Quando il Comitato Nobel ha cercato di contattarlo per comunicargli la vittoria, lui non ha risposto. Non per distrazione, ma perché si trovava nel cuore dell’Idaho, in mezzo ai boschi, con il telefono in modalità aereo. Così l’immunologo statunitense Fred Ramsdell, vincitore del Premio Nobel per la Medicina 2025, ha scoperto la notizia solo un giorno dopo.
Il ricercatore ha raccontato l’episodio al New York Times, con un’ironia disarmante: “Quando mia moglie ha urlato, ho pensato che avesse visto un orso. Invece avevamo appena vinto il Nobel”.
Vince il Nobel ma lo scopre solo dopo: la storia di Fred Ramsdell
Mentre a Stoccolma venivano annunciati i vincitori del Nobel per la Medicina 2025, Fred Ramsdell era nel mezzo di un’escursione con la moglie. Da tre settimane stavano viaggiando tra le montagne dell’Idaho, del Wyoming e del Montana, lontani da ogni segnale.
Quando il telefono ha finalmente ripreso campo, la moglie ha notato decine di chiamate e messaggi. Ramsdell, convinto che si trattasse di un’emergenza, ha provato subito a richiamare il segretario generale del Comitato Nobel, Thomas Perlmann, ma era notte fonda in Svezia. La telefonata ufficiale è arrivata solo la mattina successiva.
Le scoperte che valgono un Nobel
Ramsdell è uno dei tre scienziati premiati per aver svelato i meccanismi delle cellule T regolatorie (Treg), una scoperta che ha rivoluzionato l’immunologia moderna. Queste cellule aiutano il sistema immunitario a controllare l’infiammazione e a distinguere tra cellule proprie e agenti esterni, prevenendo le malattie autoimmuni.
Insieme a lui sono stati premiati la connazionale Mary E. Brunkow e il giapponese Shimon Sakaguchi, che già negli anni ’90 aveva identificato il ruolo chiave delle Treg. Le loro ricerche hanno aperto nuove strade nella cura di patologie come diabete di tipo 1, sclerosi multipla e artrite reumatoide.
Un premio arrivato tra i monti
“È stato un momento surreale”, ha raccontato Ramsdell. “Non capita tutti i giorni di scoprire che hai vinto un Nobel mentre sei nel bosco, coperto di polvere e con lo zaino in spalla”.
L’immunologo, oggi ricercatore al Parker Institute for Cancer Immunotherapy, ha dedicato il premio “a tutti gli scienziati che lavorano lontano dai riflettori”. E in effetti, nel suo caso, lontano anche dal segnale telefonico.
La notizia ha fatto il giro del mondo in poche ore, diventando uno degli episodi più condivisi dell’edizione 2025: la storia di un Nobel che ha dovuto riaccendere il telefono per scoprire di essere entrato nella storia.
Il lato umano della scienza
L’avventura di Fred Ramsdell mostra quanto la scienza sappia ancora sorprendere, non solo nei laboratori ma anche nella vita quotidiana. Un telefono spento, una montagna silenziosa e una notifica che cambia tutto: il simbolo perfetto di un’epoca in cui anche chi studia l’immunità del corpo può concedersi qualche giorno di disconnessione.
“Ho sempre pensato che la natura fosse terapeutica”, ha commentato lo scienziato, “ma non immaginavo che mi avrebbe portato un Nobel”.
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