Il dolore cronico ad oggi può essere combattuto solo con l’utilizzo di Fentanil, ossicodone o morfina, sostanze che danno tregua da situazioni altrimenti insostenibili ma che purtroppo creano dipendenza. John Traynor, Ph.D. e Andrew Alt, Ph.D., e del loro team presso l’Università del Michigan Edward F. Domino Research Center stanno lavorando al potenziamento degli antidolorifici naturali e cioè tutte quelle sostanze che noi stessi produciamo ma che ad oggi non sono sufficienti per abbattere il dolore.
Lo studio, finanziato dal National Institute on Drug Abuse, è stato pubblicato sulla National Academy of Sciences.
Antidolorifici naturali: come possono essere potenziati?
Il corpo umano è in grado di bloccare il dolore? Secondo John Traynor e Andrew Alt, le droghe oppioidi, agiscono sui recettori che sono naturalmente presenti nel cervello e in altre parti dell’organismo umano. tra questi recettori è presente il recettore mu-oppioide, che ha la capacità di legarsi agli antidolorifici naturali nel corpo chiamati endorfine ed encefaline endogene. I farmaci che agiscono sul recettore mu-oppioide possono causare dipendenza e effetti collaterali indesiderati come sonnolenza, problemi respiratori, costipazione e nausea.
“Normalmente, quando si soffre, si rilasciano oppioidi endogeni, ma non sono abbastanza forti o sufficientemente duraturi”, ha spiegato Traynor. la sua squadra di esperti ha a lungo ipotizzato che sostanze chiamate modulatori allosterici positivi potessero essere utilizzate per migliorare le endorfine e le encefaline del corpo. Nella loro ricerca hanno dimostrato che un modulatore allosterico positivo noto come BMS-986122 può aumentare la capacità delle encefaline di attivare il recettore mu-oppioide.
Inoltre, a differenza dei trattamenti terapeutici a base di oppioidi, i modulatori allosterici positivi si attivano solo in presenza di endorfine o encefaline, il che significa che agiscono solo quando necessario per alleviare il dolore. Non si legano al recettore nel modo in cui si legano invece gli oppioidi in una posizione diversa che migliora la sua capacità di rispondere ai composti antidolorifici del corpo: “Quando hai bisogno di encefaline, le rilasci in modo pulsante in specifiche regioni del corpo, quindi vengono metabolizzate rapidamente“, ha dettagliato Traynor. “Al contrario, un farmaco come la morfina inonda il corpo e il cervello e rimane in giro per diverse ore”.
Durante lo studio è stato dimostrata la capacità del modulatore di stimolare il recettore mu-oppioide isolando il recettore purificato e misurando come risponde alle encefaline: “Se aggiungi il modulatore allosterico positivo, hai bisogno di molto meno encefalina per ottenere la risposta.” Ulteriori esperimenti di elettrofisiologia e sui topi hanno confermato che il recettore degli oppioidi era più fortemente attivato dalle molecole antidolorifiche del corpo che portavano al sollievo dal dolore. Al contrario, il modulatore ha mostrato effetti collaterali molto ridotti di depressione respiratoria, costipazione e dipendenza.
Il loro prossimo obiettivo è misurare la loro capacità di migliorare l’attivazione degli oppioidi endogeni in condizioni di stress o dolore cronico, per garantire che siano efficaci ma non portino a risposte più pericolose come difficoltà della respirazione: “Anche se queste molecole non risolveranno la crisi degli oppioidi”, conclude Traynor, “potrebbero rallentarla e impedire che accada di nuovo perché i pazienti che soffrono di dolore potrebbero assumere questo tipo di farmaco invece di un farmaco oppioide tradizionale “.
Penso possa essere interessante
La ricerca ha sempre un suo perché, ma per il dolore cronico esiste già la cannabis terapeutica. Non uso più oppiacei
Soffro di fibromialgia
Mi interessa molto
Vorrei essere informata sullo studio dell’abbattimento del dolore attraverso la stimolazione di antidolorifici naturali. Mio figlio di 10 anni è un emicranico cronico , refrattario a qualsiasi cura. Potrebbe essere una svolta.
Grazie
Si vorrei saperne di piú.Grazie