L’uragano Ian ha colpito la terra nel sud-ovest della Florida con una potenza tale da venir catalogato come uragano di categoria 4, poco meno di una categoria 5, ovvero uno dei più forti uragani che abbiano mai colpito gli Stati Uniti. Gli scienziati del governo sanno cosa vuol dire fissare un uragano negli occhi, e lo hanno fatto per innumerevoli tempeste volando con aerei da caccia per gli uragani e facendo cadere sensori per misurare la forza dell’uragano, ma per alcuni membri della National Oceanic and Atmospheric Administration, l’uragano Ian è stato il volo di uragano più violento che abbiano mai sperimentato.
Le giostre sono spesso irregolari e rumorose, ma c’è un posto dove non possono andare nemmeno gli aeroplani collaudati in battaglia e gli scienziati a prova di sacca da vomito, questo strato limite si trova a 915 metri (3.000 piedi) dove l’aria e l’oceano si incontrano, considerato un violento calderone ribollente di vento e acqua salata.
Joseph Cione, il meteorologo principale presso la National Oceanic and Atmospheric Administration, ha detto al corrispondente nazionale e ambientale senior della CBS News Ben Tracy che è essenziale che trovino una via laggiù, con ogni mezzo possibile.
“Dobbiamo ancora andare laggiù. Questo è il punto. Non possiamo evitarlo. ‘Oh, è troppo pericoloso. Non possiamo andare laggiù.’ Bene, noi umani forse non possiamo andare laggiù, ma possiamo portare la nostra tecnologia laggiù e inviare quei dati in modo che possano essere utilizzati”
ha detto Cione.
Uno dei modi per ottenere informazioni dallo strato limite include l’utilizzo di un drone senza pilota in grado di volare dentro e intorno alle raffiche di vento più alte.
Lo strumento che darebbe una svolta allo studio dell’uragano Ian e simili
Il drone, chiamato “The Altius 600“, pesa circa 12kg (25 libbre) e può volare per quasi quattro ore, restituendo dati in tempo reale sulle condizioni dell’uragano Ian o di suoi simili. Quando il drone viene schierato, la sua missione è rilevare i cambiamenti di intensità all’interno della tempesta, e sebbene la paura sia per gli scienziati che per i meteorologi è in rapido aumento, anche perché si prevede un futuro con molti uragani paragonabili a Ian, la rapida intensificazione di un uragano può dare alle comunità costiere poco tempo per prepararsi.
Un recente esempio di uragano che si è andato rapidamente ad intensificare è stato l’uragano Harvey, il quale nel 2017, è passato da un categoria 1 a un categoria 4 in sole 24 ore prima di approdare, devastando parti del Texas e della Louisiana, il che ti lascia immaginare il repentino cambiamento e la differenza nei preparativi per affrontare questo genere di uragani.
La ricerca mostra che gli uragani dell’Atlantico si stanno intensificando più rapidamente a causa delle acque oceaniche più calde, molto probabilmente, anzi quasi sicuramente a causa del cambiamento climatico, inoltre l’atmosfera più calda della Terra fa si che le tempeste trattengono anche più acqua e l’aumento degli oceani può rendere le mareggiate più devastanti.
È questa conoscenza e i dati raccolti dai cacciatori di uragani che hanno aiutato milioni di abitanti della Florida nella loro decisione di evacuare, salvando forse vite umane.
“Avendo queste osservazioni che altrimenti non avremmo, possiamo dire ai meteorologi e ai gestori delle emergenze che prendono queste decisioni di vita o di morte, evacuando o meno, se la tempesta è forte o più debole di quanto pensi”
ha detto Cione.
Questo prodotto infine aiuterebbe anche i meteorologi sul campo a prevedere dove potrebbe arrivare un altro eventuale uragano Ian i quali sono solitamente imprevedibili, inoltre i dati raccolti potrebbero aiutare a prepararsi per la prossima grande tempesta.
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