Guardare lontano nello spazio significa guardare indietro nel tempo. Con questa osservazione, il telescopio spaziale James Webb ha spinto lo sguardo umano fino a un’epoca in cui l’Universo aveva solo 730 milioni di anni, circa il 5% della sua età attuale. È lì che Webb ha individuato la supernova più antica e distante mai osservata, un evento stellare che riscrive i limiti dell’astronomia osservativa.
L’esplosione, identificata come GRB 250314A, è stata prodotta dal collasso di una stella massiccia morente ed è stata segnalata inizialmente da un lampo gamma superluminoso durato circa dieci secondi. Un segnale breve, ma sufficiente a innescare una vera e propria corsa contro il tempo tra i principali osservatori del pianeta.
Un evento raro nell’Universo primordiale
Eventi di questo tipo sono eccezionali. Nei primi miliardi di anni dopo il Big Bang, le stelle erano diverse da quelle attuali, l’ambiente cosmico era più instabile e le osservazioni dirette estremamente difficili. Per questo motivo, i lampi di raggi gamma provenienti da quell’epoca si contano sulle dita di una mano.
Secondo Andrew Levan, autore principale di uno dei due studi pubblicati su Astronomy and Astrophysics Letters, solo Webb aveva le capacità necessarie per dimostrare che la luce osservata provenisse da una vera supernova e non da un altro tipo di fenomeno energetico. L’osservazione dimostra che oggi è possibile individuare singole stelle esplosive quando l’Universo era ancora giovanissimo.
La staffetta globale dei telescopi

La scoperta non è merito di un solo strumento. Tutto è iniziato il 14 marzo 2025, quando la missione Svom, telescopio franco cinese lanciato nel 2024 e dedicato agli eventi transitori, ha rilevato un lampo gamma proveniente da una sorgente estremamente lontana.
Nel giro di un’ora e mezza, il Neil Gehrels Swift Observatory della Nasa ha localizzato con precisione la posizione dell’evento nel cielo. Questo passaggio è stato decisivo per consentire a Webb di puntare la sorgente e stimarne la distanza.
Undici ore dopo, il Nordic Optical Telescope alle Isole Canarie ha osservato un bagliore residuo nell’infrarosso, un segnale chiave che suggeriva un’origine molto remota. Quattro ore più tardi, il Very Large Telescope dell’Eso in Cile ha confermato che l’esplosione risaliva a 730 milioni di anni dopo il Big Bang.
Webb e la galassia ospite
Uno degli aspetti più sorprendenti della scoperta è che Webb non si è limitato a osservare la supernova. È riuscito anche a identificare la galassia ospite, un risultato impensabile fino a pochi anni fa per eventi così lontani.
Questa capacità apre nuove prospettive sullo studio delle prime galassie, della formazione stellare primordiale e dell’evoluzione chimica dell’Universo. Ogni supernova rilascia elementi pesanti fondamentali per la nascita di pianeti e, in ultima analisi, della vita.
Una supernova antica ma sorprendentemente familiare

Un altro dato inatteso arriva dal confronto tra GRB 250314A e le supernovae più vicine e recenti. Nonostante l’enorme distanza temporale, l’esplosione appare sorprendentemente simile alle supernovae moderne.
Questo suggerisce che i meccanismi di collasso delle stelle massicce erano già ben definiti nelle prime fasi della storia cosmica. L’Universo primordiale, pur diverso sotto molti aspetti, seguiva regole fisiche già riconoscibili.
Perché questa scoperta è cruciale
Osservare una supernova così antica significa testare direttamente i modelli sull’evoluzione delle prime stelle. Finora, gran parte delle informazioni su quell’epoca derivava da simulazioni o osservazioni indirette. Webb ha fornito una prova diretta.
In prospettiva, queste osservazioni aiuteranno a capire quando e come le prime stelle hanno iniziato a modellare l’Universo, influenzando la formazione delle galassie e la distribuzione degli elementi.
Il futuro dell’astronomia con Webb

GRB 250314A rappresenta solo l’inizio. Con la sua sensibilità nell’infrarosso, Webb è destinato a intercettare altri eventi estremi provenienti dall’alba cosmica. Ogni nuova scoperta aggiunge un tassello alla ricostruzione della storia dell’Universo.
L’idea che oggi si possano osservare singole esplosioni stellari avvenute quando tutto era appena cominciato mostra quanto la tecnologia abbia esteso i confini della conoscenza.
Seguici su Instagram per altri approfondimenti su spazio, astronomia e grandi scoperte scientifiche.