È passata poco più di una settimana dal lancio dell’app Immuni negli store di Google e Apple e, come abbiamo annunciato, dal 08 giugno inizia la sperimentazione in 4 regioni italiane (Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia). Ma come sta andando l’app Immuni? Che problemi ci sono stati in questa prima settimana?
Sperimentazione Immuni al via con 2 milioni di download
La sperimentazione riguarda le regioni di Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia e permetterà a coloro che risulteranno positivi di poter scegliere se notificare o meno il pericolo di contagio a tutti coloro che sono entrati in contatto tramite l’app Immuni. Dalla prossima settimana tale funzionalità sarà estesa all’intero territorio nazionale, terminando di fatto la sperimentazione regionale.
Il 07 giugno, Domenico Arcuri ha dichiarato che l’applicazione Immuni è stata scaricata da 2 milioni di persone in tutta Italia. Nonostante sia un numero importante, non è ancora sufficiente per garantire un’efficace utilità nel tracciamento del contagio da Covid-19. Gli esperti ritengono che, per avere una reale utilità, l’app Immuni dovrebbe essere scaricata da almeno il 70% della popolazione italiana; per questo il governo sarà di fronte alla necessità di fronteggiare le perplessità di alcuni governatori regionali (Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia) riguardo all’uso dell’applicazione.
Qualche problema tecnico e di comunicazione
Durante la prima settimana di lancio, l’app Immuni si è aggiornata due volte, portandosi alla versione 1.0.2 in Android e alla versione 1.1.0 in iOS, e non sono mancati problemi e critiche, sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista comunicativo.
Problemi con Huawei e Honor e con il risparmio energetico
Durante questa settimana è stata revocata la possibilità di installare Immuni su alcuni dispositivi android di Huawei e Honor. Questo perché sembra che ci siano dei problemi con i Play Services installati sui dispositivi interessati, che causano un errore nell’impostazione delle notifiche da esposizione. Dal 08 giugno Immuni tornerà disponibile per tutti i dispositivi Huawei e Honor, grazie ad un aggiornamento che dovrebbe risolvere l’errore.
Molti utenti riscontrano anche problematiche con i sistemi che hanno in dotazione funzionalità di risparmio energetico piuttosto invasive. Può succedere, infatti, che all’insaputa dell’utente l’app Immuni sia automaticamente messa in stand-by dal sistema, di fatto interrompendone il corretto funzionamento. Per risolvere temporaneamente il problema, bisogna entrare nell’impostazione dell’app e togliere ogni tipo di opzione di risparmio energetico attivo, così da evitare che possa essere messa in pausa in automatico dal risparmio energetico di Android. Sicuramente tale problema è al vaglio degli sviluppatori e sarà risolto con un futuro aggiornamento.
Non tutti possono scaricare Immuni
Sono arrivate diverse lamentele dal fatto che chi è in possesso di un telefono più vecchio non possa scaricare l’app Immuni, e in effetti è così. Immuni sfrutta una tecnologia Bluetooth Low Energy che non è in dotazione sui device più datati. Gli sviluppatori hanno dovuto cercare di trovare il miglior compromesso tra la gestione della privacy, il consumo energetico dell’app e l’effettiva utilità per il contact tracing; il tracciamento tramite i contatti in Bluetooth LE è al momento la miglior soluzione, anche se non consente di raggiungere completamente tutti i cittadini.
È mancata una campagna comunicativa prima del lancio
La linea comunicativa dell’app Immuni è stata largamente descritta e spiegata dal Ministro per l’Innovazione Paola Pisano. Avrà un’ampia portata con diverse fasi, da giugno a settembre, per dare un’informazione chiara e comprensibile a ogni cittadino riguardo al funzionamento e, soprattutto, all’utilità dall’uso dell’applicazione.
È mancata una comunicazione efficace prima del lancio, facendo sì che, al cittadino meno informato, fossero più i dubbi che le certezze al momento di installare l’applicazione. Questo porterà facilmente a dover attuare nei prossimi mesi una comunicazione di difesa, dovendosi trovare nella situazione di difendersi dalla disinformazione dilagante e dalle fake news. Infatti, sui principali social, sono stati numerosi i commenti che criticano ad esempio la violazione della privacy dell’app Immuni. Questo problema è, di fatto, inesistente e di conseguenza sono diventati virali post in cui si dimostra la realtà dei fatti, lasciando per ora agli utenti l’arduo compito di combattere la disinformazione.
Pioggia di recensioni negative sul PlayStore, ma per l’app sbagliata
Una curiosità di questa settimana riguarda una serie di recensioni e commenti ampiamente negativi registrati sul PlayStore di Google contro l’app Immuni. Gli utenti hanno lamentato che l’app fosse disponibile solamente in inglese, ma il problema è che hanno installato l’applicazione sbagliata. Infatti la vittima di questo equivoco è l’app Immune System, della società indiana Wiki Kids, che si occupa di didattica finalizzata a insegnare ai bambini (in inglese) il funzionamento del sistema immunitario. La media delle recensioni sul PlayStore è ovviamente precipitata, ma per fortuna sono stati numerosi gli utenti che hanno prontamente dato il massimo voto all’applicazione indiana, scusandosi della figuraccia dei propri concittadini.
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