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Salute

Tumore al midollo osseo: le cellule dormienti rivelano strategie anti-cancro

Una questione fondamentale nella ricerca medica, ovvero il motivo per cui non tutti gli individui con precursori del tumore al midollo osseo sviluppano la malattia conclamata, ha trovato una potenziale risposta rivoluzionaria. Il Dipartimento di Medicina Legale dell'Università di Aarhus ha recentemente scoperto che alcune cellule possono entrare in uno stato dormiente, fungendo da difesa naturale contro il cancro e aprendo così nuove prospettive per trattamenti precoci e strategie preventive innovative

Denise Meloni 4 ore fa Commenta! 9
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Per anni, una domanda cruciale ha afflitto la ricerca medica: perché non tutti gli individui con precursori del tumore al midollo osseo sviluppano la malattia conclamata? Oggi, una scoperta rivoluzionaria dal Dipartimento di Medicina Legale dell’Università di Aarhus offre una risposta sorprendente. Sembra che alcune cellule abbiano la capacità di entrare in uno stato dormiente, agendo come una vera e propria difesa naturale contro il cancro. Questa intuizione pionieristica potrebbe aprire la strada a trattamenti più precoci e a strategie preventive innovative.

Contenuti di questo articolo
Tumore al midollo osseo: comprendere la transizione dalla condizione premonitriceAnalisi dei campioni di midollo osseo e ruolo dell’intelligenza artificialeLa senescenza cellulare: una rivoluzione nella comprensione del cancro
Tumore al midollo osseo: le cellule dormienti rivelano strategie anti-cancro
Tumore al midollo osseo: le cellule dormienti rivelano strategie anti-cancro

Tumore al midollo osseo: comprendere la transizione dalla condizione premonitrice

Il fulcro di questo nuovo studio è il mieloma multiplo, una grave forma di cancro del midollo osseo che ha origine dalle plasmacellule. Prima che il mieloma multiplo si manifesti, tutti i pazienti presentano una delle due condizioni premonitrici: la gammopatia monoclonale di significato indeterminato (MGUS) o il mieloma multiplo smoldering (SMM).

Sebbene le condizioni di Gammopatia Monoclonale di Significato Indeterminato (MGUS) e Mieloma Multiplo Smoldering (SMM) non siano classificate come tumori veri e propri, esse rappresentano indubbiamente stati pre-maligni con un rischio documentato di progressione verso il mieloma multiplo conclamato, una grave neoplasia del midollo osseo. Questo rischio non è affatto trascurabile: statisticamente, circa l’1% dei pazienti con MGUS e il 10% dei pazienti con SMM svilupperà la forma aggressiva del cancro ogni anno. Queste percentuali, pur essendo distinte, sottolineano l’importanza di monitorare attentamente i soggetti affetti da tali condizioni.

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Tumore al midollo osseo: le cellule dormienti rivelano strategie anti-cancro

Nonostante questi dati consolidati, la comunità scientifica si è a lungo interrogata sul meccanismo sottostante che determina l’effettiva progressione della malattia. Perché, infatti, solo una frazione di questi pazienti passa da una condizione stabile e spesso asintomatica a un tumore conclamato che richiede intervento terapeutico, mentre altri rimangono stabili per anni o addirittura per tutta la vita? Questo persistente quesito ha rappresentato una delle sfide più significative nella comprensione e nella gestione del mieloma multiplo.

Fortunatamente, i recenti studi condotti dai ricercatori danesi stanno ora offrendo un’ipotesi promettente che potrebbe finalmente svelare i complessi processi biologici alla base di questa differenziazione. Le loro scoperte, incentrate sulla capacità di alcune cellule di entrare in uno stato di dormienza protettiva, promettono di ridefinire l’approccio alla diagnosi precoce e alle strategie preventive.

Analisi dei campioni di midollo osseo e ruolo dell’intelligenza artificiale

I ricercatori dell’Università di Aarhus hanno condotto uno studio approfondito sui campioni di midollo osseo prelevati da pazienti affetti da Gammopatia Monoclonale di Significato Indeterminato (MGUS) e Mieloma Multiplo Smoldering (SMM). Hanno osservato che, nell’arco di 5-10 anni, alcuni di questi pazienti progredivano verso un tumore conclamato del midollo osseo, mentre altri rimanevano stabili, senza alcuna progressione della malattia. Per svelare le ragioni di questa differenza, gli scienziati hanno utilizzato l’intelligenza artificiale per confrontare i tessuti pre-cancerosi con quelli di individui sani e di pazienti con una diagnosi recente di cancro.

Tumore al midollo osseo: le cellule dormienti rivelano strategie anti-cancro

I ricercatori dell’Università di Aarhus hanno condotto uno studio approfondito sui campioni di midollo osseo prelevati da pazienti affetti da Gammopatia Monoclonale di Significato Indeterminato (MGUS) e Mieloma Multiplo Smoldering (SMM). Hanno osservato che, nell’arco di 5-10 anni, alcuni di questi pazienti progredivano verso un tumore conclamato del midollo osseo, mentre altri rimanevano stabili, senza alcuna progressione della malattia. Per svelare le ragioni di questa differenza, gli scienziati hanno utilizzato l’intelligenza artificiale per confrontare i tessuti pre-cancerosi con quelli di individui sani e di pazienti con una diagnosi recente di cancro.

Il risultato più sorprendente di questa analisi è stata la scoperta che alcune delle plasmacellule precursore, pur non essendo ancora cancerose, entravano in uno stato particolare denominato senescenza cellulare. Come spiega la professoressa associata Marta Diaz del Castillo del Dipartimento di Medicina Legale, coautrice dello studio, “Ciò significa che le cellule smettono di dividersi in risposta allo stress, come l’attivazione di geni che promuovono il cancro, ma non muoiono.” Questo stato di senescenza può essere interpretato come una forma di dormienza cellulare.

La ricerca ha rivelato una differenza cruciale tra i pazienti. “Nei pazienti che non sviluppano il tumore al midollo osseo, possiamo osservare che le cellule inducono senescenza nel tessuto midollare circostante – uno stato che può essere meglio descritto come una forma di dormienza – e creano piccoli ‘punti caldi’ di cellule dormienti”, afferma Diaz del Castillo. “Queste aree possono potenzialmente essere riconosciute ed eliminate dal sistema immunitario”.

Tumore al midollo osseo: le cellule dormienti rivelano strategie anti-cancro

Al contrario, nei pazienti che hanno sviluppato il mieloma multiplo, i ricercatori non hanno riscontrato segni di questa diffusione della fase dormiente nell’ambiente circostante il midollo osseo. Questo porta la professoressa Diaz del Castillo a ipotizzare: “Ciò suggerisce che la capacità di innescare la senescenza cellulare, o dormienza, nel microambiente attorno alle plasmacellule potrebbe essere un meccanismo protettivo che va perso in coloro che sviluppano il cancro.”

Attualmente, i pazienti con MGUS e SMM non ricevono trattamenti attivi, ma sono sottoposti a un monitoraggio costante in attesa che la malattia si manifesti. Questo nuovo studio, tuttavia, potrebbe rappresentare un significativo passo avanti verso la possibilità di un intervento precoce, prima che il mieloma multiplo diventi incurabile.

I ricercatori hanno inoltre identificato specifici marcatori ematici legati alla dormienza cellulare critica che sembrano essere correlati alla progressione della malattia. Questa scoperta alimenta la speranza che, in un futuro non troppo lontano, un semplice esame del sangue possa essere utilizzato per identificare i pazienti che necessitano di un intervento terapeutico tempestivo.

La senescenza cellulare: una rivoluzione nella comprensione del cancro

Per la prima volta, i ricercatori hanno dimostrato che la senescenza cellulare, un processo solitamente associato all’invecchiamento o considerato un precursore del cancro, può in realtà svolgere un ruolo protettivo in specifici casi di tumore al midollo osseo. Questa scoperta innovativa sfida le concezioni tradizionali e apre nuove prospettive sulla genesi e progressione delle malattie oncologiche.

Tumore al midollo osseo: le cellule dormienti rivelano strategie anti-cancro

Come afferma Marta Diaz del Castillo, “Ciò cambia la nostra comprensione di come può insorgere il cancro e apre nuove possibilità per lo sviluppo di trattamenti che promuovano o inibiscano la senescenza al momento giusto.” Questa intuizione suggerisce che manipolare lo stato di senescenza potrebbe diventare una strategia terapeutica mirata.

Il team di ricerca è ora focalizzato su diverse direzioni per approfondire queste scoperte. Stanno lavorando per identificare quali cellule del midollo osseo interagiscono e rispondono alle plasmacellule senescenti e, crucialmente, se queste risposte possano essere misurate attraverso esami del sangue.

Questa ricerca sui biomarcatori è fondamentale per sviluppare test diagnostici che possano predire la progressione della malattia. Inoltre, i ricercatori stanno conducendo studi su modelli murini per valutare l’impatto della rimozione delle cellule senescenti sullo sviluppo del cancro. L’obiettivo è comprendere se l’eliminazione mirata di queste cellule possa fungere da forma di prevenzione, offrendo nuove speranze per interventi precoci e più efficaci contro il mieloma multiplo.

Lo studio è stato pubblicato su Leukemia.

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