni fa, si deve a degli archeologi che, nel luglio del 2018, mentre effettuavano degli scavi in una camera funeraria al Dolmen di El Pendón, si imbatterono in questa camera mortuaria, al cui interno erano ospitati un centinaio di corpi, e la sua costruzione si ipotizza si aggiri attorno al 4º millennio a.C.
Il cranio in questione, quindi quello che ha portato a noi le prove della chirurgia all’orecchio, venne ritrovato con alcune parti mancanti, tuttavia il neurocranio era intatto e completo, come anche gli zigomi, la mascella e l’osso nasale. Sebbene il teschio avesse anche una moltitudine di denti mancanti, e varie riprove ad indicare che la “proprietaria” fosse abbastanza in là con gli anni, le scansioni di tomografia computerizzata hanno rivelato che entrambi i canali uditivi hanno subito un intervento.
“Nonostante [la prova de]i segni di taglio, è difficile capire il tipo di strumento utilizzato per rimuovere il tessuto osseo, molto probabilmente uno strumento affilato con un movimento circolare”
hanno spiegato gli autori dello studio, tuttavia c’è da considerare che ci sono diversi studi che dimostrano come l’uso di strumenti di pietra riscaldati con il fuoco siano stati utilizzati in passato come strumenti per cauterizzare le ferite e per eseguire quelli che un tempo erano degli interventi chirurgici invasivi.
C’è inoltre da segnalare che, sebbene siano stati rinvenuti in passato altri resti di crani antichi, questo sembrerebbe essere il primo che abbia dei segni di intervento, ed è proprio per ciò che è così importante.
“L’ipotesi proposta in questa ricerca è che l’individuo a cui apparteneva il cranio sia stato probabilmente intervenuto chirurgicamente su entrambe le orecchie”
affermano gli autori, per poi in seguito aggiungere:
“Sulla base delle differenze nel rimodellamento osseo tra i due temporali, sembra che la procedura sia stata eseguita prima sull’orecchio destro, a causa di una patologia dell’orecchio sufficientemente allarmante da richiedere un intervento, a cui questa donna preistorica è sopravvissuta”.
L’orecchio sinistro in seguito è stato sottoposto alla stessa procedura di una puntura all’osso mastoide, ma non è possibile concludere dalle prove esistenti se questa è stata eseguita poco dopo l’orecchio destro, o diversi mesi o addirittura anni dopo.
Una procedura dolorosa per un disperato umano preistorico, senza dubbio, ma un’incredibile scoperta per la storia umana in quanto rappresenta la prima prova di questo tipo di chirurgia e forse la prima nella storia dell’umanità, tra l’altro ciò dovrebbe farci soffermare a pensare i passi da gigante che abbiamo fatto in questi millenni, e apprezzare ancor più gli antibiotici o le anestesie che tutt’oggi abbiamo e ci aiutano nel superare le malattie e gli interventi.
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