Il vaiolo delle scimmie continua ad avanzare in tutto il mondo e molti si stanno chiedendo se dovremo affrontare una nuova pandemia come quella da infezione da Covid19. Una preoccupazione più che legittima visto che i casi aumentano e si diffondono in diverse nazioni, tra le quali anche l’Italia.
Per cercare di rispondere a questo interrogativo è stata consultata La dottoressa Amira Roess, epidemiologa e professoressa alla George Mason University, specializzata in malattie infettive.
Vaiolo delle scimmie: cosa dobbiamo aspettarci?
Il nuovo focolaio del vaiolo delle scimmie, nonostante si stia espandendo in tutto il mondo, potrebbe evolversi in una pandemia della stessa gravità del COVID-19, considerati alcuni fattori. Innanzitutto, non è trasmissibile come COVID-19. il contagio avviene esclusivamente attraverso uno stretto contatto fisico e si manifesta con un’eruzione cutanea che rende semplice identificarlo e curarsi tempestivamente.
Gli operatori sanitari e i dipartimenti sanitari di tutto il mondo sono ora a conoscenza del vaiolo delle scimmie e di cosa è necessario fare se c’è un caso sospetto. Ciò significa che esiste la possibilità di interrompere la trasmissione. Finché il virus rimarrà così e gli operatori sanitari e gli istituti sanitari avranno le risorse per contrattaccare, sarà possibile tenerlo sotto controllo per prevenire una pandemia su larga scala. Questa condizione è necessaria, al fine di vedere la proliferazione di nuovi casi.
Quando è esplosa la pandemia da Covid19, il virus era sconosciuto e di conseguenza la conoscenza medico-scientifica era piuttosto limitata. Fortunatamente per vaiolo delle scimmie, si hanno molte più informazioni anche se la situazione è comunque perfettibile. I governi di tutto il mondo sono consapevoli dei sacrifici che hanno richiesto ai loro popoli per contenere il Covid19 e sono riluttanti all’idea di riproporre le stesse politiche di contenimento per il vaiolo delle scimmie.
L’esperienza precedente sarà utile per fare capire che il vaiolo delle scimmie è meno trasmissibile del Covid19, e non sarà necessario imporre di stare a casa o altre limitazioni sui movimenti e le abitudini dei cittadini. Raccomandazioni e precauzioni potrebbero adattarsi alla situazione contingente, se ad esempio il virus si evolve, o cambia, e ci ritroviamo in un ceppo più trasmissibile o in un ceppo più virulento di vaiolo delle scimmie, allora dovremo cambiare strategie. Ma questo sembra improbabile vista l’attuale situazione epidemiologica.
Diverse persone contagiate sono state infettate da partner sessuali. Questo non vuol dire che si tratti di un’infezione a trasmissione sessuale in senso stretto. Affinché un’infezione sia trasmessa sessualmente, ci aspettiamo che il virus infettivo venga trasmesso attraverso lo sperma e i fluidi vaginali. Finora non abbiamo rilevato virus in questi fluidi, ma questo richiede molto più studio.
Quando abbiamo assistito a focolai nell’Africa occidentale e centrale e negli Stati Uniti nel 2003, ciò che è successo spesso è stato che un individuo fosse stato esposto al vaiolo delle scimmie dopo essere entrato in stretto contatto con un animale infetto che lo ha infettato a sua volta. L’individuo infetto ha quindi infettato i membri della famiglia e persino gli operatori sanitari che lo avevano in cura. Questo è quello che sta succedendo ora in molti Paesi del mondo.
Abbiamo affrontato numerosi focolai di vaiolo delle scimmie negli ultimi decenni, da quando il virus del vaiolo delle scimmie è stato identificato per la prima volta alla fine degli anni ’50. I focolai di vaiolo delle scimmie tendono a esaurirsi e storicamente ciò era dovuto alla catena di trasmissione limitata dal punto dell’evento di spillover agli stretti contatti del primo caso umano. Tuttavia, la maggiore invasione delle aree selvatiche, combinata con la rapida urbanizzazione e globalizzazione significa che vedremo catene di trasmissione allungate.
Inoltre, l’immunità che molte persone avevano a seguito della campagna di vaccinazione contro il vaiolo è notevolmente diminuita perché l’ultimo caso risale a più di 40 anni fa e la vaccinazione globale contro il vaiolo è stata interrotta in seguito all’eradicazione riuscita del vaiolo stesso.