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NotiziaSalute

Ritrovato il vino più antico del mondo: è ancora liquido dopo 2.000 anni

Il vino più antico del mondo, ritrovato in Spagna, è ancora liquido dopo 2.000 anni. Scopri i dettagli di questo straordinario ritrovamento archeologico

Massimo 12 mesi fa Commenta! 3
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Il vino più antico del mondo è stato scoperto in un’urna funeraria a Carmona, in Spagna. Incredibilmente, è ancora liquido dopo oltre 2.000 anni. Questo ritrovamento eccezionale è avvenuto nella necropoli di Carmona, dove sono stati rinvenuti anche i resti cremati di un antico romano e un anello d’oro.

Contenuti di questo articolo
Analisi chimiche confermano: è vino, il vino più anticoUn primato millenario
Vino più antico

Il vino è stato trovato insieme alle ceneri di un romano, all’interno di un’urna di vetro. Gli archeologi dell’Università di Cordova hanno studiato il liquido, che all’inizio ha lasciato tutti sorpresi. Juan Manuel Román, archeologo della città, racconta che inizialmente non riuscivano a credere che in un’urna funeraria potesse esserci del liquido ancora conservato.

Analisi chimiche confermano: è vino, il vino più antico

Per determinare se il liquido fosse davvero vino, i ricercatori hanno condotto varie analisi chimiche. Hanno esaminato il pH, la presenza di materia organica e sali minerali, nonché le sostanze derivate dai resti del deceduto e dalla stessa urna di vetro. I risultati delle analisi hanno confermato che si tratta di vino, contenente sette polifenoli presenti anche nei vini moderni dell’Andalusia.

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L’assenza dell’acido siringico, un particolare polifenolo, ha fatto supporre che originariamente fosse un vino bianco, che nel tempo ha acquisito una colorazione rossastra. Non è stato possibile stabilire con precisione l’origine geografica del vino, ma alcuni sali minerali presenti nel liquido sono comuni nei vini bianchi prodotti nella regione che un tempo faceva parte dell’antica provincia romana della Betica.

Un primato millenario

Il vino risale al primo secolo dopo Cristo, il che lo rende il vino più antico mai scoperto, superando il primato della bottiglia di vino di Spira, in Germania, risalente al quarto secolo dopo Cristo. Questo straordinario ritrovamento non solo riscrive la storia del vino, ma offre anche nuove prospettive sulle pratiche funerarie e sulle abitudini alimentari dei romani.

Ma le sorprese della necropoli di Carmona non finiscono qui. In un’altra urna funeraria sono stati rinvenuti tre gioielli in ambra, una bottiglietta di profumo con sentori di patchouli e resti di tessuti probabilmente in seta. Questo ricco corredo funebre sottolinea l’importanza della famiglia sepolta nel mausoleo, situato lungo una strada principale che collegava Carmona a Hispalis, l’attuale Siviglia.

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