Una nuova ricerca dell’Università di Victoria (UVic) ha identificato una potenziale minaccia sismica finora ignorata nello Yukon, nel nord-ovest del Canada.

La faglia di Tintina, lunga circa 1.000 km, attraversa l’intero territorio in direzione nord-ovest. Storicamente considerata inattiva da oltre 40 milioni di anni, ha in realtà mostrato segni di attività recente e grazie a dati topografici ad alta risoluzione raccolti da satelliti, aerei e droni, un team di ricercatori ha individuato un segmento di 130 km nei pressi di Dawson City con evidenze di grandi terremoti avvenuti nel Quaternario (da 2,6 milioni di anni fa a oggi).
Lo Yukon e la prova nel paesaggio
Utilizzando rilievi LIDAR e immagini satellitari dell’ArcticDEM, gli studiosi hanno trovato scarpate di faglia che spostano lateralmente formazioni glaciali di:
- 1.000 metri (vecchie di 2,6 milioni di anni)
- 75 metri (vecchie di 132.000 anni)

Formazioni di 12.000 anni non risultano invece spostate, segno che l’ultima grande rottura potrebbe risalire a quel periodo e la faglia accumula tuttora deformazione a un ritmo di 0,2-0,8 mm/anno, segnalando un potenziale pericoloso rilascio di energia.
Un rischio sottovalutato
Secondo l’autore principale Theron Finley, la faglia potrebbe essere in una fase avanzata del ciclo sismico, con un deficit di scorrimento di circa sei metri: se rilasciato, potrebbe generare un terremoto superiore a magnitudo 7.5.

Un evento del genere provocherebbe forti scuotimenti a Dawson City e minaccerebbe infrastrutture stradali e minerarie. La zona è inoltre soggetta a frane, come quelle di Moosehide e Sunnydale, che potrebbero essere innescate dalle scosse.
Implicazioni per la sicurezza nello Yukon e non solo
Attualmente, il National Seismic Hazard Model del Canada considera la possibilità di forti terremoti nello Yukon, ma non riconosce la faglia di Tintina come sorgente sismica specifica. I nuovi dati saranno integrati nel modello, influenzando codici edilizi e strategie di protezione civile.
La ricerca si è svolta nei territori delle Prime Nazioni Tr’ondëk Hwëch’in e Na-Cho Nyäk Dun, con l’obiettivo di migliorare la preparazione delle comunità locali a eventi sismici futuri.