Le discussioni su Israele e Palestina hanno acceso un focolaio di polemiche su Twitch, la piattaforma di streaming di proprietà di Amazon. Creatori di contenuti, aziende sponsor e utenti si sono ritrovati al centro di accuse di antisemitismo, islamofobia e contenuti inappropriati, portando Twitch a fronteggiare una crisi di immagine e pubblicità.
Brand e sponsor si ritirano
Diversi brand di primo piano, tra cui JPMorgan Chase, Chevron, AT&T e Dunkin’ Donuts, hanno interrotto le loro campagne pubblicitarie su Twitch, spaventati dai contenuti controversi associati alla piattaforma. JPMorgan ha preso la decisione nell’ambito di una più ampia strategia di “brand safety”, mentre Chevron ha dichiarato di essere “delusa” dalla gestione dei contenuti a TwitchCon, l’evento semi-annuale dedicato alla comunità di Twitch.
Questi ritiri mettono in evidenza la difficoltà di affrontare argomenti politici delicati su una piattaforma globale, dove ogni parola può avere un impatto significativo.
Streamer sotto accusa
Un nome al centro della bufera è quello di Hasan Piker, noto come HasanAbi, che con i suoi 2,8 milioni di follower è tra i creatori più influenti della piattaforma. Hasan è stato accusato di antisemitismo da alcuni esponenti politici e gruppi di pressione. Tuttavia, Piker ha risposto affermando che le sue critiche erano rivolte al governo israeliano, non al popolo ebraico.
Parallelamente, la controversia ha coinvolto altri streamer come Dan “DanCantStream” Saltman e Steven “Destiny” Bonnell, i cui sostenitori hanno avviato una campagna per boicottare Twitch. Entrambi, sospesi dalla piattaforma per violazioni delle politiche, sono accusati di aver alimentato ulteriormente l’atmosfera di tensione.
TwitchCon e il panel della discordia
Le polemiche si sono intensificate durante il panel “Ayyrabs Podcast” al TwitchCon 2024, in cui i partecipanti hanno fatto commenti considerati offensivi e divisivi. Uno degli argomenti trattati includeva boicottaggi a marchi come Sabra, percepito come un attacco al mondo ebraico. Twitch ha sospeso i panelisti e lo streamer Asmongold per violazioni delle linee guida, anche se non ha specificato la durata delle sospensioni.
La gestione dell’evento ha deluso sponsor come Chevron, che ha dichiarato: “Ci aspettavamo maggiore controllo sui contenuti presentati sul palco.”
Nuove politiche e cambiamenti
In risposta alle polemiche, Twitch ha aggiornato le sue politiche contro i contenuti di odio, includendo l’uso del termine “sionista” come offensivo in certi contesti. Inoltre, ha introdotto un’etichetta per classificare contenuti legati a temi politici e sociali sensibili, dando agli utenti e agli inserzionisti maggiore controllo sulla visibilità dei contenuti.
La piattaforma ha dichiarato: “Il nostro obiettivo non è limitare le conversazioni, ma prevenire discorsi di odio mascherati da opinioni politiche.”
La sfida di Twitch
Il caso Twitch solleva questioni importanti sull’equilibrio tra libertà di espressione e controllo dei contenuti. Come possono le piattaforme garantire uno spazio sicuro per discussioni delicate senza alienare gli utenti e gli sponsor?
E tu, cosa ne pensi? Twitch sta gestendo bene la situazione o avrebbe dovuto fare di più? Lascia un commento e seguici sui social per altri approfondimenti!