Da quando è scoppiata la pandemia da coronavirus, trovare il vaccino covid19 è diventata una priorità per tutte le nazioni colpite dall’infezione e che desiderano tornare al più presto alla normalità. Le opinioni al riguardo sono diverse: si parla di scavalcare alcuni step della ricerca e sperimentare il nuovo vaccino covid19 su esseri umani volontari; c’è chi dice che non sarà possibile trovare una soluzione prima di 2 anni e chi invece spinge per potenziare la sanità e concentrarsi su terapie efficaci.
Naturalmente trovare un vaccino restituirebbe a molti di noi un po’ di serenità, che è stata sacrificata in questi ultimi due mesi, ma le perplessità al riguardo spingono a fare le dovute riflessioni. Innanzitutto bisogna fare a malincuore un discorso asettico e parlare anche dei costi economici: per trovare un vaccino covid19 che sia testato ed efficace occorrono ingenti risorse.
Questo investimento necessita di una domanda costante. Può sembrare un discorso cinico, ma sono le regole dell’economia: se la malattia cessa di diffondersi, investire su un vaccino diventa un suicidio per le tasche di qualsiasi Governo o casa farmaceutica che voglia puntare sulla ricerca.
Queste valutazioni hanno trovato un fondamento nelle esperienze passate: sia per la sars che per la mers (entrambe della famiglia dei coronavirus) la ricerca di un vaccino è stata abbandonata non trovando un riscontro economico valido rispetto alle esigenze contingenti.
La stessa OMS ha dichiarato che dei 33 vaccini sperimentali per la SARS solamente due hanno raggiunto la fase dei test clinici con esseri umani, tutti gli altri si sono fermati prima delle sperimentazioni sugli individui. Per la MERS solo tre vaccini hanno raggiunto la fase dei test clinici, su 48 candidati.
Vaccino covid19: che prospettive ci sono?
L’emergenza covid19 ha evidenziato tutte le fragilità del sistema sanitario nazionale e ha spinto ad investire in strutture che potenziassero i posti letto in terapia intensiva senza trascurare la ricerca medica. Grazie all’impegno dell’intelligenza artificiale, che ha ridotto i tempi dell’indagine diagnostica e a tutti i progressi fatti in ambito medico negli ultimi anni, è stato possibile sviluppare diversi vaccini sperimentali in tempi ridotti.
Secondo l’ultimorapporto dell’OMS, a oggi sono già disponibili 83 vaccini candidati contro la covid19 e 6 di questi hanno raggiunto lo step dei test clinici. Questo non significa che il vaccino covid19 sia alle porte, ma indica un certo interesse nella ricerca che rende ottimisti osservatori ed esperti.
Qualche settimana fa a Seattle è stato attivato il primo test clinico su esseri umani, saltando quelli preliminari sugli animali, per sincerarsi della sicurezza ed efficacia del loro vaccino. Anche l’Università di Oxford ha avviato i primi test su esseri umani e fa trapelare un certo ottimismo rispetto alla possibilità di rendere fruibili entro la fine dell’estate un milione di dosi che serviranno per misurare l’efficacia su un campione importante della popolazione.
Vaccino covid19: la posizione del Governo
Un punto dal quale non si può trascendere e che mette tutti d’accordo riguarda la sicurezza nel poter somministrare il vaccino covid19 senza che si vada a compromettere la salute dei cittadini. Un altro problema che dovrà fronteggiare il Governo sarà quello di decidere come distribuire le dosi che eventualmente si avranno a disposizione. Già si parla di dare la precedenza al personale sanitario per ovvi motivi, che sarà seguito dalle categorie a rischio.
I tempi però sono lunghi e la ricerca è ancora in alto mare, nonostante l’ottimismo ostentato dalle case farmaceutiche, che parlano di una svolta entro la fine dell’anno. Diversi immunologi invece sostengono che si potrà ragionare di un vaccino covid19 non prima del 2021, e che per coprire tutte le categorie bisognerà aspettare il 2022.
Nell’attesa, sarà importante concentrarsi su protocolli di cura efficaci basati su tutti gli studi che vengono giornalmente pubblicati al riguardo. Sarà fondamentale continuare a praticare il distanziamento sociale e i probabili nuovi cicli di quarantena, che garantiranno di tenere sotto controllo l’infezione e permettendo agli ospedali di lavorare in serenità senza portarli al collasso.