L’immortalità esiste, ma per ottenerla devi essere una medusa, non un dio o un vampiro, inoltre di questi c’è solo una specie tra i cnidari, ovvero la Turritopsis dohrnii, la quale è nota per aver scoperto il segreto della vita eterna, ed i genetisti sperano che confrontare il DNA della Turritopsis dohrnii con il suo parente stretto, la Turritopsis rubra, ciò ci aiuterà a capire il processo di invecchiamento e come evitarlo.
Le turritopsis sono meduse d’acqua calda lunghe mezzo centimetro (0,2 pollici), ed almeno tre specie di idra hanno la capacità di invecchiare al contrario, un po’ come la storia di Benjamin Button, passando dallo stadio adulto a quello giovanile, prima di ricrescere.
Tuttavia, due di questi possono passare solo dall’equivalente idra dell’adolescente al bambino e come la vittima in una fiaba senza censure, la riproduzione sessuale li blocca nell’età adulta; mentre invece, il Turritopsis dohrnii, sembra in grado di passare dal suo stadio adulto fluttuante al polipo vivente sul fondo –noto come inversione del ciclo di vita (LCR)–, tutte le volte che vuole.
Ulteriori dettagli e particolarità della Turritopsis dohrnii
Un articolo sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences fornisce un confronto tra Turritopsis dohrnii e Turritopsis rubra nella speranza che le differenze si dimostrino illuminanti, inserendo anche alcuni tipi di cnidari più lontani.
La dottoressa Maria Pascual-Torner dell’Universidad de Oviedo, in Spagna, e i coautori non hanno trovato nessun singolo trucco genetico che sembra fornire la fonte della giovinezza, invece hanno scoperto un’ampia varietà di potenziali contributori, e a tal proposito riferiscono:
“Abbiamo identificato varianti ed espansioni di geni associati alla replicazione, alla riparazione del DNA, al mantenimento dei telomeri, all’ambiente redox, alla popolazione di cellule staminali e alla comunicazione intercellulare”.
Tutti questi potrebbero alla fine rivelarsi importanti, ma lo studio si è concentrato su due aspetti significativi del genoma di Turritopsis dohrnii assente nel suo parente.
Uno di questi silenzia i complessi repressivi polycomb: 2 famiglie di proteine che regolano l’espressione genica, l’altro attiva la pluripotenza –la capacità di una cellula staminale di trasformarsi in qualsiasi tipo di cellula deve diventare– durante l’inversione del ciclo di vita.
Applicarli agli esseri umani sarà sicuramente un compito arduo, se possibile, tuttavia mentre molte delle caratteristiche di Turritopsis dohrnii probabilmente funzionano solo in combinazione, alcune potrebbero fornire alcuni preziosi anni in più di salute a creature più complesse, noi stessi inclusi.
Come osserva il documento: “La selezione naturale diminuisce con l’età”. Solo in rari casi, come le nonne orche, c’è molto beneficio evolutivo nel vivere una vita lunga e sana dopo che la riproduzione è cessata, di conseguenza la natura ha fatto poco lavoro per garantire che si verificasse: dovremo capire come farlo accadere noi stessi, con solo la Turritopsis dohrnii a guidarci.
Anche la Turritopsis dohrnii non vive per sempre, in effetti l’esemplare tipico ha un’aspettativa di vita molto più breve di quella di un essere umano, essendo questa la triste conseguenza di una piccola forma di vita con poche difese e gustosa a meduse e pesci più grandi.
Presumibilmente, questo è il motivo per cui non sono arrivati a dominare la Terra come ci si potrebbe aspettare che faccia una specie immortale, tuttavia la sua capacità di ringiovanimento lo rende teoricamente capace di vita eterna, cosa sospettata solo in un’altra specie e confermata in nessuna.
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