Sta arrivando un nuovo visitatore interstellare e questa volta la traiettoria è diretta verso il pianeta rosso. Si chiama 3I/ATLAS ed è stato osservato per la prima volta a inizio anno dagli astronomi: sembra una cometa, ma i dati raccolti raccontano una storia molto più strana.
La cometa che non sembra una cometa
Grazie al telescopio spaziale James Webb, i ricercatori hanno potuto analizzare più da vicino 3I/ATLAS. Risultato: un rapporto anidride carbonica/acqua altissimo, mai visto in altre comete. Non solo: il suo nucleo ghiacciato appare fortemente irradiato.
Insomma, già così 3I/ATLAS è un oggetto fuori dal comune. Ma la cosa diventa ancora più intrigante se si guarda alla sua orbita.
La teoria di Avi Loeb
L’astronomo di Harvard Avi Loeb, famoso per le sue idee provocatorie (ricordi il caso ‘Oumuamua?), ha lanciato un’ipotesi che fa discutere: e se 3I/ATLAS fosse un manufatto alieno, inviato di proposito nel nostro Sistema solare?
Loeb ha fatto notare che la traiettoria del corpo è “sospettosamente precisa”, tanto da passare molto vicino a Giove, Marte e Venere. Secondo lui, il passaggio a circa 1,67 milioni di miglia dall’orbita di Marte è una sorta di “fine tuning” troppo accurato per essere casuale.
Marte come banco di prova

Se Loeb avesse ragione, il momento chiave sarà a ottobre 2025, quando 3I/ATLAS si troverà nel punto più vicino al pianeta rosso. Loeb e il collega Adam Hibberd hanno calcolato che basterebbe una piccola correzione orbitale — nell’ordine di pochi chilometri al secondo — per far sì che l’oggetto collida con Marte.
Da dove potrebbe arrivare questa spinta extra? Difficile dirlo. Secondo i calcoli, l’espulsione di frammenti ghiacciati da una cometa naturale non sarebbe sufficiente. Per questo Loeb suggerisce che, se davvero dovessimo osservare “materiali provenienti da 3I/ATLAS” arrivare su Marte, potremmo trovarci davanti a una firma tecnologica.
Cosa aspettarsi
Lo scenario più probabile resta quello naturale: una cometa insolita che offrirà comunque dati preziosi. Ma l’ipotesi fantascientifica alimenta la curiosità e rende ancora più urgente sfruttare la flotta di strumenti che abbiamo già in orbita, come il Mars Reconnaissance Orbiter della NASA.
Secondo Loeb, potremmo persino individuare “oggetti precursori” più piccoli diretti verso Marte insieme a 3I/ATLAS, impossibili da osservare con i telescopi sulla Terra.
Un appuntamento da non perdere
Che si tratti di semplice ghiaccio spaziale o di tecnologia aliena, l’incontro ravvicinato tra 3I/ATLAS e Marte è già uno degli eventi astronomici più attesi dei prossimi anni. Prepariamoci a un “blind date” che potrebbe cambiare il nostro modo di guardare al cosmo.
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