L’ isola vulcanica di Krakatoa è una piccola isola in Indonesia, situata a circa 100 miglia a ovest di Jakarta sulla quale, nell’agosto del 1883, avvenne eruzione dell’appunto vulcano Krakatoa (o Krakatau), il quale uccise più di 36.000 persone, rendendola una delle eruzioni vulcaniche più devastanti della storia umana.
Abbiamo detto che Krakatoa è vicino Jakarta, ma dove si trova esattamente? L’isola si trova nello stretto della Sonda, tra le isole di Giava e Sumatra e, al momento della sua famosa eruzione nel 1883, la regione faceva parte delle Indie orientali olandesi, mentre ora invece ora fa parte dell’Indonesia.
Secondo alcuni studiosi, la creazione del vulcano Krakatoa, delle due isole vicine Lang e Verlatan, nonché della caldera sottomarina (cratere vulcanico) tra di loro, sarebbe attribuibile ad una precedente grande eruzione, probabilmente avvenuta nel V o VI secolo d.C.; nel 1883 il vulcano Krakatoa era composto da tre vette: Perboewatan, la più settentrionale e la più attiva, Danan nel mezzo, e il più grande, Rakata, che formava l’estremità meridionale dell’isola.
L’unica eruzione del vulcano Krakatoa confermata avvenuta prima di quella più famosa, risale a ben due secoli prima, nel 1680, e la maggior parte delle persone credeva che ormai fosse un vulcano estinto, tuttavia nel maggio 1883, le persone riferirono di aver sentito tremori e di aver udito esplosioni, prima a Giava occidentale e poi dall’altra parte dello stretto della Sonda a Sumatra.
I rapporti iniziarono ad arrivare dalle navi che navigavano attraverso l’affollato corso d’acqua, inclusa la nave da guerra tedesca Elizabeth, il cui capitano riferì di aver visto una nuvola di cenere sopra Krakatoa che si estendeva per circa 10 chilometri (6 miglia) di altezza. La situazione si calmò entro la fine del mese, anche se fumo e cenere continuavano ad emergere dal cratere di Perboewatan.
L’attività del vulcano Krakatoa tuttavia riprese il 19 giugno entrando in fase parossistica, con una serie di violente esplosioni intorno le 13:00 del 26 agosto poi, intorno alle 14:00, un’ulteriore esplosione ha creato una nuvola di cenere che si è alzata a 27 km (17 miglia) sopra Krakatoa, nell’area sopra Perboewatan.
Questo è stato solo l’inizio dell’eruzione del vulcano Krakatoa, con il culmine raggiunto –dopo 21 ore di una serie di esplosioni sempre più potenti– intorno alle 10 del mattino del 27 agosto, con esplosioni che sono state udite a 3.500 km (2.200 miglia) di distanza in Australia, a Perth, e ceneri che si innalzavano ad un’altezza di 80 km (50 miglia).
La furia del vulcano Krakatoa gettò nell’aria quasi 21 km cubi (5 miglia cubi) di frammenti di roccia e grandi quantità di cenere sono cadute su un’area di circa 800.000 km quadrati (300.000 miglia quadrate). Vicino al vulcano, masse di pomice galleggiante erano così spesse da fermare le navi, mentre invece la regione circostante fu immersa nell’oscurità per due giorni e mezzo a causa della cenere nell’aria.
La polvere fine si è spostata più volte intorno alla Terra, causando spettacolari tramonti rossi e arancioni per tutto l’anno successivo, ed alimentando alcune storie come quella relativa relativa alla luna blu.
Dopo l’eruzione del vulcano Krakatoa, rimase solo un piccolo isolotto in un bacino coperto da 250 metri (900 piedi) di acqua oceanica, con il suo punto più alto che era a circa 780 metri (2.560 piedi) sopra il livello del mare, mentre invece i restanti 23 km quadrati (9 miglia quadrate) dell’isola, comprese sia Perboewatan che Danan, si inabissarono.
L’eruzione del vulcano Krakatoa ha lasciato al seguito fino a 60 metri (200 piedi) di frammenti di cenere e pomice che si erano accumulati sulle isole Verlaten e Lang e sulla restante parte meridionale di Rakata, tuttavia l’analisi di questo materiale ha rivelato che poco di esso era costituito da detriti degli ex coni centrali.
I frammenti di roccia antica in esso contenuti rappresentavano meno del 10 percento del volume della parte mancante dell’isola, la maggior parte del materiale infatti era nuovo magma sollevato dalle profondità della Terra.
Ciò ha di fatto confermato la teoria secondo la quale gli ex coni vulcanici non sono saltati in aria, come si credeva inizialmente, ma sono scomparsi alla vista con la parte superiore del vulcano che è crollata, mentre un grande volume di magma è stato rimosso dal serbatoio sottostante.
Krakatoa era apparentemente disabitato e poche persone morirono a causa delle eruzioni, tuttavia, il crollo del vulcano ha innescato una serie di tsunami, o onde sismiche del mare, registrati fino al Sud America e alle Hawaii, con l’onda più grande che ha raggiunto un’altezza di 37 metri (120 piedi) e ha causato circa 36.000 vittime nelle vicine città costiere di Giava e Sumatra, spazzando via ben 165 villaggi.
Come prova del potere devastante dello tsunami, l’acqua ha depositato la nave a vapore Berouw quasi un miglio nell’entroterra di Sumatra, uccidendo tutti i membri dell’equipaggio.
Tutta la vita sul gruppo di isole Krakatoa fu sepolta sotto uno spesso strato di cenere sterile e la vita vegetale e animale non iniziò a ristabilirsi per cinque anni.
Ma cosa ha causato l’eruzione del vulcano Krakatoa?
Come tutte le eruzioni vulcaniche, quella del vulcano Krakatoa può essere fatta risalire al movimento delle placche tettoniche che compongono la crosta terrestre, che si muovono costantemente l’una contro l’altra sullo spesso strato liquido, o mantello, sottostante.
L’Indonesia si trova nel cuore di una cosiddetta zona di subduzione, dove la placca indo-australiana si scontra con parte della placca asiatica (Sumatra) mentre si sposta verso nord; essendo una placca oceanica più pesante, l’Indo-Australiana scivola sotto la placca continentale più leggera e più spessa (Sumatra), e la roccia e altri materiali che scivolano con essa si riscaldano mentre si tuffa sotto la superficie terrestre.
La roccia fusa (o magma) dal basso scorre verso l’alto attraverso questo canale, formando un vulcano.
Nel 1883, ciascuna delle tre vette distinte del vulcano Krakatoa serviva da via di uscita per l’enorme camera magmatica in profondità sotto di essa, e con i metodi d’analisi di adesso, si pensa che durante un’eruzione precedente, i detriti hanno ostruito il collo di Perboewatan e la pressione si è poi accumulata sotto il blocco.
Dopo l’esplosione iniziale che ha diviso la camera magmatica, il vulcano ha iniziato a collassare con l’acqua di mare che è poi entrata in contatto con la lava calda, creando un cuscino di vapore esplosivo e caldo che ha trasportato i flussi di lava fino a 40 km (25 miglia) ad una velocità che ha raggiunto i 100 km/h (62 mph).
L’eruzione del vulcano Krakatoa ha misurato un 6 sull’indice di esplosività vulcanica (VEI), con una forza di 200 megatoni di TNT, per farti capire immediatamente la sua potenza, in confronto, la bomba che distrusse la città giapponese di Hiroshima nel 1945 aveva una forza di 20 chilotoni, ovvero quasi 10.000 volte meno.
L’eruzione del vulcano Krakatoa ha inviato sei miglia cubiche di roccia, cenere, polvere e detriti nell’atmosfera, oscurando i cieli e producendo tramonti dai colori vivaci e altri effetti spettacolari in tutto il mondo, ma ovviamente ciò è stato un impatto globale devastante.
Scrivendo dall’Inghilterra, il poeta Gerard Manley Hopkins descrisse cieli di verde, blu, oro e viola:
“… più simili a carne infiammata che ai lucidi rossi dei normali tramonti … il bagliore è intenso; questo è ciò che colpisce tutti; ha prolungato la luce del giorno e ha cambiato otticamente la stagione; bagna tutto il cielo, è scambiato per il riflesso di un grande fuoco”.
Nubi dense hanno subito abbassato le temperature nelle immediate vicinanze, inoltre con la diffusione della polvere, secondo studi successivi, l’eruzione ha probabilmente causato un calo delle temperature medie globali per diversi anni.
Altri cambiamenti climatici si sono verificati a migliaia di miglia dall’Indonesia: la quantità di precipitazioni a Los Angeles – 96 cm (38,18 pollici) – nei mesi successivi all’eruzione del Krakatoa rimane la più alta piovosità annuale mai registrata nella città.
Sebbene quella di Krakatoa sia lontana dalla più potente eruzione vulcanica della storia (l’eruzione della vicina Tambora nel 1815, ad esempio, ha misurato un 7 sul VEI), è probabilmente la più famosa. La sua eruzione del 1883 è diventata la prima vera catastrofe globale, grazie alla rete telegrafica mondiale recentemente installata, che ha trasmesso istantaneamente le notizie dell’eruzione in tutto il mondo.
Alla fine del 1927, Krakatoa si risvegliò, producendo vapore e detriti, poi all’inizio del 1928, il bordo di un nuovo cono apparve sopra il livello del mare e nel giro di un anno si trasformò in una piccola isola.
Chiamata Anak Krakatoa (“figlio di Krakatoa”), l’isola ha continuato a crescere fino a un’altezza di circa 1.000 piedi e a volte erutta leggermente, con la più recente registrata il 31 marzo 2014, che ha fatto rilevare un 1 sul VEI.
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