La tecnologia la protagonista.
In queste settimane si svolgerà a Milano durante il Technology Forum, alcuni argomenti saranno la tecnologia e l’uomo, se così si può dire, per lo sviluppo di una società sostenibile e umano centrica, fino alla cosiddetta mobilità 2.0. Case sempre più dotate di domotica, abitazioni sempre più automatizzate.
Tutte cose hi-tech alle quali inizia difficile stare dietro?
Non c’è alcun dubbio che la tecnologia abbia semplificato le cose su molti fronti, ad esempio senza servizi di messaggistica istantanea o della posta elettronica la ricerca di lavoro per molti sarebbe più difficile (in molti casi è diventata addirittura impossibile visto che l’email è obbligatoria in alcuni ambiti).
Molti servizi sono legati alla rete globale che noi conosciamo come internet. Credo che molti di voi avranno un parente che più di televisione e radio non sa usare, ma puntualmente vi chiederà “mi cercheresti su internet tale cosa, per favore?”. Questo per far capire che, ironicamente, internet influenza anche le persone che non ne fanno utilizzo, anche se in modo indiretto.
Il problema di per sé, a mio modesto avviso, non è la tecnologia che si evolve: ma il rapporto che ha la popolazione con essa.
Bellissimo il fatto di poter, ad esempio, preimpostare il forno per poter tornare a casa e trovarsi pronto l’arrosto bello caldo, all’orario che abbiamo deciso. O addirittura, esagerando, programmare un robottino che metterà la benzina sull’auto quando necessario (o visto che si parla di “green” e di decarbonizzazione nell’evento sopra menzionato, facciamo anche ricaricare l’auto elettrica).
Voglio dire che potrebbe crearsi uno scenario alla Wall-E?
No, almeno non nell’immediato.
Voglio dire che per sapere usare una tecnologia bisogna anche comprenderla.
Farò un esempio più prossimo a noi per far capire quello che voglio dire.
Sicuramente hai nella tua cerchia di amici ed amiche qualcuno che ogni tanto dice: “mio figlio è un genio, sa usare perfettamente il tablet”, oppure “mio figlio è veramente bravo con il telefono”, poi quando vai ad indagare scopri che queste enormi “capacità” non vanno oltre ad installare chissà quale gioco strano su Android, nel migliore dei casi l’installazione di un APK. Per un genitore che sa a malapena come cosa sia un APK, anche saper installare la versione Android di OpenOffice è qualcosa di “fuori dal comune”.
Il punto è che strumenti estremamente facili rischiano di rendere l’utente meno propenso ad imparare i concetti basilari di quello che sta usando.
Chi (ancora) possiede un Personal Computer e ne fa spesso uso, è perfettamente conscio delle limitazioni degli strumenti “smart”, dove molte cose sono estremamente semplificate. Chi ha passato il periodo MS-DOS, i periodi di transizione dei vari Windows, non avrà avuto difficoltà nell’uso degli APK, perché avendo usato lo strumento “base”, il PC, non è esente da tali basi e, consciamente o meno, riesce a sfruttarle, scaricando app alternative alle “solite” e testando le cose.
Semplificando potremmo dire: un PC lo guidi tu, lo smartphone sostanzialmente guida te.
Ora, cosa c’entra tutto questa pappardella con domotica, mobilità 2.0 di auto che magari si guidano pure da sole?
Sarò breve: l’alternativa “analogica” o comunque “umana” in qualche modo serve sempre!
È strano che in un sito di tecnologia si possa leggere una frase del genere, ma cercherò di contestualizzarla un pochino.
Nell’esempio dell’auto che si guida da sola, ad esempio, mettiamo caso non prenda il GPS e l’auto non possa “sapere” dove deve andare, in quel caso dobbiamo guidarla noi: non farci guidare dall’auto. L’alternativa “analogica” della guida NON assistita dell’automobile sarà necessaria, o come nell’esempio del forno di prima, in caso cui salti la corrente e non si è in grado di cucinare, diventa davvero un po’
La tecnologia non deve “sostituire” l’uomo, ma deve “crescere” insieme ad esso. Un po’ come nell’esempio PC-Smartphone, che è molto generalizzato e meriterebbe un approfondimento a sé, ma è per far capire che come il sistema operativo medio “guida” l’utente, anche la domotica rischia di essere più una cosa che “guida” chi abita la casa, anziché essere un’assistenza vera e propria.
Prima di parlare di domotizzare la casa o di automatizzare le automobili è molto più opportuno una “educazione alla tecnologia” e al suo utilizzo, piuttosto che dare in mano all’utenza gli oggetti senza una “formazione”.