Xiaomi sta lavorando allo sviluppo di un processore proprietario per i suoi futuri smartphone, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza da fornitori esterni come Qualcomm e MediaTek e di acquisire una maggiore autonomia tecnologica. Secondo fonti riportate da Bloomberg, la produzione di massa è prevista per il 2025.
Xiaomi: ecco le novità!
Questa iniziativa è in linea con le direttive del governo cinese, che spinge le aziende locali a diminuire la dipendenza dalle tecnologie straniere, soprattutto nel contesto della rivalità tecnologica tra Cina e Stati Uniti. Il settore dei semiconduttori, considerato strategico, è al centro di importanti investimenti e politiche di sviluppo a Pechino.
L’ingresso nel mercato dei chip proprietari rappresenta una sfida significativa:
- Competizione elevata: aziende come Intel e Nvidia hanno incontrato difficoltà nell’affermarsi in questo settore, mentre concorrenti diretti come OPPO non hanno ancora ottenuto risultati rilevanti.
- Precedenti esperienze: Xiaomi aveva già sviluppato un chip proprietario, il Surge S1, nel 2017. Questo processore, destinato a dispositivi di fascia bassa, non ebbe grande successo e fu utilizzato solo in pochi modelli venduti esclusivamente in Cina.
Tuttavia, l’azienda potrebbe trarre ispirazione dai successi di Apple e Google, che hanno integrato con successo chip progettati internamente, e puntare a un livello di competitività simile.
Xiaomi prevede di investire 30 miliardi di yuan (circa 4,1 miliardi di dollari) nel 2025 per la ricerca e sviluppo. Gli investimenti si concentreranno su tecnologie chiave come l’intelligenza artificiale, il miglioramento dei sistemi operativi e la progettazione di semiconduttori.
Con questo passo, Xiaomi punta non solo a rafforzare la sua posizione nel mercato della telefonia, ma anche a giocare un ruolo di primo piano nella corsa globale alla sovranità tecnologica.