Hai presente quando il robot si scarica e ti tocca metterlo in carica come un vecchio smartphone? Dimenticalo. Il nuovo Walker S2 di UBTECH si cambia la batteria da solo. Sì, da solo. E non stiamo parlando di uno scenario futuristico: è successo davvero, e c’è il video a provarlo.
La scena sembra uscita da un film di fantascienza: il robot cammina fino a un rack, ruota le braccia in modo quasi inquietante, sgancia uno dei due pacchi batteria che ha sulla schiena, lo sostituisce con uno carico e riparte come se niente fosse. Nessun umano coinvolto, nessun fermo tecnico. È il primo robot umanoide a riuscirci in autonomia. Ed è un bel punto di svolta.
Il punto non è solo tecnico: è culturale

UBTECH, azienda cinese già nota nel settore della robotica, ha piazzato un colpo che farà discutere. Perché questo aggiornamento del Walker S2, oltre a essere un prodigio di ingegneria (95 kg di automa bipede che si muove con disinvoltura), è anche un segnale molto chiaro: le fabbriche senza luci accese, senza pause e senza persone, non sono più un’ipotesi lontana.
Le batterie? Si ricaricano in 90 minuti. L’autonomia? Due ore di camminata o quattro in piedi. Ma se le può cambiare da solo, allora può tecnicamente lavorare 24 ore su 24. Ed è proprio questo l’obiettivo dei cosiddetti dark factories: ambienti industriali interamente automatizzati, dove la presenza umana non è più richiesta. Né per lavorare, né per fare manutenzione.
Siamo alla vigilia della sostituzione totale?
Il video, mostrato da UBTECH pochi giorni fa, è una demo. Ma è tutto reale. E apre a una domanda molto più ampia: quanto manca prima che questi robot prendano il nostro posto anche nei compiti più “umani”?
Walker S2 non è un caso isolato. In Cina (e non solo), aziende come Unitree stanno lanciando androidi bipedi sempre più accessibili, robusti, pronti per l’uso commerciale. Se prima il limite era proprio la gestione dell’alimentazione, ora quel limite è stato spezzato.
Senza bisogno di tecnici, senza dipendenza da un ciclo esterno. Il robot si ricarica, si resetta e riparte. Da solo. E questo cambia radicalmente il gioco.
Ma cosa sanno fare oggi questi robot?
- Preparano colazioni (davvero)
- Smistano pacchi nei magazzini
- Riconoscono e manipolano oggetti diversi
- E adesso… si cambiano le batterie da soli
Non è solo questione di braccia meccaniche o processori rapidi: è l’integrazione di tutto. Visione artificiale, movimento fluido, autonomia energetica. Non servono più solo per “assistere”, ma per sostituire.
E i lavoratori umani?
È il nodo più spinoso. Perché se un robot può fare tutto questo senza mai fermarsi, che ruolo resta per l’essere umano nella catena produttiva? Il confine tra “supporto alla produttività” e “soppressione del lavoro umano” si fa sempre più sottile.
Ed è il motivo per cui dimostrazioni come quella del Walker S2 suscitano tanto interesse… e un bel po’ di inquietudine.
Non è più fantascienza
Walker S2 è il simbolo di un’accelerazione. Le fabbriche stanno cambiando, i robot diventano sempre più autonomi, e la timeline verso un futuro dominato dalle macchine si accorcia di anno in anno. La prossima volta che vedi un robot in un magazzino, chiediti: ha ancora bisogno di noi, o può farcela da solo anche quando si scarica?
La risposta potrebbe essere già sotto i nostri occhi.
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