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Scienza

Tunnel quantistico: non più un vuoto, ma un processo interattivo

Il tunnel quantistico, pilastro della meccanica quantistica e cruciale per innumerevoli applicazioni tecnologiche, è stato a lungo circondato da un velo di incertezza riguardo al comportamento delle particelle al suo interno. Ora, dopo decenni di interrogativi, una scoperta epocale dimostra che il tunnel non è un mero passaggio vuoto, offrendo una visione senza precedenti sulle interazioni subatomiche e spianando la strada a nuove frontiere nella fisica e nell'ingegneria quantistica

Denise Meloni 11 ore fa Commenta! 9
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La meccanica quantistica, con i suoi principi controintuitivi e spesso sorprendenti, ha affascinato e sfidato gli scienziati per oltre un secolo. Tra i suoi concetti più enigmatici vi è l’effetto tunnel quantistico, un fenomeno che, pur sembrando fantascientifico, si manifesta regolarmente nel mondo subatomico.

Contenuti di questo articolo
Il teletrasporto nel microcosmo: comprendere l’effetto tunnel quantisticoDalle fondamenta della tecnologia stellare ai nisteri svelatiLa ricollisione sotto la barriera
Tunnel quantistico: non più un vuoto, ma un processo interattivo
Tunnel quantistico: non più un vuoto, ma un processo interattivo

Il teletrasporto nel microcosmo: comprendere l’effetto tunnel quantistico

Recentemente, il Professor Dong Eon Kim del Dipartimento di Fisica del POSTECH e della Max Planck Korea-POSTECH Initiative, insieme al suo team di ricerca, ha raggiunto un traguardo straordinario: per la prima volta, sono riusciti a svelare sperimentalmente il mistero del processo di “effetto tunnel elettronico”, una delle manifestazioni più significative di questo fenomeno quantistico. Questo studio rivoluzionario sta attirando un’attenzione considerevole, poiché offre la chiave per risolvere un enigma che ha eluso la comprensione scientifica per oltre un secolo.

L’idea di “teletrasportarsi attraverso i muri” evoca immediatamente scenari da film di fantascienza, ma nel dominio atomico, fenomeni analoghi sono una realtà consolidata. Questo è precisamente il cuore dell’effetto tunnel quantistico. In termini semplici, esso descrive la capacità delle particelle quantistiche, come gli elettroni, di attraversare barriere energetiche che, secondo le leggi della fisica classica, dovrebbero essere insormontabili data la loro energia disponibile. È come se queste particelle, anziché essere respinte da un “muro”, fossero in grado di scavare un tunnel attraverso di esso, emergendo dall’altro lato senza violare i principi di conservazione dell’energia.

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Tunnel quantistico: non più un vuoto, ma un processo interattivo
Tunnel quantistico: non più un vuoto, ma un processo interattivo

Questo comportamento apparentemente paradossale è una diretta conseguenza della natura ondulatoria delle particelle quantistiche. A livello subatomico, le particelle non sono semplicemente punti discreti con posizioni e quantità di moto ben definite, ma piuttosto si comportano come pacchetti d’onda distribuiti nello spazio. Quando un’onda incontra una barriera potenziale, c’è una probabilità finita che una parte dell’onda possa “trapelare” attraverso la barriera, anche se l’energia cinetica media della particella è insufficiente per superarla classicamente.

Questo fenomeno, pur essendo ben descritto dalla teoria quantistica, ha rappresentato una sfida significativa per la sua osservazione diretta e dettagliata in tempo reale, rendendo la scoperta del Professor Kim un passo epocale verso una comprensione più completa delle fondamenta del nostro Universo.

Dalle fondamenta della tecnologia stellare ai nisteri svelati

L’effetto tunnel quantistico, sebbene possa apparire come una curiosità teorica, costituisce in realtà un principio fondamentale che permea la tecnologia moderna e i processi naturali più imponenti. Questo fenomeno è la base operativa dei semiconduttori, componenti essenziali che alimentano i nostri smartphone, i computer e un’ampia gamma di dispositivi elettronici.

Tunnel quantistico: non più un vuoto, ma un processo interattivo
Tunnel quantistico: non più un vuoto, ma un processo interattivo

Senza l’effetto tunnel, la miniaturizzazione e l’efficienza dei microchip che definiscono l’era digitale sarebbero inconcepibili. Non solo, ma è anche un processo indispensabile per la fusione nucleare, il meccanismo astrofisico che genera la luce e l’energia del nostro Sole e delle altre stelle. All’interno dei nuclei stellari, particelle cariche superano barriere di repulsione elettrostatica grazie all’effetto tunnel, permettendo alle reazioni di fusione di sostenere la vita.

Nonostante la sua pervasività e importanza, una lacuna significativa nella nostra comprensione dell’effetto tunnel ha persistito per oltre un secolo. Sebbene gli scienziati avessero una solida comprensione di ciò che accade prima che un elettrone entri in una barriera e dopo che ne è uscito, il comportamento esatto dell’elettrone mentre attraversa la barriera stessa rimaneva enigmatico. Era come conoscere l’ingresso e l’uscita di un tunnel, ma essere completamente all’oscuro di ciò che accade al suo interno durante il transito della particella. Questa incertezza rappresentava un limite cruciale per la piena padronanza e ottimizzazione dei fenomeni basati sull’effetto tunnel.

Per affrontare questa problematica e gettare luce su questo mistero irrisolto, il team del Professor Kim Dong Eon di POSTECH ha intrapreso una collaborazione strategica con il team del Professor CH Keitel presso il Max Planck Institute for Nuclear Physics di Heidelberg, in Germania. Insieme, hanno ideato e condotto un esperimento all’avanguardia.

Tunnel quantistico: non più un vuoto, ma un processo interattivo
Tunnel quantistico: non più un vuoto, ma un processo interattivo

Utilizzando intensi impulsi laser, sono stati in grado di indurre selettivamente l’effetto tunnel negli elettroni all’interno di atomi, creando così le condizioni controllate necessarie per osservare e analizzare il processo di tunneling con una precisione senza precedenti. Questa metodologia innovativa ha aperto la strada alla risoluzione di uno dei più affascinanti e longevi enigmi della meccanica quantistica.

La ricollisione sotto la barriera

La recente ricerca condotta dal team del Professor Dong Eon Kim ha fatto luce su un aspetto finora inesplorato dell’effetto tunnel elettronico, rivelando un fenomeno sorprendente che rivoluziona la nostra comprensione di questo processo quantistico fondamentale. I risultati hanno dimostrato che gli elettroni, durante il loro passaggio attraverso la barriera energetica, non si limitano a superarla, ma collidono nuovamente con il nucleo atomico all’interno del tunnel stesso. Questo processo inedito è stato denominato “ricollisione sotto la barriera” (UBR).

Finora, la convinzione consolidata era che gli elettroni potessero interagire con il nucleo atomico solamente dopo essere emersi dal tunnel. Tuttavia, questo studio ha fornito la prima conferma sperimentale che tale interazione può effettivamente avvenire all’interno della barriera, un’intuizione che sfida direttamente i modelli preesistenti. Ancora più intrigante è l’osservazione che, durante questo processo di UBR, gli elettroni acquisiscono energia all’interno della barriera e collidono nuovamente con il nucleo, un fenomeno che porta a un rafforzamento significativo della cosiddetta “risonanza di Freeman”.

Questa ionizzazione, risultante dalla ricollisione sotto la barriera, si è rivelata considerevolmente maggiore rispetto a quella osservata nei processi di ionizzazione precedentemente noti, e, in modo altrettanto sorprendente, è apparsa minimamente influenzata dalle variazioni di intensità del laser. Questa scoperta, completamente nuova, non poteva essere prevista dalle teorie esistenti, indicando una profonda lacuna nella nostra comprensione del comportamento degli elettroni in regime di tunneling.

Tunnel quantistico: non più un vuoto, ma un processo interattivo
Tunnel quantistico: non più un vuoto, ma un processo interattivo

Questa ricerca rappresenta un traguardo di portata mondiale, poiché è la prima a chiarire la dinamica degli elettroni durante l’effetto tunnel con un tale livello di dettaglio. I suoi risultati sono destinati a fornire una base scientifica cruciale per un controllo più preciso del comportamento degli elettroni e per un’efficienza notevolmente maggiore in un’ampia gamma di tecnologie avanzate che si basano sull’effetto tunnel. Tra queste figurano i semiconduttori, i computer quantistici e i laser ultraveloci.

Come ha affermato il Professor Kim Dong Eon, “Grazie a questo studio, siamo stati in grado di trovare indizi sul comportamento degli elettroni quando attraversano la parete atomica”. Ha inoltre aggiunto che “Ora possiamo finalmente comprendere l’effetto tunnel in modo più approfondito e controllarlo a nostro piacimento”. Questa nuova capacità di comprendere e manipolare il tunneling elettronico promette di aprire nuove frontiere nella fisica fondamentale e di accelerare lo sviluppo di tecnologie innovative che sfrutteranno appieno il potenziale quantistico.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista internazionale Physical Review Letters.

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