In un recente studio che è stato pubblicato sull’European Journal of Taxonomy, nelle foreste pluviali dell’Ecuador nord-orientale, un piccolo serpente, il Tropidophis cacuango ha strisciato in giro nascondendo un affascinante segreto.
Nascosti nella sua anatomia ci sono i resti di un bacino, qualcosa di cui i serpenti non hanno avuto bisogno da quando hanno perso le gambe per la prima volta circa 150 milioni di anni fa.
Gli organi e gli arti vestigiali sono i resti dell’evoluzione che dimostrano come il semplice non aver bisogno di qualcosa, non sia sufficiente perché un organismo si evolva senza averlo (un esempio possono essere le “castagne” che crescono sulle gambe dei cavalli, delle escrescenze callose).
La pressione evolutiva è necessaria per eliminare completamente una caratteristica, che viene decisa in base a come quella particolare caratteristica aumenta o diminuisce l’idoneità di un animale al suo ambiente e come tale è probabile che sopravviva e prosperi.
Il grado in cui un animale perde determinate caratteristiche può variare a seconda della specie, ed in realtà ci sono diverse specie di serpenti con questo tipo di postumi evolutivi, come i pitoni, che non solo hanno un bacino vestigiale, ma hanno anche due speroni che un tempo erano le gambe.
Cosa rende unico il Tropidophis cacuango e la sua scoperta?
Ora, questa nuova specie di serpente ovvero il Tropidophis cacuango si unisce alla banda dei serpenti con un bacino vestigiale, dopo essere stata nominata scientificamente per la prima volta dai ricercatori che lavorano nell’Amazzonia ecuadoriana, e come suggerirebbe il nome “boa nano”, il Tropidophis cacuango è un piccolo serpente che raggiunge circa 20 centimetri (7,8 pollici) di lunghezza.
È stato chiamato Tropidophis cacuangoae in onore dell’attivista per i diritti degli indigeni Dolores Cacuango, che i ricercatori descrivono come “un punto di riferimento ecuadoriano del femminismo e dei diritti umani del primo Novecento”.
Cacuango è nato in Ecuador in un momento in cui le comunità indigene Kichwa erano gravemente oppresse da ricchi proprietari terrieri, e nella sua vita avrebbe organizzato ribellioni, fuggito dalle persecuzioni e co-fondato la prima organizzazione indigena del paese con l’obiettivo di raggiungere la giustizia sociale.
“Ha rivendicato l’identità e i diritti degli indigeni ecuadoriani, portandoli a difendersi da abusi e discriminazioni, inoltre ha chiesto l’insegnamento del quechua e ha fondato le prime scuole bilingue in Ecuador e la Federazione indigena ecuadoriana”
scrivono gli autori dello studio.
Cacuango è ricordata per la sua influenza fondamentale, e ora anche sotto forma di un insolito rettile che è passato un periodo di tempo impressionante senza essere bloccato dalla scienza alla nomenclatura latina.
T. cacuangoae segna la sesta specie di Tropidophiidae nota per abitare il Sud America, e prende il nome da due esemplari trovati nella riserva nazionale di Colonso Chalupas e nel parco privato Sumak Kawsay.
Come ha detto all’AFP il ricercatore ecuadoriano Mario H. Yánez-Muñoz del National Biodiversity Institute (INABIO), questi serpenti “sono una reliquia del tempo, sono animali così vecchi che trovarne o imbattersi in uno di loro è un privilegio”.
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