Donald Trump torna sui suoi passi e sceglie di nuovo Jared Isaacman, l’imprenditore e astronauta legato a Elon Musk, come nuovo amministratore della NASA. Dopo mesi di tensione con il fondatore di SpaceX, il presidente americano riapre la porta al miliardario e al suo cerchio di fiducia, segnando un cambio di rotta strategico nella politica spaziale degli Stati Uniti.
La notizia, annunciata direttamente su Truth Social, arriva come un vero colpo di scena a Washington. A giugno Trump aveva ritirato la nomina di Isaacman, indicato da Musk come la figura ideale per guidare l’agenzia spaziale, in seguito a un duro scontro politico e personale con il patron di Tesla e SpaceX. Ora, la riappacificazione è completa.
Un ritorno che cambia gli equilibri nello spazio

“Sean Duffy ha fatto un lavoro straordinario come amministratore ad interim della NASA. Questa sera sono lieto di nominare Jared Isaacman, un affermato leader aziendale, filantropo, pilota e astronauta”, ha scritto Trump sul suo social.
Secondo il presidente, Isaacman rappresenta “la passione per lo spazio e la dedizione nel superare i confini dell’esplorazione”, caratteristiche che lo rendono “perfettamente adatto a guidare la NASA in una nuova e audace era”.
Dietro la decisione non c’è solo la fiducia personale, ma anche una precisa visione politica: riportare la NASA in sintonia con il settore privato, dopo anni di attriti tra agenzie federali e compagnie spaziali come SpaceX, Blue Origin e Sierra Space.
Con Isaacman alla guida, l’obiettivo è spingere sull’acceleratore dei programmi commerciali, dalla costruzione di stazioni orbitali private alla collaborazione per i futuri sbarchi sulla Luna e su Marte.
Chi è Jared Isaacman, l’uomo di Musk
Per chi non lo ricordasse, Jared Isaacman non è un nome nuovo nell’universo aerospaziale.
Imprenditore miliardario, fondatore della società di pagamenti Shift4, pilota e appassionato di volo acrobatico, è diventato noto nel 2021 come comandante della missione Inspiration4, il primo volo spaziale interamente composto da civili, realizzato con la navicella Crew Dragon di SpaceX.
Da allora, Isaacman è diventato uno dei volti simbolo del nuovo corso dell’esplorazione spaziale privata, collaborando con Elon Musk su diversi progetti legati alla SpaceX e investendo in tecnologie per l’addestramento astronautico e la sicurezza in orbita.
La sua nomina alla NASA, promossa dallo stesso Musk, rappresenta un ritorno al modello di cooperazione pubblico-privato che aveva caratterizzato i programmi americani durante l’amministrazione Trump, in particolare con il programma Artemis e le prime missioni commerciali Crew Dragon.
Il riavvicinamento tra Trump e Musk

L’aspetto più curioso è il contesto politico.
Dopo mesi di gelo e dichiarazioni taglienti, Trump e Musk sembrano aver trovato un terreno comune, complice il peso crescente dell’industria spaziale nella strategia economica americana e le future elezioni.
Nei mesi scorsi, Musk aveva criticato alcune scelte dell’amministrazione in materia di tasse e regolamentazioni, ma aveva anche lodato Trump per la visione “pro-industria” e la spinta a favore dell’imprenditoria tecnologica.
Secondo fonti vicine alla Casa Bianca, la nuova nomina sarebbe “un segnale di collaborazione” tra la politica e il settore privato in vista di un piano spaziale condiviso che prevede nuove missioni commerciali e una più ampia presenza americana sulla Luna.
Una NASA più orientata al business?
Con Isaacman al comando, la NASA potrebbe assumere un profilo più pragmatico, meno legato alla burocrazia e più aperto all’iniziativa privata.
Il suo ingresso è visto da molti come un tentativo di integrare definitivamente le competenze dell’industria spaziale americana all’interno dell’agenzia, in un’ottica di concorrenza globale con la Cina e l’Europa.
Altri analisti, invece, temono un rischio opposto: che la NASA perda parte della sua indipendenza, diventando troppo legata agli interessi di aziende come SpaceX o Starlink.
Un equilibrio delicato, che Isaacman dovrà gestire con abilità per evitare nuove fratture politiche o industriali.
Cosa cambia per SpaceX e per la corsa alla Luna

L’arrivo di Isaacman potrebbe accelerare i progetti condivisi con SpaceX, a partire dalle future missioni Starship e dal programma Lunar Gateway, la stazione orbitante che fungerà da punto d’appoggio per gli sbarchi lunari.
Trump, dal canto suo, ha più volte ribadito di voler “mettere un piede americano su Marte entro il 2030”, obiettivo ambizioso che richiede una cooperazione stretta tra NASA e i colossi privati.
L’esperienza di Isaacman nel coordinare missioni commerciali lo rende un candidato ideale per costruire questo ponte tra pubblico e privato.
Il segnale politico dietro la scelta
La nomina di Isaacman è anche un messaggio politico.
Dopo mesi di tensioni e di puri contrasti di potere, Trump vuole mostrare stabilità e visione, scegliendo una figura che unisce competenze imprenditoriali e carisma mediatico.
Un segnale rivolto non solo al mondo scientifico, ma anche agli elettori e agli investitori: la politica spaziale americana torna al centro dell’agenda.
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