Una scoperta sorprendente sulle vespe (o perlomeno su una particolare specie di vespe) arriva dall’Università di Stirling, nel Regno Unito, e potrebbe cambiare il modo in cui affrontiamo il controllo biologico dei parassiti e si parla della Lysiphlebus fabarum, una minuscola vespa (appena 1 mm di lunghezza) capace di comportamenti riproduttivi inaspettati e anche di grande interesse per l’agricoltura sostenibile.

Il superpotere di queste vespe? Riprodursi con o senza partner
Fino a oggi si pensava che le femmine asessuate di questa specie non potessero accoppiarsi. E invece sì, possono farlo e non solo per “sport”: lo fanno davvero per riprodursi, mescolando il loro DNA con quello dei maschi; questo tipo di comportamento si chiama sesso facoltativo (un ibrido tra riproduzione sessuata e asessuata) ed è stato osservato e confermato grazie a test genetici su centinaia di vespe allevate in laboratorio.
La ricerca è stata guidata dalla dottoressa Rebecca Boulton, che ha seguito due generazioni di vespe in ambienti controllati, scoprendo che alcune femmine asessuate avevano figli con DNA paterno: prova inequivocabile di accoppiamento efficace.
Perché ci interessa? Perché divorano afidi… dall’interno
Potrà sembrare cruento (e lo è), ma è anche estremamente utile: Lysiphlebus fabarum depone le uova all’interno degli afidi, piccoli insetti che infestano le piante e danneggiano le colture. Le larve delle vespe crescono dentro l’afide e lo consumano fino a ucciderlo: per farla breve, sono killer naturali di parassiti.

Molte vespe simili sono già usate come alternativa ecologica ai pesticidi, ma questa specie in particolare (pur essendo diffusa in tutto il mondo) finora non è mai stata utilizzata su larga scala ed uno dei motivi? Le difficoltà nel garantirne la varietà genetica, fondamentale per adattarle a climi e parassiti locali.
Ed è qui che entra in gioco il sesso facoltativo.
Verso un futuro più sostenibile (e strategico)
La possibilità che una singola specie possa alternare riproduzione sessuale e asessuale rappresenta un enorme vantaggio per la selezione e l’allevamento in laboratorio:
- Da un lato, la riproduzione asessuata è veloce e facile da gestire.
- Dall’altro, quella sessuata permette di mescolare i geni, migliorando la resistenza e l’adattabilità delle future generazioni.
Un equilibrio che può davvero rappresentare “il meglio dei due mondi”, come suggerisce anche il titolo dello studio pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science.
Biotecnologia sì, ma partendo dalla natura
Il lavoro della dottoressa Boulton è stato finanziato da una borsa Discovery del BBSRC (un ente britannico che promuove la ricerca biologica); secondo la professoressa Anne Ferguson-Smith, questa scoperta dimostra quanto sia importante sostenere la ricerca di base: anche un esperimento su una vespa di 1 mm può avere implicazioni globali per l’ambiente, l’agricoltura e la sicurezza alimentare.

In un’epoca in cui i pesticidi chimici mostrano sempre più i loro limiti e i loro effetti collaterali, affidarsi ai meccanismi evolutivi della natura (e con un tocco di ingegnosità umana) potrebbe essere la via migliore per un futuro più sano e sostenibile.