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Notizia

Lo strano caso dell’uomo di Birmingham, affetto da triphallia ( aveva ben 3 peni)

Quando l'uomo di Birmingham ha donato il suo corpo alla scienza, nessuno poteva immaginare che avrebbe offerto un contributo così eccezionale. Durante un'autopsia, i medici dell'Università di Birmingham hanno scoperto che l'uomo aveva tre peni. Questa condizione, nota come trifallia, è così rara che il caso è stato documentato come il secondo nella storia della letteratura scientifica. La sua storia, emersa solo dopo la sua morte, rivela i segreti che il corpo umano può celare

Denise Meloni 1 giorno fa Commenta! 6
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Durante un’autopsia, i medici dell’Università di Birmingham hanno fatto una scoperta straordinaria: un uomo di 78 anni( l’uomo di Birmingham) , che aveva donato il suo corpo alla scienza, aveva tre peni. Questa condizione, nota come trifallia, è così rara che il caso è stato documentato come il secondo nella storia della letteratura scientifica.

Contenuti di questo articolo
L’uomo di Birmingham: un’anomalia rarissima scoperta post-mortemIl mistero di una vita senza sintomiUno sguardo raro sulla polifallia
Lo strano caso dell'uomo di birmingham, affetto da triphallia ( aveva ben 3 peni)
Lo strano caso dell’uomo di birmingham, affetto da triphallia ( aveva ben 3 peni)

L’uomo di Birmingham: un’anomalia rarissima scoperta post-mortem

L’aspetto più sorprendente di questa vicenda è che la trifallia è stata scoperta per puro caso. Se l’uomo non avesse scelto di donare il suo corpo alla scienza, la sua condizione congenita non sarebbe mai stata svelata. La scoperta sottolinea come alcune anomalie fisiche possano non manifestare sintomi evidenti, permettendo alle persone di vivere una vita normale senza esserne consapevoli.

Nel descrivere il caso, gli specialisti della Facoltà di Medicina dell’Università di Birmingham si sono trovati di fronte a una sfida unica. Le rigide procedure locali, volte a proteggere la privacy dei donatori, hanno impedito ai sei ricercatori di accedere alla storia clinica dell’uomo. Pertanto, l’identità del donatore e il suo passato medico sono rimasti completamente anonimi.

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Lo strano caso dell'uomo di birmingham, affetto da triphallia ( aveva ben 3 peni)
Lo strano caso dell’uomo di birmingham, affetto da triphallia ( aveva ben 3 peni)

Questa mancanza di informazioni ha costretto gli scienziati a fare affidamento esclusivamente sulle loro osservazioni anatomiche del cadavere. Hanno potuto esaminare la struttura interna e la disposizione dei tre peni, ma non avevano alcun contesto clinico su come questa condizione avesse influenzato la vita del paziente. L’assenza di dati medici pregressi, se da un lato ha limitato la comprensione completa degli effetti della trifallia, dall’altro ha offerto un’opportunità eccezionale per uno studio puramente anatomico, fornendo dettagli mai documentati prima su questa rarissima malformazione.

Il mistero di una vita senza sintomi

È possibile che l’uomo con trifallia non si sia mai accorto della sua condizione, dato che esternamente i suoi genitali apparivano normali. Gli specialisti dell’Università di Birmingham hanno scoperto che, oltre al pene principale, l’uomo aveva due peni più piccoli, nascosti all’interno del sacco scrotale e posizionati alla base del pene più grande. Sebbene fossero anatomicamente completi, con glande e corpi cavernosi, solo uno dei due peni secondari era collegato all’uretra del pene principale, che seguiva un percorso anomalo.

Questa complessa anatomia potrebbe aver causato problemi non diagnosticati. È stato ipotizzato che l’inserimento di un catetere sarebbe stato estremamente difficile e traumatico, suggerendo che l’uomo non ne abbia mai avuto bisogno. Inoltre, le erezioni avrebbero potuto essere dolorose, dato che anche i peni secondari avrebbero potuto gonfiarsi di sangue, comprimendo i testicoli e il pene principale. Tuttavia, queste rimangono solo supposizioni, poiché i ricercatori non avevano accesso alla cartella clinica del donatore. È dunque plausibile che l’uomo abbia vissuto la sua intera vita senza sintomi evidenti.

Lo strano caso dell'uomo di birmingham, affetto da triphallia ( aveva ben 3 peni)
Lo strano caso dell’uomo di birmingham, affetto da triphallia ( aveva ben 3 peni)

Questo caso clinico solleva la possibilità che la polifallia, e in particolare la trifallia, possa essere più comune di quanto si creda. La ragione è che i peni supplementari, se piccoli e nascosti all’interno dello scroto, potrebbero non essere notati. La causa di questa anomalia è legata a mutazioni genetiche che portano il tubercolo genitale, la struttura embrionale da cui derivano gli organi genitali, a suddividersi in modo anomalo. Gli autori dello studio sottolineano che la formazione di peni soprannumerari è un’anomalia estremamente rara, stimata in circa un caso ogni 5-6 milioni di nati vivi.

Uno sguardo raro sulla polifallia

Nel corso dei secoli, la polifallia è stata oggetto di 168 articoli scientifici pubblicati tra il 1600 e il 2023. La maggior parte di questi casi, ben 112, descrivevano una condizione di difallia completa, mentre 50 erano di pseudodifallia. Soltanto un caso documentato prima di quello recente in Gran Bretagna era di trifallia completa. Tra i casi più particolari c’è quello di un bambino iracheno nato nel 2021 con due glandi extra, poi rimossi chirurgicamente. Quando i peni aggiuntivi non causano sintomi, i medici possono scegliere di non intervenire.

Nel contesto della rara scoperta, gli scienziati dell’Università di Birmingham hanno voluto sottolineare un aspetto fondamentale: l’importanza delle dissezioni anatomiche meticolose. Sebbene con l’avanzare della tecnologia medica si tenda a fare affidamento su tecniche diagnostiche non invasive, questo caso ha dimostrato il valore insostituibile di un’analisi anatomica diretta e dettagliata.

Lo strano caso dell'uomo di birmingham, affetto da triphallia ( aveva ben 3 peni)
Lo strano caso dell’uomo di birmingham, affetto da triphallia ( aveva ben 3 peni)

La trifallia dell’uomo, una condizione praticamente sconosciuta, ha permesso ai ricercatori di creare una risorsa inestimabile. Sebbene non si possa sapere con certezza quali implicazioni funzionali abbia avuto questa anomalia per il paziente, lo studio ha fornito una comprensione anatomica che non era mai stata documentata prima. Questa conoscenza è cruciale non solo per arricchire la comprensione dell’anatomia umana, ma anche per la futura gestione clinica di pazienti viventi a cui dovesse essere diagnosticata la stessa condizione. Lo studio ha, in sintesi, offerto una rara opportunità di imparare dall’anatomia post-mortem, con potenziali benefici per la medicina del futuro.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica BMC Journal of Medical Case Reports.

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