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Vita nello spazio: scoperti composti organici complessi attorno a una giovane stella

Utilizzando l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA), un team di astronomi guidato da Abubakar Fadul del Max Planck Institute for Astronomy (MPIA) ha scoperto molecole organiche complesse nel disco protoplanetario della protostella in eruzione V883 Orionis

Andrea Tasinato 1 ora fa Commenta! 5
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La vita su altri mondo, su altri pianeti è un tema che affascina da sempre, non solo la fantascienza e la fantasia, ma anche l’astronomia stessa: può essere qeusta (finalmente) la volta buona?

Contenuti di questo articolo
Vita dallo spazio? Forse non è solo fantascienzaDalle nubi interstellari alle comete: la vita viaggia nel ghiaccioRadiotelescopio ALMA: un orecchio puntato sul cosmoAlla ricerca di molecole ancora più complesseL’importanza di questo studio?

Un team internazionale guidato dal Max Planck Institute for Astronomy (MPIA) ha fatto una scoperta straordinaria grazie al potentissimo radiotelescopio ALMA, situato nel deserto di Atacama, in Cile: sono state rilevate molecole organiche complesse in un disco protoplanetario attorno alla giovane stella V883 Orionis.

Vita nello spazio: scoperti composti organici complessi attorno a una giovane stella

Tra queste, due in particolare hanno attirato l’attenzione degli scienziati: il glicole etilenico (una molecola base degli anticongelanti) e il glicolonitrile, un composto precursore degli amminoacidi e della base azotata adenina, parte fondamentale del nostro DNA; in altre parole, i semi della vita (o per meglio dire la chimica necessaria per innescarla) e potrebbero nascere molto prima della formazione dei pianeti, già nel cuore delle nubi interstellari.

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Vita dallo spazio? Forse non è solo fantascienza

Le molecole scoperte rientrano nella categoria delle COMs (molecole organiche complesse), ovvero quelle contenenti almeno cinque atomi, tra cui uno di carbonio e questi composti sono considerati i mattoni fondamentali della biologia, e spesso anticipano la formazione di sostanze ancora più complesse come amminoacidi, zuccheri, basi nucleiche.

La novità, spiegano i ricercatori, è che queste molecole non sembrano formarsi solo nei pianeti o nelle comete, ma sono già presenti nei dischi di gas e polveri attorno alle stelle neonate, suggerendo che i sistemi planetari nascono già “arricchiti” di chimica prebiotica.

Dalle nubi interstellari alle comete: la vita viaggia nel ghiaccio

I dischi protoplanetari sono ambienti turbolenti, con temperature in rapido cambiamento e radiazioni intense. In passato si credeva che queste condizioni estreme distruggessero le molecole organiche formatesi in precedenza, costringendo ogni sistema stellare a “ricominciare da zero”.

Vita nello spazio: scoperti composti organici complessi attorno a una giovane stella

Ora però, i dati di ALMA suggeriscono l’opposto: le molecole sopravvivono, vengono incorporate nei dischi e possono continuare a evolversi; secondo Abubakar Fadul, autore principale dello studio, “i dischi protoplanetari ereditano la chimica complessa da fasi ancora più antiche, e la arricchiscono ulteriormente.”

Come nel caso delle comete del nostro Sistema Solare, il calore della stella centrale fa evaporare il ghiaccio che avvolge queste molecole, rendendole rilevabili tramite spettroscopia a radiofrequenza. Ed è proprio in questo modo che ALMA ha identificato glicole etilenico e glicolonitrile.

Radiotelescopio ALMA: un orecchio puntato sul cosmo

Il radiotelescopio ALMA, installato a 5000 metri di altitudine, è uno degli strumenti più sensibili mai costruiti per studiare le frequenze millimetriche e sub-millimetriche della luce, ideali per rilevare firme chimiche in ambienti spaziali freddi e distanti.

Vita nello spazio: scoperti composti organici complessi attorno a una giovane stella

Grazie alla sua risoluzione e alla capacità di analizzare zone molto piccole del cielo, ALMA ha permesso al team di rilevare ben 17 diverse molecole organiche complesse

Alla ricerca di molecole ancora più complesse

Il team del Max Planck Institute, in collaborazione con ricercatori da Harvard, Columbia e Purdue University, sta già lavorando a dati ad alta risoluzione per confermare la presenza di queste molecole e forse identificarne di ancora più complesse, come precursori di zuccheri o persino RNA.

“È solo l’inizio,” spiega Kamber Schwarz, co-autore dello studio. “Siamo convinti che ci sia un’intera chimica prebiotica ancora nascosta, e forse basterà solo guardare nelle giuste frequenze dello spettro elettromagnetico per trovarla.”

L’importanza di questo studio?

Questa scoperta rafforza l’idea che la vita sulla Terra potrebbe non essere un’eccezione, ma piuttosto il risultato naturale di un processo chimico diffuso nell’universo. Se i mattoni della vita sono già presenti prima ancora che esistano i pianeti, allora ogni sistema solare potrebbe avere il potenziale per ospitare la vita, almeno a livello molecolare.

In altre parole: la chimica della vita potrebbe essere la norma, non l’eccezione.

 Max Planck InstituteAstrophysical Journal Letter
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