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NotiziaScienza

Cervello: è possibile riattivarlo con le cellule staminali?

Denise Meloni 4 anni fa 1 Commento 2
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Il cervello col passare degli anni perde la capacità di generare nuovi neuroni poiché cala una proteina fondamentale per la proliferazione delle cellule staminali, la lamina B1: aumentarne i livelli riesce a svecchiare le staminali, potenziando la produzione di nuovi neuroni. Uno studio condotto sui topi dal team di ricerca di Sebastian Jessberger del Brain Research Institute, presso l’Università di Zurigo, è riuscito a dimostrare questa importante scoperta.

Cellule staminali

I risultati, pubblicati sulla rivista Cell Stem Cell, potrebbero aprire nuove strade nella lotta alle demenze e all’Alzheimer.

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Cellule staminali e ringiovanimento cerebrale: qualche dettaglio sulla ricerca

Khadeesh bin Imtiaz, primo autore dello studio, ha spiegato che: “Quando invecchiamo, le staminali di tutto il corpo perdono gradualmente la loro capacità di proliferare. Grazie all’ingegneria genetica e a una tecnologia di frontiera nel campo della microscopia, siamo riusciti a identificare un meccanismo associato a questo processo”.

Cellule staminali

Gli esperti hanno evidenziato che la lamina B1 diventa fondamentale nella divisione delle cellule staminali neurali: localizzata nel loro nucleo, smista le proteine dannose accumulate nel tempo e le distribuisce alle due cellule figlie. Per colpa dell’invecchiamento, però, i livelli di lamina B1 diminuiscono: così si altera la ripartizione delle proteine dannose e di conseguenza si compromette la proliferazione. Gli scienziati sono riusciti per la prima volta a invertire il processo nei topi anziani aumentando la lamina B1: grazie a questa intuizione è stato possibile di migliorare la divisione cellulare e la produzione di nuovi neuroni.

“Ora sappiamo che è possibile riattivare le staminali invecchiate del cervello“, commenta Jessberger. “La nostra speranza è che questo risultato possa un giorno aumentare i livelli di neurogenesi, per esempio negli anziani o in coloro che soffrono di malattie degenerative come l’Alzheimer, anche se ci vorranno molti anni per raggiungere questo obiettivo. Sebbene il nostro studio si limiti alle staminali del cervello – conclude Jessberger – è possibile che meccanismi simili si verifichino anche nell’invecchiamento di altre staminali”.

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1 Commento 1 Commento
  • Avatar di attilia d'avino Attilia D'Avino ha detto:
    Marzo 1, 2021 alle 14:12

    Io credo molto nell’ingegneria genetica.
    Faccio tantissimi auguri alProf. che ha fatto questa scoperta.
    Mi auguro che i tempi siano brevissimi per avere questa tecnologia.
    Se c’è bisogno di persone per la sperimentazione mi propongo.
    A.D.

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