A circa 212 anni luce dalla Terra, un gigante gassoso abbastanza leggero da essere soprannominato un pianeta “super-puff” o “zucchero filato”, sta girando molto vicino alla sua stella ospite. L’esopianeta è così leggero che ha lasciato gli astronomi a dubitare di tutto ciò che sapevamo in precedenza su come si formano i giganti gassosi.
Questo esopianeta super soffio (o zucchero filato), noto come WASP-107b, ha all’incirca le stesse dimensioni di Giove, ma solo circa un decimo della massa, ovvero circa 30 volte più massiccio della Terra.
Secondo un nuovo studio pubblicato lunedì sul The Astronomical Journal, la sua massa centrale è significativamente più piccola di quella che gli astronomi ritenevano necessaria per la creazione di un pianeta gigante gassoso come Giove e Saturno.
La scoperta, fatta dalla studentessa di Ph.D. Caroline Piaulet sotto la supervisione del professor Björn Benneke dell’Università di Montreal, indica che i giganti del gas si formano molto più facilmente di quanto si credesse in precedenza.
“Questo studio spinge i confini della nostra comprensione teorica di come si formano pianeti di dimensioni giganti. WASP-107b è uno dei pianeti più gonfi là fuori e abbiamo bisogno di una soluzione creativa per spiegare come questi minuscoli nuclei possono costruire involucri di gas così enormi”
ha detto la coautrice Eve Lee in una dichiarazione.
Il passato di WASP-107b, dalla scoperta ad oggi
WASP-107b non è una scoperta nuova di zecca infatti gli astronomi l’hanno rilevata per la prima volta nella costellazione della Vergine nel 2017. Il pianeta è molto vicino alla sua stella, oltre 16 volte più vicino della Terra al Sole, completando un’orbita ogni 5,7 giorni.
WASP-107b è uno degli esopianeti meno densi che gli scienziati abbiano mai trovato. Hanno soprannominato tipi simili di pianeti – giganti gassosi con la densità dello zucchero filato – super-puff.
Per trovare la massa sorprendente del pianeta, gli astronomi hanno studiato le osservazioni ottenute all’Osservatorio Keck alle Hawaii, andando ad usare una tecnica chiamata metodo della velocità radiale, che studia il moto ondoso della stella di un pianeta causato dall’attrazione gravitazionale di un pianeta, al fine di calcolarne la massa.
Gli scienziati sono rimasti scioccati nel concludere che il nucleo solido di WASP-107b ha una massa che non è più di quattro volte quella della Terra, il che significa che oltre l’85% della sua massa deriva dallo spesso strato gassoso che circonda il nucleo. Questa è una ripartizione radicalmente diversa da Nettuno, che ha una massa simile ma ne contiene solo dal 5% al 15% all’interno del suo strato di gas.
Sulla base della loro conoscenza di Giove e Saturno, gli scienziati in precedenza credevano che fosse necessario un nucleo solido almeno 10 volte la massa della Terra per acquisire abbastanza gas per la formazione di un pianeta gigante gassoso, tuttavia WASP-107b sfida questa teoria.
Al proposito, Benneke ha detto:
“Questo lavoro affronta le basi stesse di come i pianeti giganti possono formarsi e crescere. Fornisce una prova concreta del fatto che la massiccia crescita di un involucro di gas può essere innescata per i nuclei che sono molto meno massicci di quanto si pensasse in precedenza”.
Lee inoltre va a ricreare quello che potrebbe essere stato il modo in cui l’esopianeta si è formato:
“Lo scenario più plausibile è che il pianeta si sia formato molto lontano dalla stella, dove il gas nel disco è abbastanza freddo da consentire l’accrescimento di gas molto rapidamente.
Il pianeta è stato in seguito in grado di migrare nella sua posizione attuale attraverso le interazioni con il disco o con altri pianeti nel sistema.”
Mentre studiava il pianeta, il team si è imbattuto in un altro suo simile, sempre nello stesso sistema, WASP-107c, in questo caso troviamo un pianeta che ha una massa che è circa un terzo di quella di Giove e impiega tre anni per orbitare una volta intorno alla sua stella ospite.
L’orbita ovale del pianeta suggerisce che la nuova ipotesi degli astronomi è sulla strada giusta, cosa confermata da Piaulet:
“WASP-107c ha, per alcuni aspetti, mantenuto la memoria di ciò che è accaduto nel suo sistema. La sua grande eccentricità suggerisce un passato piuttosto caotico, con interazioni tra i pianeti che avrebbero potuto portare a spostamenti significativi, come quello sospettato per WASP-107b.”
Il team spera di continuare a studiare lo strano pianeta con il lancio del James Webb Space Telescope quest’anno, sebbene già queste piccole risposte sono una svolta epocale nella conoscenza dello spazio e di chi lo “abita”.
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