Dopo aver fallito il suo primo tentativo di raccogliere un campione di suolo marziano per un eventuale ritorno sulla Terra, Perseverance ha raccolto con successo un campione al suo secondo tentativo.
È la prima volta che un campione di suolo marziano viene recuperato, tuttavia non farà presto il viaggio interplanetario per l’analisi, e qualsiasi accenno di vita antica su Marte che potrebbe rivelare dovrà aspettare.
Nonostante la crescente sofisticatezza dei dispositivi analitici a bordo dei rover su Marte, le loro capacità sono molto indietro rispetto ai laboratori sulla Terra, di conseguenza parte della missione di Perseverance è quella di prelevare campioni da rocce o macerie dall’aspetto particolarmente interessante, conservandoli ciascuno in una delle sue 43 provette.
Ad un certo punto nel futuro, programmato provvisoriamente per il 2026-31, una missione che sarà in grado di fare un viaggio di andata e ritorno, visiterà Marte portando a casa il campione di suolo marziano di Perseverance, questo e quelli che preleverà in futuro.
Lo scorso 5 agosto, Perseverance ha praticato un piccolo foro centrale per prelevare il suo primo campione di suolo marziano, tuttavia il 6 agosto, la NASA ha riconosciuto:
“Uno dei passaggi che si verifica dopo aver posizionato una sonda nel tubo di raccolta è misurare il volume del campione. La sonda non ha incontrato la resistenza prevista che ci sarebbe se un campione fosse all’interno del tubo”.
In quel tentativo, sembrava che il campione fosse scomparso nel nulla, in quest’occasione invece la raccolta del campione di suolo marziano ha avuto più fortuna.
Secondo tentativo di raccolta di un campione di suolo marziano
In un sito a circa 800 metri (0,5 miglia) da dove è stato effettuato il primo tentativo, Perseverance ha riprovato in quello che aveva fallito, e questa volta i risultati sono stati segnalati come un successo dalla NASA.
“Il team ha determinato un luogo, ha selezionato e scavato una roccia praticabile e scientificamente preziosa. Abbiamo fatto quello che siamo venuti a fare”
ha detto la responsabile del progetto Jennifer Trosper.
Gli scienziati coinvolti nella missione sono stati più espansivi sui social media, come puoi vedere in questo post su Twitter.
Il precedente fallimento è ora attribuito al primo campione che proveniva da una roccia insufficientemente robusta, quindi questa volta Perseverance ha selezionato un obiettivo più solido, scegliendo una roccia che la NASA chiama “dimensioni di una valigetta” che si trova su una cresta piena di affioramenti e massi.
Anche in quest’occasione tuttavia non tutto è filato liscio, le prime immagini di Perseverance mostrano infatti il campione intatto e presente nel tubo, ma le immagini di follow-up sono state inconcludenti.
Si pensa che sia necessaria una migliore illuminazione, quindi Perseverance aspetterà la maggior parte di una giornata marziana per fotografare di nuovo il campione con una luce migliore, tuttavia le prove delle prime immagini sono considerate abbastanza forti che il team della missione è fiducioso che il campione sia nel tubo, afferma la NASA.
Far scivolare un campione di nucleo in un tubo di stoccaggio potrebbe sembrare un compito facile, e i problemi iniziali spiegano sicuramente perché ci sono vantaggi nell’invio di esseri umani, nonostante il costo molto più elevato, tuttavia l’ingegnere dei sistemi della NASA, la dottoressa Rachel Kronyak ha spiegato:
“la raccolta di un campione è un processo in più fasi che può richiedere una settimana. In particolare, una volta prelevato un nucleo, Perseverance deve consegnare il nucleo (all’interno del suo tubo di campionamento) alla pancia del rover, dove passa attraverso una complessa sequenza di valutazione del campione, imaging, chiusura ermetica ed eventuale conservazione”.
Il primo sforzo non è stato considerato un fallimento totale, con una dichiarazione della NASA, osservando:
“Il primo tubo campione contiene ancora un campione di atmosfera marziana, che la missione aveva originariamente pianificato di acquisire in un secondo momento”.
Questa è solo la prima di molte raccolte di campioni per Perseverance, quest’ultimo infatti ha 43 container e la speranza è di campionare quanti più ambienti possibile mentre è lì, poiché gli unici campioni che abbiamo di Marte provengono da meteoriti.
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