Tech iCrewPlay.comTech iCrewPlay.com
  • Scienza
  • Spazio
  • Natura
    • Cambiamenti climatici
  • Curiosità
  • Salute
  • Recensione
  • Tecnologia
    • App e software
    • Prodotti Audio
    • Domotica e IoT
    • Elettrodomestici
    • Guide
    • Hardware e periferiche
    • Notebook e PC
    • Smartphone e tablet
    • Visione Digitale
    • Wearable
    • Cronologia
    • Seguiti
    • Segui
Cerca
  • Videogiochi
  • Libri
  • Cinema
  • Anime
  • Arte
Copyright © Alpha Unity. Tutti i diritti riservati.​
Lettura: Tumori: la posizione delle cellule decide l’aggressività, la scoperta di Iavarone e Lasorella
Share
Notifica
Ridimensionamento dei caratteriAa
Tech iCrewPlay.comTech iCrewPlay.com
Ridimensionamento dei caratteriAa
  • Videogiochi
  • Libri
  • Cinema
  • Anime
  • Arte
Cerca
  • Scienza
  • Spazio
  • Natura
    • Cambiamenti climatici
  • Curiosità
  • Salute
  • Recensione
  • Tecnologia
    • App e software
    • Prodotti Audio
    • Domotica e IoT
    • Elettrodomestici
    • Guide
    • Hardware e periferiche
    • Notebook e PC
    • Smartphone e tablet
    • Visione Digitale
    • Wearable
    • Cronologia
    • Seguiti
    • Segui
Seguici
  • Contatto
  • Media Kit
  • Chi siamo
  • Lavora con noi
  • Cookie Policy
  • Disclaimer
Copyright © Alpha Unity. Tutti i diritti riservati.​
NotiziaVetrina

Tumori: la posizione delle cellule decide l’aggressività, la scoperta di Iavarone e Lasorella

La posizione delle cellule decide l’aggressività dei tumori: lo studio di Iavarone e Lasorella su Cancer Cell rivela il ruolo chiave di cluster e dispersione.

Massimo 5 ore fa Commenta! 3
SHARE

Non conta solo il DNA, ma anche dove si trovano le cellule dentro il tumore. È questa la rivelazione che arriva dal Sylvester Cancer Center dell’Università di Miami, dove gli italiani Antonio Iavarone e Anna Lasorella hanno guidato una ricerca appena pubblicata su Cancer Cell.

Contenuti di questo articolo
Perché la posizione contaTerapie: un effetto collaterale inattesoLa tecnologia che ha svelato il meccanismoUna nuova via terapeutica?

Lo studio mostra che le cellule tumorali raggruppate risultano meno pericolose, mentre quelle disperse, ai margini degli aggregati, sono molto più plastiche e aggressive.

Perché la posizione conta

Finora si sapeva che la plasticità cellulare – la capacità di cambiare identità – è una delle chiavi dell’aggressività tumorale. Ma non si capiva da cosa dipendesse. Ora la risposta è chiara: tutto ruota intorno all’architettura del tumore.

Leggi Altro

Siti archeologici in italia: ecco 5 migliori da visitare
Stanford scopre il segreto della “bussola” del cervello: l’invecchiamento non spegne la memoria spaziale
Eclissi di Sole del 21 settembre: il 78% coperto, ecco perché
I venti dei buchi neri supermassicci potrebbero spiegare uno dei più grandi misteri della fisica
  • Cellule aggregate → esprimono proteine di adesione che le mantengono unite e meno inclini a trasformarsi.
  • Cellule disperse → perdono questa “colla” e guadagnano libertà, diventando capaci di adattarsi, diffondersi e resistere meglio alle terapie.

Nel glioblastoma, il tumore cerebrale più aggressivo, questa differenza è netta. Ma i ricercatori hanno già trovato riscontri simili anche nel cancro al seno, suggerendo che si tratti di un principio valido per diversi tumori solidi.

Terapie: un effetto collaterale inatteso

Depressione

Iavarone e Lasorella lanciano un campanello d’allarme: trattamenti come chemio e radioterapia, usati nelle prime fasi, potrebbero rompere gli aggregati e favorire la dispersione. Così le cellule sopravvissute diventano più plastiche e quindi più aggressive.

Un effetto paradossale, che spiega perché molti tumori tornano più forti dopo i trattamenti iniziali.

La tecnologia che ha svelato il meccanismo

Il salto di qualità è arrivato grazie alla trascrittomica spaziale, una tecnologia che permette di analizzare i geni attivi nelle cellule senza spostarle dal loro contesto originario. In questo modo i ricercatori hanno visto migliaia di geni comportarsi diversamente a seconda che la cellula fosse dentro un cluster o isolata.

Risultato: le cellule disperse mostrano sempre profili genetici più aggressivi. Quelle raggruppate, invece, mantengono programmi più stabili.

Progetto tumor profiler: 9 metodi molecolari rivoluzionano la cura dei tumori complessi
Progetto tumor profiler: 9 metodi molecolari rivoluzionano la cura dei tumori complessi

Una nuova via terapeutica?

Il prossimo obiettivo è capire come promuovere la formazione di aggregati e addirittura invertire la dispersione, mantenendo le cellule tumorali in uno stato meno pericoloso.

“Questa scoperta – spiega Lasorella – ci offre una strategia completamente nuova: non solo colpire le cellule tumorali, ma anche agire sulla loro organizzazione spaziale”.

Se confermata, questa visione potrebbe rivoluzionare il modo in cui affrontiamo non solo i tumori cerebrali, ma anche altri tumori solidi.

Segui tutte le novità dalla ricerca oncologica e dalla scienza che cambia il nostro futuro su Instagram: @icrewplay_t

Condividi questo articolo
Facebook Twitter Copia il link
Share
Cosa ne pensi?
-0
-0
-0
-0
-0
-0
lascia un commento lascia un commento

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Contatto
  • Media Kit
  • Chi siamo
  • Lavora con noi
  • Cookie Policy
  • Disclaimer

Copyright © Alpha Unity. Tutti i diritti riservati.​

  • Contatto
  • Media Kit
  • Chi siamo
  • Lavora con noi
  • Cookie Policy
  • Disclaimer
Bentornato in iCrewPlay!

Accedi al tuo account

Hai dimenticato la password?