La Terra non ha una sola compagna celeste. Oltre alla Luna, da circa 60 anni ci segue silenziosamente anche una quasi-luna: un asteroide chiamato 2025 PN7, del diametro di circa 19 metri, che resterà nella nostra orbita apparente ancora per altri sei decenni.
Cos’è una quasi-luna
A differenza di una luna vera e propria, una quasi-luna non orbita intorno al pianeta, ma si trova in una particolare risonanza con l’orbita terrestre. In pratica, viaggia attorno al Sole quasi alla stessa velocità della Terra, tanto da sembrare che ci giri intorno.
Gli astronomi la considerano parte della classe dinamica degli Arjuna, piccoli asteroidi con orbite molto simili a quella terrestre. Alcuni di loro possono persino subire catture temporanee diventando mini-lune, anche se tecnicamente il fenomeno è diverso: le mini-lune restano intrappolate per un po’ nella gravità terrestre, le quasi-lune no.
La scoperta di 2025 PN7

Il nuovo oggetto è stato individuato il 2 agosto 2025 dai ricercatori dell’osservatorio Pan-STARRS alle Hawaii. Grazie al sistema Horizons del Jet Propulsion Laboratory della NASA e a strumenti di calcolo Python, è stato possibile ricostruire la sua traiettoria.
Il risultato? 2025 PN7 accompagna la Terra dal 1965 circa e resterà con noi fino al 2085, prima di riprendere la sua strada nello spazio profondo. Un tempo relativamente breve rispetto ad altre quasi-lune già note.
Non è la prima quasi-luna
Il primo oggetto di questo tipo fu scoperto nel 1991 e in quell’occasione alcuni ipotizzarono addirittura che potesse trattarsi di una sonda aliena. Da allora, la comunità scientifica ha riconosciuto che si tratta di fenomeni naturali, parte integrante della popolazione di asteroidi vicini alla Terra.
Oggi conosciamo altre sei quasi-lune:
- 164207 Cardea (2004 GU9)
- 469219 Kamo’oalewa (2016 HO3)
- 277810 (2006 FV35)
- 2013 LX28
- 2014 OL339
- 2023 FW13
Con l’arrivo di 2025 PN7, la lista si allunga, arricchendo il quadro degli oggetti che condividono in parte la nostra orbita attorno al Sole.
Perché sono importanti

Studiare le quasi-lune non serve solo a soddisfare la curiosità astronomica. Questi corpi celesti rappresentano una palestra naturale per capire meglio le interazioni gravitazionali tra Terra, Luna e piccoli asteroidi.
Possono anche diventare obiettivi interessanti per future missioni spaziali: raggiungerli richiede meno energia rispetto ad altri asteroidi, e questo li rende utili per test tecnologici o per esplorazioni scientifiche mirate.
Uno sguardo al futuro
Se la nostra Luna rimane insostituibile, la presenza di asteroidi come 2025 PN7 ci ricorda che il Sistema Terra-Luna è molto più complesso di quanto sembri a prima vista. Piccoli corpi celesti entrano ed escono dalla nostra orbita apparente, lasciandoci la sensazione di avere satelliti “fantasma” che ci accompagnano nel viaggio attorno al Sole.
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FAQ – Quasi-luna 2025 PN7
Cos’è una quasi-luna?
Una quasi-luna è un asteroide che non orbita attorno alla Terra come un satellite naturale, ma si muove in una traiettoria sincronizzata con la nostra, restando vicino al pianeta per lunghi periodi.
Da quanto tempo 2025 PN7 segue la Terra?
Secondo i calcoli pubblicati su Research Notes dell’American Astronomical Society, 2025 PN7 accompagna la Terra da circa 60 anni, cioè dalla metà degli anni Sessanta.
Per quanto tempo rimarrà nella nostra orbita apparente?
Gli astronomi stimano che resterà in questa configurazione fino al 2085, quindi per altri sei decenni.
Qual è la differenza tra una mini-luna e una quasi-luna?
Le mini-lune vengono temporaneamente catturate dalla gravità terrestre e orbitano davvero intorno al pianeta per un periodo limitato. Le quasi-lune invece non vengono catturate: sembrano orbitare attorno alla Terra, ma in realtà si muovono in risonanza con la nostra orbita attorno al Sole.
Quante quasi-lune della Terra conosciamo oggi?
Attualmente sono note sette quasi-lune, compresa 2025 PN7. Le altre sei sono 164207 Cardea (2004 GU9), 469219 Kamo’oalewa (2016 HO3), 277810 (2006 FV35), 2013 LX28, 2014 OL339 e 2023 FW13.
È pericolosa per la Terra?
No, 2025 PN7 non rappresenta una minaccia. La sua orbita è ben calcolata e non ci sono rischi di collisione. La sua presenza è un fenomeno naturale che arricchisce la nostra comprensione della dinamica orbitale.
Perché gli scienziati sono interessati a queste quasi-lune?
Oltre al valore scientifico per lo studio delle orbite, le quasi-lune sono obiettivi accessibili per future missioni spaziali, grazie alla loro vicinanza alla Terra e al basso consumo energetico richiesto per raggiungerle.