Fino a ieri l’idea di un robot umanoide capace di fare il bucato sembrava roba da film di fantascienza. Oggi, invece, un video postato da Brett Adcock, fondatore della società di robotica Figure, ci mostra qualcosa di molto vicino a quella visione: il modello Figure F.02 che, con una calma quasi umana, preleva i vestiti sporchi da un cesto e li carica in una lavatrice.
La parte sorprendente? Non è uno show pre-registrato. Non c’è nessuno che lo guida dietro le quinte. Il robot sta lavorando in piena autonomia, usando Helix, la rete neurale sviluppata internamente dall’azienda, capace di prendere decisioni in tempo reale in base a ciò che “vede” e a eventuali comandi in linguaggio naturale.
Mentre il F.02 è al lavoro, Adcock aggiunge altri indumenti nel cesto. E il robot non si confonde: continua a prelevare, orientare e caricare i capi, come se fosse una scena di routine in una casa qualsiasi.
La tecnologia dietro il gesto
Il cuore del sistema è il modello Vision-Language-Action (VLA) di Helix. Questa architettura permette al robot di interpretare l’ambiente circostante, comprendere comandi vocali e agire di conseguenza. Non si limita a ripetere sequenze preimpostate, ma adatta i movimenti a ciò che succede in quel momento.
Ed è proprio questa capacità di adattamento a far scattare il campanello: un conto è un robot che ripete sempre gli stessi movimenti, un altro è uno che reagisce ai cambiamenti e alle variabili impreviste.
Dal bucato alle linee di montaggio
Il F.02 ha già mostrato le sue abilità in contesti più complessi. In passato, Figure lo ha messo alla prova in un magazzino logistico, dove smistava pacchi di forme e dimensioni diverse, orientandoli in base alle esigenze del processo.
E non è finita: nel 2024 è stato testato nello stabilimento BMW in South Carolina, con l’obiettivo di aiutare gli operai nei compiti più pesanti o ripetitivi, riducendo il rischio di affaticamento fisico.
Una gara mondiale per il primo posto

Figure non è l’unica a muoversi in questa direzione. Colossi come Tesla, Boston Dynamics e Agility Robotics stanno investendo enormi risorse nello sviluppo di robot umanoidi versatili.
Intanto, in Cina, aziende come Unitree iniziano a proporre modelli già acquistabili a prezzi decisamente competitivi. Questo significa che la corsa non è più un discorso di “quando” arriveranno, ma di chi riuscirà a conquistare il mercato per primo.
E nelle nostre case?
Oggi un robot come il F.02 è ancora un prototipo da laboratorio, ma la dimostrazione della lavatrice ci dice che il passo verso la casa intelligente è più breve di quanto sembri. La sfida ora è duplice: aumentare le competenze di questi sistemi e renderli abbastanza economici da entrare nelle abitazioni comuni.
Se il ritmo di sviluppo rimarrà questo, tra pochi anni potremmo avere robot in grado di gestire gran parte delle faccende domestiche. E a quel punto, forse, il problema più grande sarà decidere se lasciargli fare anche il bucato… o no.